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Da Reynolds a Camara passando per Vina, Shomu e Celik: il mercatino ha fatto flop

Da Reynolds a Camara passando per Vina, Shomu e Celik: il mercatino ha fatto flop - immagine 1
I giocatori scelti da Tiago Pinto, dal terzino americano fino a Svilar, è partito in prestito o scalda la panchina

Francesco Balzani

Con tanti o zero euro, con poche o troppe idee. Il mercato, o “mercatino”, di Tiago Pinto si sta rivelando un flop (quasi) totale. Quasi tutti i giocatori scelti dal dirigente portoghese sono altrove o finiscono per scaldare la panchina. Dal gennaio 2021 ad oggi solo Dybala, Abraham,Rui Patricio e Matic hanno alzato il livello medio di una rosa rimasta corta e poco attrezzata. E tutti sono state scelte precise di Mourinho, come confermato dai diretti interessati convinti dalle telefonate o dal rapporto di amicizia con lo Special One. Ben diverso il destino di quei giocatori che Mou ha accettato pur non scegliendoli personalmente. Iniziamo da Reynolds, pagato 7,5 milioni e rivelatosi ben presto un fallimento. L’americano è stato disastroso nelle poche apparizioni concesse e ora è in prestito in Belgio con bassissime possibilità di ricavare anche metà di quella somma. Altri milioni buttati sono stati quelli per Vina e Shomurodov qualche mese dopo. L’uruguayano è costato circa 13 milioni, tre in più di quanto il Marsiglia ha speso per uno come Ounahi. L’uzbeko addirittura 17 per un totale di 30 milioni.

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La resa in campo è stata minima, forse anche meno. Entrambi sono partiti in prestito pochi giorni fa, la speranza di un riscatto è ai minimi storici considerate le possibilità economiche dello Spezia e l’alta cifra del riscatto di Vina (18 milioni). Avanziamo di un anno, e spostiamoci su Celik. L’acquisto più caro dell’estate. Il turco fin qui si è dimostrato inadeguato per una squadra che punta alla Champions. Tralasciando l’autogol con la Cremonese, fatichiamo a trovare una partita dove ha realmente convinto. Fare peggio di Karsdorp non era facile. Bocciato anche Svilar, apparso in difficoltà enorme sia col Ludogorets sia nella tournée giapponese. Soldi spesi male dicevamo. Anche quando il portafoglio era vuoto è andata male. L’emblema è Maitland-Niles, riserva delle riserve in Premier. Pochi mesi a Roma, da comparsa. Così come rischiano di esserli quelli passati da Camara, toppa messa dopo il crack Wijnaldum. Per ora è peggio del buco. Si salva dal disastro Sergio Oliveira, ma anche qui c’è lo zampino di Mourinho e dell’agente Mendes. Dubbi su un operato che raramente ha risolto i problemi e ben più spesso ne ha creati. Vedi il caso Zaniolo o i mancati rinnovi di giocatori come Mkhitaryan e (per ora) Smalling. Tutta colpa di Pinto? Probabilmente no, anche perché altre dirigenze sono composte da più figure. Ma è il caso di non ricadere nei soliti errori.