Il contratto di De Rossi. Non si parla d'altro oltre all'arrivo di Franco Baldini, con tanto di conferenza stampa di introduzione, viene associato alla necessità di scrivere la parola fine sulla vicenda, possibilmente facendo apporre la firma del calciatore in calce al nuovo contratto. Ma c'entra qualcosa Baldini con il rinnovo di De Rossi?
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De Rossi: per la firma servono i soldi
Il contratto di De Rossi. Non si parla d’altro oltre all’arrivo di Franco Baldini, con tanto di conferenza stampa di introduzione, viene associato alla necessità di scrivere la parola fine sulla vicenda, possibilmente facendo apporre...
Nell'epoca delle clausole rescissorie, con i diritti di immagine da cedere al club dopo averne quantificato il valore, del fisso e del variabile, vale almeno la pena ricordare le giornate passate dal nuovo direttore generale a convincere Batistuta che, all'alba dell'estate del Duemila, vagliava un'infinità di opzioni, e che anche grazie alla caparbietà di Baldini sposò la Roma e la aiutò a partorire il terzo scudetto della storia.
Estate Duemila. Undici anni e mezzo fa. Non che ne frattempo il giramondo toscano sia stato messo in naftalina, ma molto è cambiato. E differenti sono le situazioni. Batistuta andava convinto perché, aldilà del miliardo in più miliardo in meno, doveva essere invogliato ad arrivare a Roma. Lui che sapeva di dover lasciare l'amata Firenze e che comunque avrebbe guadagnato una cifra straordinariamente alta. Ovunque fosse andato. Invogliato dal progetto, dalla vita che avrebbe fatto a Roma. De Rossi non deve essere invogliato a restare nei luoghi che ama. Nessuno deve spiegargli di nuovo quale progetto sia partito con la Roma americana. Già ne è consapevole. E tantomeno nessuno potrebbe convincerlo che Manchester, per esempio, sia più bella della sua città. De Rossi si convince coi soldi. Non necessariamente nella quantità che gli prospettano il City e il Real Madrid (De Rossi mette Roma anche davanti alla capitale spagnola). Ma almeno una cifra che non sia la metà di quanto gli offrono dall'estero. Insomma, si torna a parlare dei famosi (famigerati) 6 milioni di euro l'anno, possibilmente più bonus.
E Baldini? Non arriva a Roma per foraggiare un aumento di capitale. Ma per gestire. Direttore generale. Un rappresentante del club nei momenti che contano, senza il bisogno di scomodare DiBenedetto per questioni che per ovvie ragioni non possono essere di sua competenza. Baldini uguale Roma. Ma se si fosse aspettato il suo arrivo per metterlo in contatto con De Rossi affinché lo convinca della bontà del progetto, Baldini, quindi la Roma, avrebbe aggiunto un grave ritardo agli antichi, gravissimi, ritardi, quelli della vecchia gestione. Perché per un contratto che scade tra nove mesi, l'eventuale fondamentale apporto del Direttore generale non deve coinvidere con il suo ritorno fisico a Trigoria. Se Baldini ha le chiavi per ottenere il sì del centrocampista, le ha già usate. Altrimenti ha ragione De Rossi: per l'intesa è solo questione di soldi. E Baldini i soldi non li può mettere. O c'è già l'accordo, e il diggì lo sta per annunciare. Oppure la Roma dovrà avvicinare la cifra richiesta dal giocatore. Difficilmente Baldini potrà convincere De Rossi spiegandogli quanto sia bella Roma al tramonto o quanto siano affascinanti le prospettive tecniche. Bastasse questo, col supporto del suo eloquio, glielo avrebbe già spiegato. E De Rossi avrebbe già firmato.
(teleradiostereo - A. Ciardi)
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