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Da Montella a Montali, è sempre la stessa Roma…

(di Mirko Porcari) – La sensazione, nemmeno troppo nascosta, è che la Roma del presente sia proiettata verso quella del futuro:

Redazione

(di Mirko Porcari) - La sensazione, nemmeno troppo nascosta, è che la Roma del presente sia proiettata verso quella del futuro:

un bene, in altri tempi, quando si criticava la lentezza della società nella programmazione a lungo termine, un male, adesso, se si vedono i risultati e le figuracce che si sommano domenicalmente e non solo. Ieri il Parma, prima lo Shaktar, prima ancora il Genoa, un tunnel senza fine che parte da lontano e non sembra avere fine.

MONTALI - E' lui l'uomo del momento: la banca ne ha cementato la posizione, promuovendolo da "motivatore e ottimizzatore delle risorse umane" a direttore plenipotenziario. Un bel salto, non c'è che dire, in un momento in cui non si capisce chi, come e quando prenderà in mano le redini della società. Lui parla, davanti alle telecamere non nasconde il fastidio di certi atteggiamenti dei calciatori, ma senza scavare ulteriormente nelle profondità di un gruppo allo sbando (ma solo per i tifosi, per carità, perchè a sentire il resto Trigoria assomiglia al Paradiso Terrestre) addita la preparazione estiva come principale causa del fisiologico calo finale con conseguente recupero da parte degli avversari. Tralasciando il fatto che, Bertelli prima e Capanna poi sono tra i preparatori più affermati e capaci nel panorama calcistico italiano, sembra riduttivo soffermarsi solamente sulla parte atletica senza coinvolgere l'aspetto tecnico, ovvero i calciatori. "Dobbiamo rifare la preparazione atletica" oppure "Montella non ha la bacchetta magica" tutte bordate verso il tecnico precedente che rischiano di sviare l'attenzione dal parco giocatori.

 

MONTELLA - Ranieri, di recente, ha parlato di uno spogliatoio formato da primedonne e da personalismi dannosi, Montella ha chiuso occhi e orecchie entrando in un gruppo composto da amici e "conoscenti" sperando nella bontà della sua scelta: la prima a Bologna era stato un mix di fortuna e verve ritrovata, il bis con il Parma ha catapultato l'aeroplanino e l'Olimpico in un limbo impantanato, già visto e vissuto. Squadra in vantaggio di due gol, sprazzi di buon gioco e salto nell’inquietudine di chi non sa o non vuole vincere: a fine gara, all’ex attaccante, non resta che prendere atto di una situazione che prescinde dall’allenatore. In silenzio, guardando alla pochezza caratteriale dimostrata dai protagonisti giallorossi, ha tentato di salvare il salvabile, rimarcando le difficoltà atletiche già sottolineate da Montali. “Duriamo poco, i minuti finali delle partite ci sono fatali” sciorinando numeri e precedenti, accarezzando idealmente uno per uno i suoi ex compagni, lungi dall’essere “cattivo” quanto richiederebbe il momento romanista.

 

TOTTI – La Roma è sempre la stessa: il bello ed il brutto di questa constatazione gira le spalle alla mediocrità offerta dalla squadra, inchinandosi alla grandezza di Francesco Totti. Seicento (600, a numeri fa meno impressione, forse…) gare ufficiali con la Roma ed una festa a metà: “Peccato per il risultato della gara, adesso dobbiamo sacrificarci tutti per evitare brutte figure come quelle contro il Parma”. Un richiamo all’ordine da capitano, evitando i clamori e le parole grosse, manifestando un crescente disappunto nei confronti di una stagione quasi “buttata”. La fotografia, in un pomeriggio da dimenticare, è l’Olimpico in piedi ad applaudire il proprio simbolo, un riconoscimento all’uomo, al calciatore ed all’unico giallorosso che ancora mostra un briciolo di dignità…

 

ADRIANO – Il brasiliano ha vissuto la sua vacanza capitolina tra parole e proclami, poco campo e tante promesse: adesso è il capolinea, dopo un gennaio passato a rincorrere sogni di rimpatriata ed un infortunio, quello alla spalla, che gli ha offerto l’alibi perfetto per il ritorno in Brasile. “Parto oggi, no parto domani” rinvio su rinvio, è rincasato a Trigoria con qualche giorno di ritardo scatenando l'ira dei dirigenti ("E' indifendibile" ha tuonato Montali ieri), un remake delle bizze natalizie. La scommessa estiva è stata persa, se ne sono accorti da tempo anche i sassi, a breve la sua rinascita calcistica verrà consumata tra colori amici: Corintihians o Flamengo, campionati tra vecchie conoscenze in sfide dal basso tasso di agonismo, il massimo che può concedersi la scarsa voglia di applicazione mostrata dal brasiliano (come spiegare, altrimenti, l'ennesima presa in giro nei confronti della Roma, rimasta una domenica ad attenderlo per la visita di controllo con il professor Castagna?). "Rescissione? Non ne so nulla, vedremo..." Gilmar Rinaldi non sa più come "coprire" Adriano, l'addio ci sarà, speriamo senza strascichi polemici che aggraverebbero ulteriormente la posizione dell'ex Imperatore...