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Da Paratici a Milik, dallo stadio all’aumento di capitale: la seconda stagione dei Friedkin è alle porte

LaPresse

Il mercato è appena finito ma i nuovi proprietari sono già al lavoro per mettere insieme i pezzi in vista del 2021

Francesco Balzani

Un cast che non convince, una produzione lasciata a metà con tanti debiti e un pubblico che ha apprezzato la puntata pilota (conclusa col ritorno di Smalling e l’addio a Baldissoni) sperando però in qualcosa di più nel futuro. La prima stagione della serie “I Friedkin giallorossi” è iniziata con un oceano di difficoltà più o meno previste e prevedibili tanto da sembrare più l’epilogo triste e senza lieto fine della gestione Pallotta. In cantiere, però, si sta preparando la seconda stagione che andrà in onda già a gennaio 2021 e potrebbe regalare qualche gioia in più ai tifosi. Ecco il casting.

Tagli e nuove nomine: Paratici o Rangnick?

E’ innegabile che ci siano state difficoltà sul mercato legate all’assenza di un vero direttore sportivo. L’addio burrascoso di Petrachi ha lasciato l’ufficio di Trigoria vuoto e Friedkin ha preferito aspettare piuttosto che affidarlo a una persona che non convinceva. A 3 mesi dal mercato di gennaio, però, quella poltrona è la prima a dover essere occupata. Detto che a Trigoria verranno effettuati tagli dei costi, che riguarderanno un po’ tutti i settori, c’è da dire che una eccezione verrà fatta per un paio di figure. La prima, appunto, è quella del ds. Al momento il nome più inflazionato è quello di Fabio Paratici che il 15 ottobre potrebbe ottenere il via libera dalla Juventus scottata da alcuni casi del recente passato come l’ingaggio di Sarri e la gestione del caso Suarez. Il dirigente juventino si è detto interessato e ha l’endorsement di Guido Fienga, ma se la Juve dovesse confermarlo resterebbe a Torino senza dubbio. In caso di addio in bianconero, quindi, però si troverebbe in pole al fianco di Rangnick. Friedkin è rimasto affascinato dal tedesco durante un incontro dal vivo e il suo profilo si sposerebbe con la politica dei giovani. Però c’è il pericolo di una ingerenza di ruoli col tecnico. Per Campos in uscita dal Lille, invece, il problema sarebbe la distanza visto che non intende vivere lontano da Montecarlo. Metterebbe tutti d’accordo Berta se dovesse lasciare l’Atletico Madrid. Detto che Fienga tornerà a ruoli amministrativi c’è da riempire anche la casella del direttore generale. La corte a Umberto Gandini alla lunga potrebbe funzionare mentre si è detto contrario Damiano Tommasi. Nell’attesa è prevista la promozione di Francesco Calvo attualmente responsabile commerciale. Tutto rimandato per Francesco Totti alla ricerca di un ruolo operativo nel club.

Rinforzi di gennaio per Fonseca o per un altro?

La piazza romana è rimasta con due sapori sulla lingua la notte del 5 ottobre. Quello dolce per Smalling, e quello amaro per il mancato ritorno di El Shaarawy. Ma proprio il Faraone, protagonista pure in Nazionale due sere fa, avrebbe già l’armadietto pronto a Trigoria. La trattativa è saltata all’ultimo per motivi legati alle tempistiche con la Cina e al ritardo della cessione di Perotti. Ma l’accordo con Stephan era già pronto: stipendio da 2,5 milioni più bonus e prestito da 1,5 milioni con lo Shanghai con eventuale diritto di riscatto a giugno. El Shaarawy resterà a Roma fino a gennaio e tutto fa pensare che potrebbe allungare il soggiorno almeno di qualche mese rinforzando un reparto offensivo impoverito (numericamente) dalle cessioni di Under, Kluivert e lo stesso Perotti. E proprio in attacco occhio a un altro switch: quello preannunciato in estate tra Dzeko e Milik. Il polacco, rimasto fuori rosa nel Napoli, ha bisogno di giocare visto l’Europeo alle porte e potrebbe partire a gennaio per una cifra tra i 7 e gli 8 milioni. A fargli spazio, se dovesse continuare l’apatia, potrebbe essere proprio il bosniaco che ha ancora un mercato più che discreto soprattutto sul versante Inter. Poi spazio alla cessione di esuberi costosi mal digeriti: da Fazio a Juan Jesus finendo a Pau Lopez e uno tra Karsdorp e Bruno Peres. Non è da escludere quindi l’arrivo di un terzino destro e un portiere (magari Meret ormai secondo di Ospina a Napoli). E in panchina? Per ora resta Fonseca, con tanti dubbi e due candidature forti: quella di Allegri (senza Paratici) e quella di Sarri senza contare lo stesso Rangnick. Due ombre che il portoghese dovrà essere bravo a scacciare entro gennaio.

Stadio, aumento di capitale e borsa

I cambiamenti più corposi riguardano, però, la produzione. Dan Friedkin, dopo la notizia della perdita di bilancio da 204 milioni, si vuole prendere davvero il 100% della Roma, mettendo come aumento di capitale ulteriore un pacchetto da circa 350 milioni. Soldi cash che potranno essere quantificati esattamente solo il 29 ottobre, al termine dell’Opa, quando si saprà quante di quelle azioni flottanti (13,4%) Friedkin si sarà aggiudicato, percentuale che inciderà inevitabilmente anche sul totale dell’aumento di capitale da 150 milioni già deliberato (l’attuale 86,6% delle azioni in possesso di Friedkin comporta una copertura di circa 135 milioni) e sull’eventuale delisting dalla Borsa. Novità pure sul fronte stadio. Contrariamente da quanto scritto da qualche media il progetto di Tor di Valle è ben lontano dal mettere la prima pietra. Troppe le ombre giudiziarie, economiche e amministrative sull’impianto. Così negli ultimi tempi Friedkin starebbe vagliando altre aree tra cui quelle di Fiumicino e Tor Vergata cambiando inevitabilmente interlocutori e mettendo nei guai il sindaco Raggi che avrebbe un’arma in meno nella battaglia elettorale per le prossime votazioni in Comune.