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Dal derby… al derby: Pellegrini da trequartista torna Magnifico. Ma ora sa fare tutto

LaPresse

Lorenzo è tornato a segnare in un big match dopo il gol di tacco nel derby del 2018 che l'ha trasformato in fantasista. Ma adesso è tra i top anche nei recuperi

Marco Prestisimone

Il gol all'Olimpico è una sensazione speciale. E anche se avrebbe preferito decisamente festeggiarlo con la Sud piena, per questa volta Lorenzo Pellegrini si sarà accontentato. Perché l'ultima volta che aveva esultato in casa in un big match era il derby del settembre 2018, quello che l'aveva consacrato a trequartista. Quest'anno aveva già segnato col sinistro sotto l'incrocio al Torino, ma per ritrovare un altro gol tra le mura amiche bisogna tornare indietro proprio al derby d'andata con l'allora allenatore della Roma Eusebio Di Francesco, visto che la "gioia" col Parma il giorno dell'addio di De Rossi gli fu poi tolta dalla Lega che decise per l'autogol di Gagliolo. Ma non è un caso che la firma ieri sia arrivata in un pomeriggio in cui ha indossato i costumi da fantasista. Le sue recite migliori sono arrivate lì, quando sul palco è stato sganciato da vincoli tattici ed è stato più libero di rischiare. Venerdì di nuovo il derby, la partita che ha segnato un prima e un dopo nella sua carriera.

Trequartista sì, ma Lorenzo ora gioca box-to-box

Non indosserà la fascia, ma sarà l'unico romano in campo (l'altro è Cataldi ma andrà solo in panchina). Un dettaglio non da poco per un derby. Con le pressioni sta imparando a conviverci, complice anche l'aiuto e i consigli dell'amico e capitano Dzeko. E con il gol di ieri Pellegrini spera di aver messo via per un po' rabbia, malumori e polemiche social. Con l'Inter è arrivato il secondo gol contro una grande, l'ultimo proprio nel derby del 29 settembre 2018. Prima solo Bologna e Torino quest'anno, Fiorentina e i due col Parma in Coppa Italia la scorsa stagione e Frosinone e ancora Parma due anni fa. Tutti arrivati giocando sulla trequarti. Adesso però vuole togliersi l'etichetta di calciatore che non riesce a incidere nei big match e l'occasione è proprio il derby che l'ha consacrato con quel gol di tacco.

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Ma guai a chiamarlo solo trequartista. Perché è vero che accanto a Veretout ha reso di meno, ma la garra non la fa mancare mai. Infatti è il terzo migliore della rosa in quanto a media di chilometri percorsi e recuperi (63esimo migliore di tutta la Serie A, tra i romanisti meglio di lui solo Ibanez e Mancini). Lotta, ma non solo: è addirittura il quinto miglior giocatore del campionato nei passaggi chiave (12, anche più di Mkhitaryan). Di assist ne sono arrivati tre, e per ora il traguardo dei 13 dello scorso anno è ancora lontano. Ma il numero di gol (3) l'ha già eguagliato. Superarlo nel derby per lui sarebbe un sogno.

La duttilità gli vale gli Europei. Ma serve il nuovo contratto

La sua duttilità è una dote che Fonseca ma anche Mancini in nazionale apprezzano. Il portoghese lo aveva immaginato da mediano con Pedro e Mkhitaryan alle spalle di Dzeko. Ma complice l'infortunio dello spagnolo e soprattutto l'esplosione di Villar, Pellegrini è tornato al centro del suo villaggio. Adesso toglierlo dalla trequarti sembra impensabile e almeno fino a quando Pedro non sarà pienamente recuperato, anche Fonseca non avrà dubbi. A partire dal derby. Con l'Italia il c.t. spesso l'ha utilizzato addirittura da esterno alto nel 4-3-3. Un posto agli Europei non è in dubbio e giocare la prima fase in casa avrà un sapore ancora più speciale.

Nella strepitosa coreografia della Sud di cui oggi ricorre l'anniversario (ed era proprio un derby) il suo volto ancora non c'era. Ma capitano e bandiera della Roma vuole diventarlo. Il contratto e la clausola - e l'ha detto lui stesso ieri - stavolta possono aspettare. Almeno fino a venerdì.