Sembrava solo un incidente di percorso, solo una sconfitta come tante. Quel giorno a Verona la Roma di Mourinho arrivava col vento in poppa e la voglia di salire ancora. E invece ecco lo stop inatteso contro una squadra che aveva appena esonerato Di Francesco per affidarsi all’ex juventino Tudor. Era il 19 settembre, e si parlava di Champions. Qualcuno addirittura di scudetto dopo le prime tre vittorie in campionato. La partita del Bentegodi è finita 3-2 per l’Hellas dopo un interminabile cambio di trama e una confusione che suonava d'allarme: dal gol di tacco di Pellegrini alla vendetta di Caprari fino al gol del laziale Faraoni e alle scuse di Abraham sotto il settore ospite. Stracolmo, come sempre. Capita, ci rialzeremo. E’ vero, ma poi le ricadute sono state tante. Di preciso otto, solo in campionato. Troppe anche per chi vuole sperare nell’Europa League. Sabato riecco il Verona, magari pure lo spunto per ripartire.
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Da Verona al Verona: era la prima crepa, ora bisogna evitare il crollo
Il primo stop della Roma di Mourinho è arrivato a settembre contro Tudor. Poi altri otto solo in campionato
Otto sconfitte e il malumore di Mou: quante cose sono cambiate
Quella che sembrava una impresa del Verona al Bentegodi è diventata consuetudine: Lazio, Venezia, Bologna. Solo per citarne alcune. Ma non solo sconfitte. Il sorriso di Mourinho sotto la Sud al 95’ di Roma-Sassuolo si è pian piano spento tra polemiche arbitrali, un mercato non all’altezza e il distacco da un gruppo che ha mollato i remi dopo appena qualche metro di regata. Mourinho ha perso appeal, non tanto con i tifosi quanto con il mondo esterno. La Roma è scivolata indietro, troppo indietro. Come un ciclo che si conclude, Mou spera nella partita vincente che metta a tacere i giusti malumori della piazza e che possa allontanare il Verona ora vicino appena 4 punti. Ma c’è preoccupazione. Gli uomini di Tudor arrivano da tre vittorie su quattro nelle ultime partite, l’unica sconfitta con la Juve. L’ultima vittoria il 4-0 all’Udinese. Prima altro poker al Sassuolo di Dionisi che ha poi è riuscito ad imporre l’ennesimo freno alla formazione capitolina nell’ultima di campionato. Oltre all’ex Caprari chi spaventa di più è sicuramente Simeone che in 23 partite ha totalizzato ben 12 gol e 4 assist. Il cognome non è simpatico all’Olimpico romanista, e Abraham cercherà di raggiungerlo sul podio dei bomber della serie A. Oggi la vera impresa sembra quella della Roma.
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