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Dallas, the big D tra grattacieli, cowboys e texas ranger accoglie la Roma che ha sempre un’arma in più

Cornice dell'incontro tra Bonnie & Clyde, dell'assassinio di Kennedy e delle avventure di Chuck Norris, Dallas ospita una As Roma immersa nel Texas state of mind e pronta ad affrontare il Real

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(Ha collaborato: Guendalina Galdi) DALLAS - La Roma fa tris in America. Dopo Boston e Denver ora è il turno di Dallas. Sarà questa la cornice in cui i giallorossi sfideranno il Real Madrid di Carlo Ancelotti per il secondo atto della Guinness International Champions Cup.

Il palcoscenico sarà quello del Cotton Bowl, impianto la cui data di realizzazione risale al 1930. Nel corso della sua lunga storia è stato teatro di innumerevoli sfide di football, baseball ma anche di calcio. Nel 1994, tra giugno e luglio, ha visto sfidarsi le Nazionali di tutto il mondo che si contendevano il campionato Mondiale: quattro gare della fase a gironi, un sedicesimo ed un quarto di finale. Ma non solo sport; il Cotton Bowl si è riempito anche grazie ad Elvis. L'11 ottobre 1956 un 21enne Elvis Presley ha riempito lo stadio come mai avvenuto in tutto il Texas. Si sono poi esibiti anche gli Aerosmith, i Deep Purple, gli Eagles, Santana e molti altri artisti della canzone. Stadio mastodontico, ha una capacità di oltre 92 mila posti al suo interno. Un grande stadio per una grande città.

Dallas è la terza città per estensione del Texas, la cui capitale è Austin, ed è la nona città più grande di tutti gli Stati Uniti. Non a caso è chiamata 'the big D'. 'Sua altezza Dallas' inoltre è la 15esima città più alta del mondo; vanta infatti un gran numero di grattacieli, molti dei quali superano i 200 metri di altezza. Naso all'insù per chi la visita ma piedi per terra quando si parla di un altro record del Texas: è lo stato in cui circolano il maggior numero di armi. Sarà la Roma però a sfoderare le armi migliori: tra i colpi di classe, le discese veloci, dribbling, rabone l'arsenale giallorosso è ben fornito e pronto ad essere liberato contro le merengues.

Tra presente e avvenimenti del passato si snoda la storia di Dallas, incorporata agli Stati Uniti d'America dal 1856. Nel novembre del 1963 si consumò l'avvenimento che sconvolse maggiormente l'intera America: l'assassinio di Kennedy. Proprio a causa di questo Dallas è diventata tristemente famosa in tutto il mondo da allora. Ma in 51 anni dall'accaduto la città è molto cambiata e nonostante i fatti di Dealey Plaza non potranno mai essere dimenticati, Dallas è "un posto tipicamente americano, che è in parte Dallas Cowboys, in parte il Texas degli eccessi e in parte un melting pot urbano" come è stata definita dal New York Times. Una città multiculturale dove si parlano 70 lingue differenti e che vanta il primato come prima città ad aver eletto il primo giudice distrettuale nero ed il primo sindaco nero.

Collocata in uno stato notoriamente conservatore (ha dato i natali al repubblicano ex presidente Bush), Dallas è politicamente 'fuori dal coro'. Nel 2012 Barack Obama, che stava per diventare il presidente degli U.S.A., ha perso in Texas quasi 1,3 milioni di voti ma nella contea di Dallas ha vinto con oltre il 57 per cento. Questi dati confermano come Dallas si mantenga più democratica rispetto al resto dello stato che rappresenta una parte della più viva destra americana.

Politica ma anche buon cibo. Dallas, ed il Texas in generale, è la patria del famoso tex-mex. Il nome richiama, a ragione, il Texas ed il Mexico. I due stati, confinanti, hanno una parte di storia in comune. Lo stato fu inizialmente colonia spagnola, in seguito divenne la parte più settentrionale del Messico. Nel 1845 infine divenne parte degli Stati Uniti, ma molte consuetudini di folklore ed in tavola sono retaggio di quel passato messicano. Fuse poi con altre influenze (centro-americane, afro-americane, ispaniche ed anglosassoni) hanno dato origine a capisaldi riconosciuti in tutto il mondo come il rodeo, la figura del cowboy e del texas ranger. Fu proprio a Dallas infatti il paesaggio in cui venne girata la nota serie "Walker Texas Ranger". Chuck Norris, attraverso il piccolo schermo, ha portato la realtà texana e di Dallas in tutto il mondo. Ma anche la meno recente serie tv "Dallas" ha dato grande notorietà alla città ed alla contea di Dallas. Tanto fu il successo "Dallas" che anche Alberto Sordi ne 'Il Tassinaro' citò la soap americana che in quel periodo aveva letteralmente invaso la televisione italiana: "Noi italiani ve imponemo a voi forse una trasmissione in televisione de nome Valmontone, Portogruaro, Gallarate... perché voi ce dovete rompe li cojoni con 'sto Dallas?".

A proposito di Italia; nel cuore di Dallas c'è una testimonianza del genio italiano trapiantato negli States. Vicino al centralissimo Dallas Museum of Art si può ammirare il Nasher Sculpture Center, progettato dall'architetto italiano Renzo Piano e realizzato nel 1998, che ospita una delle più importanti collezioni di scultura contemporanea del XX secolo. Ora a farsi spazio nelle terre americane con talento e sudore sarà la Roma, con l'arte del pallone.