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De Rossi: “Arrivare tra le prime tre sarebbe un miracolo”

«Se la Roma arrivasse tra le prime tre, sarebbe un miracolo sportivo. Luis Enrique? È difficile trovare similitudini, ma se devo proprio fare un nome, dico Spalletti.

Redazione

«Se la Roma arrivasse tra le prime tre, sarebbe un miracolo sportivo. Luis Enrique? È difficile trovare similitudini, ma se devo proprio fare un nome, dico Spalletti.

Anche lui ha portato qualcosa di nuovo, di bello. Ha fatto giocare questa squadra molto bene. La cosa che mi fa ben sperare è che, con lui, abbiamo iniziato a giocare veramente bene dopo Natale. Questo dimostra ancora di più che a volte c'è bisogno di tempo». Daniele De Rossi, centrocampista e pilastro della Roma, fotografa così la prima stagione giallorossa della 'nuova era'.

Nuova società, nuovo allenatore e, in buona parte, nuova squadra. La formazione giallorossa sta vivendo un momento complicato: dopo le sconfitte contro Udinese e Fiorentina, la Roma si prepara ad ospitare la Juventus capolista. «Bisogna continuare su questa strada, bisogna continuare a migliorare e a lavorare per raggiungere questa identità che stiamo cercando», dice De Rossi in esclusiva su Sky 3D, sul quale andrà in onda il match di lunedì 12 dicembre. «È difficile tirare fuori adesso gli obiettivi e cercare di scoprire quale sarà la nostra posizione a fine anno, proprio perchè è tutto nuovo. Anche perchè vedo squadre come la Juve, che è prima in classifica e che sta facendo benissimo, e loro sono i primi a dire che lottano per lo scudetto. Quindi aspettiamo», aggiunge il centrocampista. «Credo -afferma- che se questa squadra arrivasse tra le prime tre farebbe un miracolo sportivo».

«Credo che io abbia la responsabilità nei confronti di tutti di dimostrare sempre che sono un professionista e di curare tutti gli aspetti della mia professione, come sto facendo quest'anno -dice-. Toccando ferro, non ho saltato neanche un minuto e questo lo devo all'allenatore, ai tifosi, ai compagni giovani, ma anche a quelli della mia età. Sicuramente quelli giovani vanno aiutati quando le cose non vanno bene e vanno sostenuti perchè sono tutti molto bravi».

Rispetto al passato, spesso De Rossi viene schierato in una posizione più arretrata. «Io ne ho parecchi di ruoli. Quello di quest'anno, per interpretazione e per posizione, è abbastanza nuovo, ma è un ruolo che amo molto. Mi sto trovando bene e ne ero convinto già quando ne avevo parlato con il mister», dice. «Sono un centrocampista che può fare sia il regista davanti alla difesa che l'interno un pò più avanti. Poi, se ce ne siano altri a disposizione, non lo so. Le qualità e le caratteristiche sono quelle di ogni centrocampista. Ormai nel calcio di adesso bisogna saper attaccare e difendere alla stessa maniera».

Difficile scegliere il migliore tra i nuovi compagni. «Ognuno ha qualcosa di particolare, di speciale. Soprattutto questi giovani sono veramente forti e si vede che diventeranno fortissimi. Nell'ultima intervista avevo fatto il nome di Josè Angel perchè ha davvero delle qualità incredibili. Ma non citare Bojan, Lamela o Kjaer è un peccato», afferma. «Secondo me, però, quello che sta facendo meglio di tutti è Pjanic: nonostante sia veramente un bambino, ha una personalità, un carattere e un carisma da veterano e credo che bisognerebbe tenerselo stretto», afferma evidenziando le qualità del centrocampista bosniaco.

De Rossi è nato nella Roma e con la maglia giallorossa si è affermato. «È una fortuna che hanno in pochi e che possono mantenere in pochi. Già fare una sola stagione nella propria città, dove si ha sempre tifato, è una fortuna che hanno in pochi. Riuscire a fare tutta la trafila e diventare giocatori di una certa importanza è qualcosa di unico».

(Adnkronos)