Danilo e l'assegno di Thomas

(di Mirko Porcari) - "Ma guarda te...altri 20 giorni...". Niente, nessuna fine della telenovela Roma...Danilo non ne poteva più, il blitz romano di Thomas DiBenedetto era stato accolto con lo stesso pathos dello sbarco sulla luna.

"Finalmente è arrivato...". Un sospiro di sollievo, il sogno americano aveva un volto e dei colori, un rosa salmone da uomo d'altri tempi: Danilo aveva chiesto un giorno di permesso al lavoro, il suo martedì era concentrato sull'incontro risolutore per il futuro della sua Roma. "Oggi non mi sento bene, ci vediamo domani". Negli occhi i flash di Fiumicino, lo sguardo stanco del nuovo messia in un momento che richiedeva il massimo degli sforzi: ventiquattro ore al cardiopalma, una maratona tra televisione e radio per carpire ogni minimo sussulto di una trattativa in dirittura d'arrivo. Sveglia di buon'ora, colazione veloce e collegamento mentale con Via Pinciana: come nella migliore tradizione, l'animo ansioso di Danilo regge fino all'ora di pranzo, quando iniziano a trapelare notizie catastrofiche sull'andamento dell'incontro. "Non sembrano esserci le garanzie per concludere" . La pugnalata, diretta e improvvisa, lo investe in pieno nel tardo pomeriggio: "No, pure stavolta no". Come in un carosello, la mente di Danilo inizia a viaggiare per conto suo, proponendo immagini fittizie di sosia mal digeriti: Fioranelli, Soros, Flick, Sawiris. Tutta gente che ha accarezzato i colori giallorossi lasciandosi dietro solo macerie. Le indiscrezioni, confortanti, accompagnano la serata al bar con gli amici: "Accordo fatto ma si firmerà tra venti giorni..." Un buon appiglio, nonostante l'ennesimo rinvio: "Ragazzi, ve lo dico io..." la faccia seria ed il tono impostato, gli amici di sempre pronti a sorreggerlo in caso di mancamento "questo è uno serio, peccato solo per l'assegno..." Niente, non riuscivano a capire: "Si, l'assegno! Questo a Unicredit ha fatto un postdatato a 20 giorni, non vi preoccupate...Di solito, così, ci pago pure io..."