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De rossi forever, “quello di cui ho bisogno è qui “

(Ansa) – Un matrimonio d’amore, e di soldi. Daniele De Rossi sposa la Roma per i prossimi cinque anni, senza clausola rescissoria, apprestandosi così a ripercorrere le orme di Francesco Totti.

Redazione

(Ansa) - Un matrimonio d'amore, e di soldi. Daniele De Rossi sposa la Roma per i prossimi cinque anni, senza clausola rescissoria, apprestandosi così a ripercorrere le orme di Francesco Totti.

Nelle tasche del centrocampista finiranno 10 milioni di euro lordi (circa 5,5 netti) fino al 2017, oltre a bonus legati a successi e presenze. «Mi sono reso conto che quello di cui ho bisogno sta qui, ho bisogno della Roma per giocare a pallone in una certa maniera - le parole di 'Capitan Futurò -. Ho pensato a tante altre soluzioni, ma ho sempre saputo che avrei fatto questa scelta. Questa è casa mia». Una vera e propria 'dichiarazione di dipendenza nei confronti dei colori giallorossi e di quell'american dream che si sta coltivando dalle parti di Trigoria dall'estate scorsa. L'obiettivo di De Rossi, infatti, e anche quello della nuova proprietà statunitense è quello di vincere. «È una scelta di cuore, ma anche di testa - ha confessato il centrocampista di Ostia -: non resto qui per fare il turista o perchè voglio stare a casa. C'è una componente affettiva, ma credo molto in questo progetto. Mi aspetto molto da questa società». «Garanzie sul progetto? La Roma ha le idee chiare, ho parlato anche con i presidenti quando sono venuti dall'America» ha spiegato De Rossi, ammettendo con un sorriso di non aver ancora capito bene chi sia il presidente tra DiBenedetto e Pallotta. Su quest'ultimo, però, nessun dubbio: «È una persona ambiziosa, vuol vincere, non è venuto a perdere tempo». Tempo che nemmeno De Rossi ha voglia di sprecare. «Non ho 20 anni di carriera davanti per attendere uno scudetto - ha sottolineato -, voglio che questa resti l'unica stagione in cui partiamo 'in seconda lineà. Quest'anno non era immaginabile poter vincere e competere con le più forti, ma nei prossimi cinque anni mi aspetto di poter tornare a lottare per il titolo». Nell'immediato invece il traguardo da tagliare si chiama Champions League: «L'obiettivo credo sia arrivare sopra Lazio, Inter e Udinese, squadre raggiungibili. Col terzo posto diventerebbe una stagione da incorniciare, sarebbe un risultato gradissimo, e io ci spero ancora». Decisamente soddisfatto per la firma di De Rossi anche il direttore generale, Franco Baldini, protagonista con l'agente del giocatore, Sergio Berti, di una estenuante trattativa, complicata non poco dalle faraoniche proposte pervenute da parte dei maggiori club europei. «Ho avuto modo di verificare con mano le offerte che gli sono arrivate da squadre molto più prestigiose della Roma, e da squadre più esotiche che hanno messo sul piatto cifre che non vale la pena svelare perchè non sarei creduto- ha rivelato Baldini -. E questo toglie ogni dubbio sul fatto che la sua sia stata una scelta fatta per denaro. Ha invece percepito la possibilità di arrivare a vincere pur restando a Roma». In realtà, De Rossi non ha avuto problemi nè a sottolineare l'importanza dei soldi per la felice conclusione della trattativa nè a ricordare i momenti in cui ha valutato la possibilità di lasciare la Capitale. «Per arrivare al rinnovo l'ostacolo era rappresentato dal contratto a livello economico, su cui non volevo far sconti - ha precisato -. C'è stato da discutere molto perchè ho chiesto una cifra ed è rimasta quella. Si parla di tanti soldi e io ci tenevo a prenderli perchè è l'ultimo contratto importante che faccio. Non credo esistano bandiere che giocano gratis». Ma in quanto bandiera non se l'è sentita di sottoscrivere un accordo con la presenza di una clausola rescissoria: «È stato un giusto e lecito tentativo della società, ma alla fine avrebbe stonato parecchio con la mia storia a Roma e col rapporto che ho con la sua gente». Rapporto che si sarebbe potuto anche interrompere. «Ho pensato ad altre soluzioni perchè c'è stato un momento in cui sentivo che l'amore dei tifosi nei miei confronti era leggermente scemato - ha ricordato De Rossi -. Mi hanno cercato tante squadre, italiane e estere, alcune molto potenti dal punto di vista del fascino e del blasone, altre che ti levano il sonno con offerte folli. E i loro progetti mi convincevano eccome, ma l'importante è che mi ha convinto molto il progetto della Roma, è quando c'è in ballo la Roma è tutta un'altra storia». Merito anche dell'allenatore e del capitano: «Luis Enrique è stato fondamentale. Ha riacceso quella fiamma di cui hanno bisogno tutti i calciatori. È il migliore con cui sono mai stato. Totti non mi ha mai pressato, è stata fondamentale la sua immagine di uomo felice qui a Roma. Ci metterei la firma per fare il suo percorso, ma lui ha uno scudetto in più che a me manca ed è questa la vera spinta per la mia carriera. Ho una grossa voglia di mettere qualcosa in bacheca». (ANSA)