Daniele De Rossi è ufficialmente il nuovo allenatore della Spal. L'ex capitano giallorosso ha parlato quest'oggi in conferenza stampa per presentare ai giornalisti presenti il nuovo progetto della formazione di Ferrara.: "Voglio ringraziare direttore e presidente per quello che hanno detto di me. Ero un po' spaventato e preoccupato perché nonostante sia stato nel mondo del calcio per 30 anni, entrare in uno spogliatoio in una nuova veste mi ha dato dei pensieri perché è un nuovo ruolo e una nuova vita. Ringrazio Tacopina, tutto quello che ha detto è vero. Mi ha parlato di lavorare insieme come presidente e allenatore quando ancora giocavo. Ha sempre avuto questo desiderio, ha sempre avuto fiducia in me e lo ringrazio. Tra noi c'è stima, amicizia e gratitudine. Lo considero un sognatore ma anche un vincente. I numeri parlano per lui, è l'unico ad aver fatto 3 promozioni consecutive. C'è grande stima nei miei confronti, non faccio il finto umile. Tanta gente parla di me come un futuro buon allenatore però poi tanti hanno avuto dubbi sull'affidarmi una squadra. Solo loro hanno avuto il coraggio e la follia di chiamarmi. Sono felicissimo di essere qui".
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De Rossi: “Ringrazio i romanisti, l’amore è reciproco. La Spal sarà testa e cuore”
Le emozioni dei primi allenamenti? "Paura forse era il termine sbagliato. È stato come passare dalle medie al liceo quando cambi struttura e compagni. Ti chiedi se sarai in grado e le domande sono necessarie. Non ho paura, sono focalizzato sul primo incontro che è vicino. Mi sento pronto e forte perché mi presento qui con la mia famiglia aggiuntiva. Uno staff che si è creato negli ultimi mesi e che si sta amalgamando non potrei essere più felice delle persone che lavorano con me e delle persone che abbiamo trovato qui alla Spal. Ci tengo a ringraziare Maltese permettendo di far lavorare con me Giacomazzi che aveva un contratto con la nazionale. Sabato c'è la prima partita, la stiamo preparando. Stiamo cercando di non dire tante cose ai giocatori, il nostro lavoro è un'ora in campo e 6 o7 ore al giorno tra di noi a pensare a cosa dirgli. È complicato fare l'allenatore, l'ho sempre saputo perché mio padre lo ha fatto per una vita. Non mi mette paura".
Sulla Spal. "Non credevo avesse questo calore. Negli ultimi tempi ho guardato un po’ di Serie B, anche al di là della Spal. Notavo stadi vuoti, poco caldi. Ce n’erano due-tre però pieni, tra cui il Mazza".
Il modulo? “Ci stiamo pensando, poi dobbiamo analizzare partita dopo partita. Sappiamo benissimo qual è il lavoro che dobbiamo fare, Venturato ha fatto un bel lavoro e ha fatto molto bene con il Cittadella per tanti anni. Sicuramente cambieremo qualcosina, ci teniamo qualche piccolo segreto in tasca. Nulla di clamoroso, ma aspettiamo”.
Quali sono i tuoi tre concetti chiave?Quali hai messo subito chiari alla squadra? "Ci sono tante cose un calciatore deve fare. La serietà e l'intensità nell'allenamento è imprescindibile. Intensità, serietà e coraggio sono le basi, non chiudo l'occhio due volte in allenamento. Colgo l'occasione per ringraziare i ragazzi che in questi giorni andavano fortissimo. Serve rispetto per il nostro lavoro che ci dà gioia, fama, ricchezza, spensieratezza. Serve coraggio quando si è senza palla, quando si è con la palla, quando si deve aiutare il compagno in difficoltà, penso sia importante un po’ in tutti i campi”.
Hai visto lo stadio? “Sono venuto qui una volta con la Roma, ma sono rimasto in panchina perché avevamo un derby o una gara di Champions dopo. Negli ultimi tempi ho guardato spesso la Serie B, al di là della Spal ho sempre visto la Serie B e notavo alcuni stadi caldi come quello di Ferrara. Giocare per una città che non ci dorme la notte è importante, è un po’ quello che mi è successo da calciatore. Ho sempre dato la mia disponibilità ad andare, mi interessava un progetto serio e gente seria alle spalle. Un Centro Sportivo così ti fa venir voglia di stare 6-7 ore a lavorare, tante squadre di Serie A non sono a questo livello”.
Cosa fare per i tanti gol subiti? "Non è colpa di un singolo giocatore, ma del lavoro del reparto. Se difendiamo tutti insieme possiamo fare meglio. Dobbiamo leggere meglio alcune giocate, dobbiamo tirare fuori qualcosa di originale e fruttuoso".
Ti vedi con uno schema fisso? “Per me è fondamentale in base al materiale che hai a disposizione, sarà fondamentale nella mia carriera essere entrato in corsa, penso che mi aiuterà tanto. Non amo gli allenatori che hanno determinati giocatori per giocare in uno schema, un allenatore bravo deve far viaggiare i giocatori come i cavalli”.
Panchina con tuta o giacca o cravatta? “Giacca e cravatta mai. Sicuro con le scarpe da ginnastica perché ho giocato troppo tempo con gli scarpini. Comunque vorrei essere abbastanza comodo”.
Cosa promette ai tifosi? “Prometto di non fare promesse che non ho la certezza di mantenere. Prometto che la mia squadra sarà testa e cuore, dobbiamo dare il 100% in ogni partita e ogni giorno. Se i tifosi sono così innamorati della Spal, ci daranno una motivazione in più. In carriera ho incontrato tante squadre organizzate, troveremo uno stadio che ci spingerà”.
Esposito si ispira a te. "Ho una malattia professionale per i mediani così, lo avrei voluto come primo giocatore in qualunque club fossi andato, ma tutti partono alla pari e molti che non conoscevo mi hanno sorpreso".
Che impatto ha avuto con Ferrara? "Molto buono, ho sempre sentito parlare di quanto fosse civile questa città. Ho fatto due passi al centro e ho passato il 90% del tempo a guardare i video del Cittadella. Le prime sensazioni sono che potrei stare molto bene. Il centro storico è fantastico, mi chiedono di farmi le foto".
Ti sono arrivati dei messaggi? "Ho tipo 400-500 messaggi che non ho letto. Ringrazio tutti le persone che hanno speso 30 secondi per ringraziarmi. Tanti messaggi inimmaginabili mi hanno fatto i complimenti, non ne posso citare uno solo perché sarebbe scorretto verso gli altri. Ho ricevuto tanto affetto, poi una piccola parentesi per i tifosi romanisti che mi hanno seguito tutta la vita e non smettono mai di mostrarmi amore, sanno che è reciproco".
Esposito si ispira a te. "Ho una malattia professionale per i mediani così, lo avrei voluto come primo giocatore in qualunque club fossi andato, ma tutti partono alla pari e molti che non conoscevo mi hanno sorpreso".
Roberto Mancini ti ha scritto? "Aveva il sogno che andassi a un'altra squadra, mi ha fatto un grande in bocca al lupo. Posso dire che siamo amici, mi ha insegnato tantissimo. La Spal porta tanta gente allo stadio, dobbiamo avere gente che lotta".
Sei stato accostato a 15 squadre. "In realtà le proposte concrete erano 3-4, ma ho ringraziato tutti. Gli altri nomi che sono usciti non sono veri, è molto semplice. Ho fatto dei colloqui, capisci se sei andato bene o meno bene, sembrava sempre che fosse fatta poi erano restii perché non avevo mai allenato. Ringrazio la Spal per il coraggio e la lungimiranza".
Hai già pensato al possibile incrocio con la Roma in Coppa Italia? "Lo so perché mi hanno tartassato di messaggi, ma sinceramente non ci penso perché ci sono altre partite prima".
Come ti descriveresti? Dicono che sei un saggio. "Non mi considero un genio, ma nemmeno uno stupido. Sono un combattente, sono stato un calciatore grintoso e se riuscissi a trasmettere ai giocatori la fase combattiva e battagliera sarei contento".
Giuseppe Rossi potrebbe tornare? "L'ho conosciuto in Nazionale, umanamente lo riabbraccerei con grande gioia. Sono appena arrivato e tutto voglio fare tranne che parlare di mercato, ha avuto tanti infortuni ed era veramente forte prima di tutti questi stop. È un ragazzo che sa farsi volere bene".
Tanti campioni del Mondo ora allenano in Serie B. "Dobbiamo ringraziare Lippi che ci ha trasmesso questo amore. A livello di immagine, avere un campione del Mondo in B arricchisce l'immagine, è tutto bello però dobbiamo offrire qualcosa di concreto perché sarà facilissimo vedere quanto la gente si dimentica in fretta quello che hai fatto. Non dobbiamo pensare al passato come calciatore, non sarebbe buono per nessuno".
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