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De Rossi, il vento che soffia ancora

LaPresse

Proveremo ad amarti da lontano ed è la promessa più grande che si possa fare visto il nostro problema con le relazioni a distanza, ancor di più se oltreoceano. Ma quel “nessun mai vi amerà più di me” lo teniamo stretto...

Marco Prestisimone

Stai a vedere che l’eredità più grande l’ha lasciata alla fine. Diciotto anni di rincorse e di riscatti per poi immaginarti seduto in camera, una penna in mano, e solo la luce sulla scrivania accesa per non svegliare Noah che vuole dormire nel lettone con mamma e papà. Poi un foglio e una lettera che più che lettera è un diario, come quelli che prima di Zuckerberg si chiudevano con un lucchetto perché guai a farlo leggere a qualcuno. Stavolta per fortuna la chiave era poggiata lì perché ormai il nostro amore è maggiorenne e i segreti non sappiamo neanche più cosa sono.

"Grazie" e "ciao" sono le prime due parole che impariamo, ma Dio solo sa quanto è diventato difficile dire la prima e facile pronunciare la seconda. Perché salutarsi e cambiare strada è sempre la via più facile e ringraziare qualcun altro per il proprio successo nell’era dell’io sa tanto di bestemmia. E ci perdoneranno gli altri se quello che più abbiamo sentito vicino è il grazie ad Astori, che ha avuto il terribile ma incredibile merito di restituirci il senso di quello che siamo e di quello che facciamo. Perché se De Rossi ci è sempre piaciuto più degli altri è stato sì per le scivolate, sì per la leadership, ma soprattutto perché la sua è una storia piena zeppa di errori. Tanto che quando li commetteva ci veniva quasi da allontanarci, da cercatori perenni di perfezione. Che però poi basta così poco per capire che è ricerca vana e che tra te che sei in campo e me che sono a tifare non c’è tutta questa separazione. Ed è anche per questo che tra le pagine chiare e le pagine scure hai sempre ricordato – dopo i 7-1 così come dopo le grandi vittorie - che se soffiamo insieme il vento tornerà quello di sempre.

Proveremo ad amarti da lontano ed è la promessa più grande che si possa fare visto il nostro problema con le relazioni a distanza, ancor di più se oltreoceano. Gli argentini si innamoreranno della garra, gli americani della tua leadership e competitività. Ma quel “nessun mai vi amerà più di me” lo teniamo stretto e magari guarderemo anche il tuo tabellino al mattino appena svegli. Perché sappiamo che quella parola alla fine del tuo messaggio ha un valore più grande delle sole undici lettere, e lì ci aggrapperemo quando ne avremo bisogno. Arrivederci. A rivederci.