Daniele De Rossi torna a parlare, stavolta a margine del Gran Galà dei Gazzetta Sports Awards, dove sarà premiato come 'Leggenda dello sport'. "Questi premi alla carriera ti fanno sentire un po' vecchio, però lo apprezzo e sono venuto a ritirarlo con piacere. Le leggende dello sport sono altre", ha detto l'ex capitano della Roma. De Rossi ha detto la sua anche sul momento dei giallorossi: "Non è facile né corretto giudicare da fuori. Non mi sono mai piaciuti gli ex che commentano sempre dopo le sconfitte. Mi tengo le mie idee. Forse la Roma ha bisogno di un filotto di vittorie che possa portare non entusiasmo, ma convinzione". Su Mourinho:"Il tifoso non deve aspettarsi nulla. Allo stadio ci vado poco perché sono introverso e non passerei inosservato. Mi attendo un processo lungo qualche anno, che riporterà la Roma in alto, grazie alle persone giuste.Mi sarebbe piaciuto essere allenato da Mou, così come da Guardiola, Simeone, Klopp e Ancelotti, che sono tutti allenatori con cui qualsiasi giocatore vorrebbe passare del tempo, per rubare un pizzico di carisma. Per vincere servono persone che conoscono la parola vincere. Di sicuro non è la persona sbagliata".
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De Rossi: “Sogno la panchina della Roma. Io e Totti abbiamo due futuri diversi”
L'ex capitano della Roma: "Io e Francesco stiamo facendo due percorsi diversi. Mourinho? Mi aspetto un processo lungo anni"
I tifosi sognano un ritorno suo e di Totti:"Stiamo facendo due percorsi diversi, con due obiettivi diversi e abbiamo due futuri diversi. Il nostro passato è legato a questa squadra, l'altro giorno c'era Francesco allo stadio e tutto s'è bloccato per cinque minuti. Non passiamo inosservati, non saremo dimenticati per parecchio tempo. Se i tifosi della Roma fanno bene a sognare me allenatore un giorno?Assolutamente, sognare non costa nulla. C’è un percorso per tutti da fare, che può durare mesi o anni, ma sogno anche io un giorno di arrivarci su quella panchina. Ora non ho neanche cominciato. Mio papà è un punto di riferimento importante”.
De Rossi tra la Nazionale, il futuro e la Roma: "Mi fa sempre battere il cuore. Mourinho ha già vinto"
Poi sull'Italia e qualche inciampo post Europei: "Dopo aver raggiunto un traguardo del genere, un attimo di sbandamento può essere fisiologico. Siamo arrivati a un centimetro dalla qualificazione e siamo in corsa insieme alle altre Nazionali che giocheranno i playoff. Non c'è problema, ce la giocheremo. Non si dice mai se passeremo o no, ma sicuramente abbiamo le capacità di affrontare al massimo quelle due partite. Resettare? Dobbiamo ricordarci che 4 mesi fa eravamo la squadra più forte d'Europa. Più che reset conviene fare un rewind e cercare ricordi positivi". Infine la lotta scudetto: "Non so chi è favorito, sono tutte vicine. Una settimana fa avremmo detto Napoli, poi Milan ora Inter. Alla fine potrebbe spuntarla l'Atalanta, che da anni e continua. Non è facile, hanno a disposizione una squadra fortissima, anche se è costata molto meno rispetto ad altre, e ormai non sorprende più".
De Rossi ha poi parlato delle emozioni degli ultimi mesi, tra Europeo e spareggi: "Questo è il calcio, o sei il Barcellona di Guardiola che le vince tutte per tanti anni consecutive oppure fai come le altre squadre. Credo che sia fisiologico incappare anche in momenti meno felici subito dopo grandi trionfi". E il ritorno in panchina? "Credo che almeno fino a giugno non ci saranno grossissime novità perché non sono ancora abilitato al 100%, però magari nel frattempo farò qualcosa, non starò fermissimo". Spazio ancora ai suoi colori: "Mi fa battere il cuore la Roma, come sempre e quest'anno Mourinho ha dato una bella iniezione di entusiasmo. Lo vediamo anche adesso che le cose non sono tutte rose e fiori eppure la gente, la Curva ed i tifosi sono sempre lì con lui e questo è come una vittoria".
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