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De Rossi: “Il saluto alla Curva era dovuto, ma avrei voluto avere un altro umore”

De Rossi: “Il saluto alla Curva era dovuto, ma avrei voluto avere un altro umore” - immagine 1
Le parole del tecnico dei rossoblu: "Mi dispiace esserci andato col volto scuro, ma mi conoscono e sanno che questo sono e non potevo andare lì a saltellare. Koné e Soulé? Mi prendo i meriti fino ad un certo punto"
Redazione

Vince e convince la Roma che spazza via il Genoa di De Rossi per 3-1 e conquista 3 punti preziosi. Serata amare, ma speciale per il grande ex DDR che torna a casa con 0 punti ma con tutto l'affetto dei tifosi giallorossi. Al termine del match, il tecnico del Grifone ha parlato della gara dell'Olimpico. Ecco le sue parole.

DE ROSSI A SKY

Ci racconta cosa ha provato andando sotto la Curva Sud a fine partita? "Ho riassaporato vecchi sapori, vecchie emozioni. Sarei voluto andarci con un altro umore, meno arrabbiato. Era dovuto, lo avevo detto prima della partita. Il risultato non sarebbe importato rispetto a quello che avrei fatto a fine partita, li avrei salutati. Non sono riuscito a salutarli bene l'ultima volta, dovevo andare lì sotto. Quella Curva è piena da quasi 100 anni, si è svuotata una volta sola per protesta quando sono stato mandato via io. Glielo dovevo, mi hanno sempre trattato in maniera incredibile e rimarranno sempre nel mio cuore. Mi dispiace esserci andato col volto scuro, ma mi conoscono e sanno che questo sono e non potevo andare lì a saltellare: sono abbastanza dispiaciuto per il risultato".

Tutti i giocatori della Roma, e anche del Genoa, sono rimasti lì, a guardare e applaudire."Li ho visti, ho salutato Hermoso che prima non avevo salutato. I ragazzi della Roma sono stati fantastici, anche per loro è stato uno shock quando me ne sono andato. C'è sempre affetto, mi lega affetto ai miei giocatori che siano della Spal, del Genoa o della Roma. Ho un gran rapporto e un grande amore per i giocatori della Roma, non solo per i tifosi. Sono stati 8-9 mesi molto belli, molto emozionanti. Li ho rivisti in grande forma, un po' troppo anche. Sono stati superiori a noi oggi, ma apprezzo che siano rimasti a salutarmi. Non c'era bisogno perché so quello che è il nostro rapporto, il mio legame con alcuni di loro, quanto hanno significato per me e quanto abbia significato io per alcuni di loro".

Sono arrivati tre risultati negativi contro grandi squadre: forse per il Genoa non è ancora naturale affrontare come lei vorrebbe le big?"I giocatori approcciano come approccia l'allenatore. Se mi sono preso i complimenti per come l'approccio contro Atalanta e Inter vuol dire che ho fatto qualcosa in meno anche io stavolta. Oggi non mi è piaciuta. Non sono i risultati che ci fanno oscillare. I giocatori hanno commesso errori contro Atalanta e Inter, ma non me ne fregava niente e mi sono complimentato. Oggi era un modo diverso di commettere errori, un po' più di leggerezze e meno aggressività: quello mi dispiace. Come ci prendiamo i complimenti quando vinciamo, così se la squadra gioca meno bene la responsabilità è mia".

Vedere come sono stati devastanti Soulé e Koné è un segnale di quanto ha lasciato alla Roma? "Mi è capitato di fare una campagna estiva di mercato e ho provato, per il bene della Roma e mio visto che pensavo potessi durare un po' di più, a portare i migliori giocatori possibili, anche in termini di età e futuribilità. Penso che siamo riusciti a fare cose buone e altre meno buone. Loro vanno forte non perché io li abbia portati qui ma perché c'è chi li allena e li allena bene. I meriti me li prendo fino a un certo punto, penso che ci sia un allenatore che sta facendo volare questa squadra al di là dei risultati. Vanno veramente forti e oggi lo hanno dimostrato".

Che cosa porterà per sempre di questa notte? "Una grandissima amarezza e la voglia di dare una gioia ai 30mila del Ferraris contro il Pisa, che è uno scontro diretto. Oggi non è stata fatta una partita disastrosa ma un po' moscia, e questa cosa non mi piace. E non è il fatto di giocare fuori casa o l'assenza dei tifosi. Bisogna migliorare tutti quanti sotto questo punto di vista: non mi porto a casa niente, punti né niente, che non sia l'affetto e un saluto a un amore della vita. Io sto al 100% dentro questo lavoro e sono già proiettato al video di domani, all'allenamento di domani e alla prossima partita del tre gennaio".

DE ROSSI A DAZN

Cosa c'è dentro oggi?"Rabbia, fastidio. Non mi è piaciuta la prestazione. Sarei andato anche con una vittoria sotto la curva a salutare i miei ex tifosi. Mi dispiace esserci andato col volto scuro"

Come è stato preparare questa partita? "La sera ho mille pensieri. Andiamo sempre con i motori al massimo. Durante la preparazione della partita non è cambiato il contesto. Ho preparato la partita come al solito, come ho fatto con l'Atalanta. Il primo tempo siamo stati leggeri e con la Roma non te lo puoi permettere. Così tanti gol, chiudono la partita immediatamente"

Quale è stato il momento più impattante della serata? "Non lo so. Sono infastidito dalla prestazione. è una settimana che mi arrivano video, frasi social. Sicuramente il saluto con i giocatori, forse, è stato il momento più impattante. La Curva mi continua a trattare da Re. Sapevo che sarebbe andata così, che avrei fatto il giretto. Per me è stata una bella serata, però non mi è piaciuto il mio lavoro".

Cosa ti ha dato più fastidio?“Mi ha infastidito la passività e la leggerezza nei duelli. Se giochiamo come nelle scorse partite, ce la giochiamo con tutti. Se giochiamo anche al 99% facciamo fatica con le squadre forti. Dovrò lavorare meglio, ma posso essere soddisfatto delle prime partite di questo percorso". 

DE ROSSI IN CONFERENZA

I primi 10 minuti siete partiti bene, poi dopo il gol il Genoa si è sciolto. "Primo tempo brutto, talmente brutto che neanche me li ricordavo i primi 10 minuti in cui eravamo partiti bene, me li ha ricordati il mio collaboratore. Gli errori si fanno, ma è come reagisci che fa la differenza. Invece siamo stati poco dentro la partita, poi siamo rientrati ma la partita era direzionata. Dopo l'Atalanta avevo perso e l'approccio mio alla conferenza era diverso, anche lì avevamo regalato delle cose ma oggi non abbiamo reagito. Nella reazione ci siamo ammosciati, contro la Roma non è permesso perché viene forte sui duelli ed è uscita la differenza tecnica. Se noi giochiamo al 100 per cento contro tutti la differenza tecnica magari la colmiamo, se giochiamo al 99 dipende. Se siamo tutti al 100 per cento, io per primo, di partite ne vinciamo tante. Se è come oggi diventa dura".

Non ha mai allenato a livello giovanile, ma il Genoa ha una delle età medie più basse e si trova ad allenare tanti giovani. Si rivede in Alberto De Rossi? "La domanda non pensavo finisse così. Mio padre mi ha tramandato tante cose, il modo di essere, quella pazienza in più che serve con i giovani. Questi sono giovani meravigliosi, ma non ridurrei a questo. I giovani forti sono allenabili, devo rivedere la partita ma la prestazione di Otoa che è 2004 mi rincuora, Ekhator è entrato bene. Non esiste l'età, magari ci parli diversamente, se lo metti fuori si può chiudere, ha l'età di mia figlia, ci perdo un po' di tempo. Ma c'è gente di 30 anni che va a 2000, giovani che non sbagliano una prestazione. Se vanno forte giocano".

Si aspetta interventi sul mercato dalla società? Si parla di Pisilli."Nulla da dire, quando aprirà vedremo. Non parlo di giocatori di altre squadre. Ma con l'atteggiamento dell'ultima partita, senza mettere dentro nessuno, mi salvo. Poi si migliorare, possono migliorare Roma e Juve figuriamoci il Genoa. Poi magari cercheremo qualcosa, ma devo pensare all'atteggiamento più che al miracolo dal mercato".

Il suo primo bilancio?"Varia. Ogni partita aggiunge qualcosa, fino a stasera ero molto soddisfatto delle prestazioni. Lopez prima della partita mi ha detto che saremmo stati ottavi con i punti che abbiamo fatto con me. Dentro lo spogliatoio con l'Atalanta gli ho detto 'se siete questi ci salviamo facile'. In un bilancio di 7 partite 5 e mezzo contano più delle altre. Ma sono segnali, campanelli, mi dà fastidio, sto male, perché la realtà è che dovevo fare meglio il mio lavoro, mi fa incazzare. Poi sì stavo dentro al mio stadio, ma lo volevo fare meglio, mi dispiace essere stato col muso, ma mi conoscono".

Sull'atteggiamento dopo delle sconfitte immeritate. Che risposte si aspetta per la prossima? "Perché devo fare una partita brutta per arrivare arrabbiati a quella dopo? Siamo quartultimi, dovremmo essere indemoniati. Mi prendo i complimenti per le partite contro Inter e Atalanta, la squadra mi somiglia ma se loro sono sotto livello è perchè lo sono stato io. I problemi non spariscono, la direzione che avevamo preso era giusta, dobbiamo riprenderla".

A parte gli errori individuali, c'è un altro modo per affrontare la Roma o le squadra di Gasperini? Ti costringono sempre a giocare come vogliono loro. "Non l'ho trovato, ma lo hanno trovato in pochi il modo per giocare contro una squadra che arriva forte sui duelli. Dovevamo cercare noi gli spazi, non ci siamo riusciti. Ci vuole equilibrio tra attacco alla profondità, dovevamo essere altrettanto aggressivi. Con l'Inter avevamo fatto sprazzi di gioco molto migliore, se non sei perfetto e ci metti sbavature giochi così, poi ti portano loro. L'Atalanta prima qualche partita la perdeva, ora che il livello delle sue squadre si è alzato è difficile. Ha gente che ha qualità davanti, preparata ai duelli. A me non sembra che la Roma sia scarsa davanti. Dovresti avere una squadra nettamente superiore, vincere ogni duello. L'Atalanta ha messo in difficoltà il Real Madrid".

Sulle spiegazioni dell'arbitro per il contatto su Ostigard."Non le ripetiamo le spiegazioni perché non farebbe una bella figura. Non era colpa sua, altri aevano uno schermo per guardare. Non abbiamo perso per quell'episodio, magari però cambiava subito il parziale. Io ho visto solo lui uscire col sangue, con l'occhio gonfio, poi l'ho rivisto e lascianpoco spazio alle interpretazioni. Il problema è le spigazioni che danno, la linea che danno. Non cambiava nulla, magari avremmo perso lo stesso. Bassta guardare le altre partite, episodi gestiti diversamente l'uno con l'altro, spiegazioni fantasiose. Sono stato il primo a essere stato contento del Var, strumento importantissimo, però se è uno strumento improtante per irci che no sbagli mai non c'è più credibilità Un cazzotto in faccia è un cazzotto in faccia, poi parlano di forza, impatto braccio lungo o coeto, sono sueprcazzole. Ci sono stati tanti episodi. Proprio parlando di calcio in generale con altri allenatori, la spiegazione è che hanno sempre ragione loro, c'è sempre un comma, un bis, per dire . La partita della Lazio è in epsodio che hanno spiegato ed era il contrario di un altro. Iop non penso che l'arbitro potesse vedere quell'episodio, ma se c'è i lVar deve esserci una linea diretta. Lo dico oggi che sono più arrabbiato per la presgtazione che per l'episodio. Ma l'episodio cambia l'inerzia".

La salvezza la costruirete a Marassi? "Diventa un problema, perché 8 partite le giochiamo fuori. Vuol dire che faremo fatica fuori e non può essere così. A Cagliari e Udine abbiamo fatto una buona partita, dobbiamo diventare autonomi e indipendenti dai tifosi. Mi dispiace per oggi, ma da quando sono arrivato abbiamo fatto cose più buone che meno buone. Ripartiamo. Poi certo, i tifosi ti spingono, è diverso, perl dobbiamo pensare al nostro lavoro da fare al meglio. Abbiamo fatto pochi punti negli scontri diretti contro le prime 10, dovremo fare punti e prestazioni sia in casa che fuori".

Cosa pensi di aver dato alla Roma?"Ho dato qualcosa di molto simile a loro. Imperfezione, perché non sono stato sempre perfetto in carriera, amore, impegno, ho detto poche bugie, se l'ho fatto era per proteggere i compagni e lo spofaligaio. Su di me sono stato sempre diretto, penso abbiano visto questo. Qualcosa c'è dietro, sono 100 anni che esiste la curva, si è svuotata solo una volta, per il mio addio anticipato. C'è qualcosa di grande e lo sento, non c'è bisogno di fare il giro di campo, lo sento dentro di me, ne vado orgoglioso e fiero. La domanda dovrebbe essere girata ai tifosi. A parte che ero un buon giocatore, abbiamo vinto tante partite, siamo stati 9 anni secondi in classifica e abbiamo visto dopo quanto è difficile. Abbiamo vinto pochissimo, spero si possa tornare a quel livello. C'è una società che può farlo, un po' come ia il Napoli. Io ogni volta mi svegliavo e avevo tutto quello che serviva per essere felice. Poi un sacco di derby persi, un sacco di imperfezioni, c'è tutto in una carriera. Ovviamente. Mi rode il culo a essere così nervoso, per raccontare questo grande amore, vorrei essere più allegro ma sono abbastanza avvelenato".

Come sentimenti è stato più questo o Roma-Parma dell'addio?"Sono due cose diverse. Questa è la prima di una lunga serie di volte in cui tornerò qui. Si è parlato molto di questo ritorno, ho vissuto una partita come le altre. Ci sono stati momenti che mi hanno toccato in settimana, un paio di frasi, di messaggi, qualcosa sfuggito sui social. Ho letto uno che ha scritto 'ci ricorderemo sempre di quella volta che ti guarderemo e non potrai proteggerci'. Mi ha fatto fermare 5 minuti e lo ha detto un tifoso normale. Ho visto persone a cui voglio bene, sugli spalti ma anche qui in sala stampa, i magazzinieri, tanta gente che mi ha visto vivere la mia vita qui dentro. Spero che le prossime volte se ne parlerà meno e spero anche che - non vi arrabbiate - il risultato sarà diverso".