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De Rossi e il modello Girona: ecco le idee che possono sbloccare Dovbyk

De Rossi e il modello Girona: ecco le idee che possono sbloccare Dovbyk - immagine 1
Nelle prime tre gare di campionato, il Pichichi della scorsa Liga ha faticato molto proprio a causa della difficoltà dei giallorossi nel costruire palla a terra e alla mancanza quasi totale di rifornimenti. Ma ora c'è bisogno di cambiare
Redazione

Per problemi di tempistica e di programmazione, le prime tre partite della Roma sono state quasi disastrose. I giallorossi hanno portato a casa 2 punti in 3 gare, dando segni di vita solamente nell'ultima contro la Juventus. Novanta minuti che erano stati giustamente pensati di "contenimento". Una filosofia di gioco e un modulo molto più simili a quelli Mourinhiani rispetto al solito De Rossi, che infatti hanno costretto l'attaccante ucraino ad una partita di lotta senza sosta contro i centrali bianconeri. Nelle prime tre gare di campionato il Pichichi della scorsa Liga ha faticato molto proprio a causa della difficoltà dei giallorossi di costruire palla a terra e alla mancanza quasi totale di rifornimenti. Ma ora c'è bisogno di cambiare.

De Rossi e il modello di Michel Sanchez

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Dopo mesi di discussioni e cambi di programma, De Rossi ha finalmente una squadra completa e che combacia con le sue idee - cosa che finora non era mai accaduta. Dello scorso anno ricordiamo bene la partita dominata contro il Brighton di De Zerbi, ma anche lì, ad esempio, Dybala era stato schierato da esterno destro. Ruolo che non gli si addice molto, soprattutto sotto la guida di DDR che predilige giocatori di gamba e forti nell'1 contro 1 (come Soulé d'altronde). La "formazione accademica" del tecnico giallorosso parte sostanzialmente dal 'guardiolismo' (non a caso Dovbyk, voluto fortemente da De Rossi, somiglia molto per corporatura e caratteristiche ad Haaland), ma le idee che possono veramente sbloccare l'ucraino vanno probabilmente ricercate nel modo di intendere il calcio di Michel Sanchez - allenatore del Girona dei miracoli. Un classico 4-3-3 che in realtà nasconde molte sorprese. Un modo di fare calcio sempre più vicino a quello "liquido" del Leverkusen di Xabi Alonso, dove i ruoli fissi si stanno lentamente sgretolando.

Cosa può imparare DDR dal Girona di Dovbyk

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Sulla carta si trattava di un semplice 4-3-3, ma nel corso della partita cambiava continuamente fino a diventare un bizzarro 3-1-3-3. Gutierrez, partendo da terzino sinistro, si sganciava spesso per andare a formare una linea a 3 più avanzata con i centrocampisti, mentre Aleix Garcia scendeva per dare una mano in impostazione.

De Rossi e il modello Girona: ecco le idee che possono sbloccare Dovbyk- immagine 2

Idee che possono essere facilmente replicate dalla Roma di De Rossi, con Angeliño che giocherebbe da terzino arretrato solamente in fase di non possesso e Paredes (o Le Fée) che farebbe da playmaker basso sulla verticale di Svilar in impostazione. La filosofia di Michel, inoltre, prevede un possesso continuo alla ricerca degli spazi e quello che in inglese si chiama "field tilt", ovvero un sovraccarico di giocatori su un lato del campo, utile per raggiungere la superiorità numerica e uscire bene dal pressing. Atteggiamento che spesso porta ad uno squilibrio negli avversari, sfruttato sapientemente con dei cambi di gioco repentini (il fatto che Hermoso sia stato il migliore in Liga per cambi di gioco - 1.65 ogni 90 minuti - non può essere una casualità). Allo stesso modo, DDR sottolinea spesso la necessità di cercare e mantenere l'ampiezza con gli esterni per favorire le incursioni delle mezzali e lasciare più libertà a Dovbyk. Anche contro la Juve abbiamo visto la Roma far girare palla rapidamente per poi cambiare lato e lasciare Soulé in 1 contro 1, situazione in cui è davvero letale (simile a ciò che faceva il Girona per Sàvio). Il Pichichi ucraino ha bisogno di essere cercato con regolarità e gli inserimenti dei centrocampisti saranno fondamentali per creargli lo spazio necessario.

Il nuovo modulo della Roma

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Gli arrivi di Hummels ed Hermoso offrono a De Rossi delle possibilità davvero molto interessanti, che gli permetteranno di schierare la Roma esattamente come vuole: un 3-4-2-1 con molto movimento. Tutto ciò senza nemmeno lasciare in panchina Paulo Dybala, a meno di situazioni che richiederanno più copertura, dove DDR opterà verosimilmente per un centrocampo più fisico. Quindi chi rimarrà fuori? Già con il Genoa potremmo vedere la difesa a 3, con Ndicka al centro, Hermoso a sinistra e Mancini a destra, ma nei prossimi mesi sarà probabilmente il kaiser ex Dortmund a guidare la truppa difensiva. Saelemaekers offrirà copertura sul lato di Angeliño (come già fatto contro Conceição) mentre Mancini schierato da simil terzino destro permetterà a Soulé di rimanere più alto e ridurre il numero delle sue rincorse in difesa. La rosa giallorossa ha tutto per essere una grande squadra, adesso sta a De Rossi dirigere l'orchestra e dimostrare di essere già un allenatore di alto livello.

Federico Liuti