00:31 min
forzaroma news as roma Dalle iniziative col Covid alla Conference nei quartieri: Pastorella racconta tutto

news as roma

Dalle iniziative col Covid alla Conference nei quartieri: Pastorella racconta tutto

Redazione
Le sue parole: "Mi sono trovato a combattere per far passare delle proposte che per me erano scontate sia da dirigente che da tifoso"

Francesco Pastorella, ex direttore del dipartimento Sustainability & Community Relations della Roma, nel podcast DoppioPasso ha parlato, oltre che dell'aspetto prettamente legato alla squadra e alla famiglia Friedkin, anche di tutte le iniziative organizzate dal club per i propri tifosi. Pastorella ha iniziato raccontando del periodo Covid: "Avevo organizzato il supporto della Roma ai tifosi in fase di Covid. Gli sponsor iniziavano a rumoreggiare perché non c'erano partite e allora presentai un progetto per far acquistare al club dei guanti, delle mascherine e del gel igienizzante da distribuire ai tifosi ma anche agli infermieri, ai medici. Abbiamo aiutato le istituzioni e la comunità. E' stato un esempio importante che ci ha portato a essere un esempio virtuoso da prendere come esempio. Prima dei Friedkin, abbiamo portato con delle apette pacchi cibo agli anziani che piangevano perché l'amore della loro vita (la Roma ndr) si era ricordato di loro. Se ci penso ho ancora i brividi". L'ex dirigente ha poi proseguito parlando dell'importanza delle iniziative in ospedale con un particolare aneddoto legato all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù: "Il calcio ha un potere che avevo il dovere di sfruttare in positivo. Guidare ed educare i ragazzi, dare conforto a loro ma anche ai genitori. La Presidente del Bambino Gesù una volta mi disse a margine di una visita che il 41% dei bambini presenti nel reparto di oncologia pediatrica che ha interrotto la terapia, se incontra un personaggio famoso, soprattutto un calciatore, riprende la terapia. E allora noi abbiamo il dovere di portare i giocatori e utilizzare questa forza per poter incoraggiare i ragazzi e modificare positivamente tutte queste situazioni". Pastorella ha poi proseguito parlando del tour itinerante della Conference League per i quartieri della Capitale: "La difficoltà era far passare certe decisioni. Portare la coppa nei quartieri per me era il minimo indispensabile. Doveva andare allo stadio per il tour di Sport e Salute, era andata al Roma Club Montecitorio e non la posso portare a Garbatella, Testaccio o Tiburtina? Non esiste. In quel caso minacciai le dimissioni. Mi venne detto che ci sarebbero stati incidenti. In tutte le società meno fai e meglio stai. Nella mia gestione però abbiamo organizzato insieme al mio team almeno 300 eventi e non c'è mai stato un problema. La coppa era dei tifosi, per chi non è potuto andare a Tirana e per chi tutti i giorni ci dà aiuto. Noi facevamo iniziative di sostenibilità e per il sociale sul territorio e la gente veniva, rispondeva presente. Erano ordinati, organizzati. I tifosi non sono delle bestie". La conclusione è invece legata agli abbonamenti e ad un episodio accaduto prima della Finale di Tirana: "Mi sono trovato a combattere per far passare delle proposte che per me erano scontate sia da dirigente che da tifoso come regalare il biglietto per la finale ai tifosi che erano andati a vedere la figuraccia di Bodo. Non volevano approvarla, sono andato su in sala e ho fatto un casino. Non sto parlando della famiglia Friedkin. Quando parlo di problemi, parlo di persone che non erano di Roma avevano una mentalità prettamente commerciale. Le esigenze del tifoso per loro venivano dopo, perché regalare dei biglietti significava soldi in meno. Se faccio 50mila abbonamenti ne ho meno da vendermi a prezzo pieno quindi si fermano a 35mila. Cose che per me sono assurde".