La faccia di Max Allegri è tornata sulle bacheche social. Quelle dei tifosi juventini delusi dagli ultimi due pareggi ma soprattutto quelle della Roma. Perché il processo è ufficialmente iniziato e vede Daniele De Rossi tra gli imputati principali. In tanti chiedono già di cambiare per non vedere naufragare l’ennesima stagione. “Troppo inesperto, non può farsi le ossa qua”, il commento più inflazionato sui social dove fioccano centinaia di richieste di esonero. Un qualcosa di impensabile fino a 3-4 mesi fa. C’è chi, giustamente, gli dà l’attenuante di una mancata protezione a livello mediatico da parte dalla società col rischio - come ha detto Totti - che DDR diventi un parafulmine. Ma i risultati non dipendono da quello. E i numeri d’altronde legano spesso il destino degli allenatori alle panchine, anche se sono bandiere indiscusse e persone capaci. Niente guanti di velluto quindi. La Roma ha vinto solo una delle ultime 12 partite ufficiali a disposizione tra campionato e coppe. Zero in questo campionato che vedeva un inizio soft se escludiamo la trasferta di Torino. Un crollo inaspettato dopo la reazione post esonero di Mourinho che sembrava aver aperto una nuova era. E invece questa Roma ha fatto peggio di quella dello Special One. La media con De Rossi in panchina nelle prime 4 giornate riporta indietro nel tempo e non fa sperare bene per il futuro anche se ora arrivano altri due impegni facili (sulla carta) in casa.
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De Rossi a processo: dai cambi alla preparazione estiva. E c’è chi già invoca Allegri
Scelte tecniche e preparazione al centro del dibattito
—Ma i dubbi nascono anche e soprattutto dalle scelte di Daniele. A Cagliari la mossa Zalewski per Dybala ha inficiato parecchio sull’andamento del match che poteva essere sbloccato proprio dalla magia della Joya per la testa di Dovbyk. C’era il mercato aperto e l’Arabia sullo sfondo, ma parlare di “scelta tecnica” ha creato la prima incrinatura con la tifoseria. Con l’Empoli la Roma è naufragata mostrando palesi problemi di equilibrio difensivo. Quello ritrovato a Torino dove però a pagare è stato il valore offensivo, offuscato ancora una volta dall’assenza di Dybala. Ieri la Joya c’era ma è uscita al 60’. Un cambio che ha dato coraggio al Genoa al pari di quelli di Pellegrini ed Hermoso o della scelta di non mettere Soulé a gara in corso. Letture non ideali dopo scelte iniziali apprezzabili. Ma è proprio lì che il coltello dei tifosi scava nella piaga. Il paragone con Mourinho si fa sentire. La Roma sapeva recuperare partite e situazioni anche scomode, oggi avviene il contrario. Forse anche per un problema di preparazione estiva, e qui torna anche la critica sulla scelta di allenarsi ai 40 gradi di Roma e non tra le fresche montagne del Nord Italia come hanno fatto Napoli o Atalanta. Altro tema è la sterilità offensiva. La Roma ha segnato solo 2 gol in 4 partite, come non accadeva dalla stagione 1991-1992, quando in serie A si segnava molto meno di adesso. L’alibi degli acquisti arrivati all’ultimo regge, ma fino a un certo punto. Perché proprio Juve, Atalanta e Napoli hanno aspettato fine agosto per prendere gli elementi più importanti. Eppure sono lì in cima. La Roma, ovviamente, partiva da una base più povera ma nessuno si aspettava di vederla a tre punti e con tanti dubbi ancora da sciogliere. De Rossi avrà modo di farlo, ma la pressione aumenta. Come normale che sia.
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