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De Rossi, la furia negli spogliatoi. Per una giusta causa

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Per risvegliare alcuni singoli, per escluderne altri, per motivare quelli che dovevano entrare. Urla che, allo Stirpe, hanno fatto parecchio rumore
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

Siamo qui per vincere le partite”. Una verità consacrata, e se ve lo dice anche De Rossi fidatevi. E per vincere le partite - anche quelle brutte, anche quelle che nascono male - ci sono tanti modi ma un’unica via: quella di essere determinanti. Daniele lo è stato oggi. Già in campo  si era infuriato dopo il gol del vantaggio di Huijsen. Sguardo da Ragnar Lothbrok, parole non riferibili dette a Mancini che lo abbraccia lasciando intuire qualcosa che è più di un vagito d’intesa. “D'you know what I mean?”, sembrano dirsi. Come nel testo degli Oasis che Daniele conosce a memoria. Ma non è finita. Nello spogliatoio, alla fine del primo tempo, De Rossi ha rilanciato il suo disappunto. Urla furiose, gli occhi azzurri che lanciavano fulmini. La Roma nel primo tempo non aveva fatto nulla di quello che si aspettava Daniele. Era in vantaggio sì, ma tutti sapevano che era solo un caso. Nessuna accusa individuale, nessun insulto. Ma le parole giuste. Per risvegliare alcuni singoli, per escluderne altri, per motivare quelli che dovevano entrare. Urla che, allo Stirpe, hanno fatto parecchio rumore. Nella ripresa la Roma ha dominato la gara. E di quello sfogo ne ha parlato anche Baldanzi a fine partita. La squadra ha conosciuto l’altro volto del carisma di De Rossi dopo aver assorbito per mesi quello di Mourinho, un altro che spesso ha cambiato le gare con modi forti. Non solo consigli, idee e pacche sulle spalle quelle di Daniele. Ma anche carattere, e perché no rabbia. Nei momenti giusti, nei modi giusti. Per una giusta causa. Una caratteristica questa che DDR aveva da calciatore, e che non ha perso da allenatore. Lo hanno saputo i Friedkin, sorridenti per la scelta fatta. Lo hanno capito i giocatori, che non devono dare nulla per scontato. Perché in una corsa del genere non sono ammessi scivoloni. Di nessun genere.

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