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Da flop Robin a super Batman: la rinascita di Olsen in 7 giorni

Dopo le papere con il Genoa, il portiere si è ripreso la Roma. Contro la Juventus è stato il migliore e grazie a lui la squadra non ha salvato il risultato, ma la faccia sì

Roberta Moli

Avessero tanti, se non tutti, la sua personalità, forse Trigoria sarebbe un posto migliore. O, quantomeno, più sereno. Robin Olsen, dopo gli errori contro il Genoa, sarebbe potuto cadere in un lungo tunnel. Soprattutto contro la Juventus, davanti a Szczesny che, insieme ad Alisson, è stato il suo predecessore. E davanti a Cristiano Ronaldo. E non serve aggiungere altro. Invece il portiere svedese si è presentato allo  Stadium come se niente fosse, anzi, con la voglia di dimostrare che quella della settimana scorsa era stata solo una giornata negativa. E se la Roma ha perso punti, ma non la faccia, il merito è solo suo. E di chi gli è stato accanto in sette giorni a tratti molto difficili.

LA MOGLIE - Sua moglie Mia è stata la prima. Era in Svezia, è tornata e non lo ha lasciato solo un momento, compresa la festa di Natale del club. Ieri, durante una delle sue parate, ha fatto un video su Instagram perché sapeva, più di tutti, quanto Robin sentisse su di sé il peso della responsabilità.

DE ROSSI - Aiutato dall’ottima conoscenza dell’inglese, Daniele ha parlato spesso con lui e gli ha fatto capire che non era successo niente di irreparabile. Pensiero personale del capitano, pensiero condiviso dallo spogliatoio. Avere la fiducia dei compagni, per Olsen, è stato determinante.

TOTTI E DIFRA - Magari per loro con l’inglese non è facile come per De Rossi, ma l’allenatore non ha calcato la mano e Totti, con i suoi sguardi e le sue pacche sulle spalle, gli ha fatto sentire la sua vicinanza. E gli ha ripetuto più volte di stare tranquillo. Olsen ha capito, anche senza bisogno di traduzione.

SAVORANI - Forse la figura più determinante di tutti. Se Olsen ha fatto 5 parate di cui 4 decisive e la sua media voto è stata superiore al 7 e mezzo (7.61 per la precisione ) il merito è in gran parte del suo preparatore, che ha lavorato con lui come se niente fosse, evidenziando gli errori commessi contro il Genoa, ma senza mai farglieli pesare.

I TIFOSI - Complice anche il momento della Roma, e alla fine la vittoria contro il Genoa, la gente non ha calcato la mano per i suoi errori. Olsen lo ha capito, ha letto i social, critici ma senza esagerare, ha incassato il sostegno dei romanisti che lo hanno incontrato per strada. Non sarà il miglior portiere del mondo, ma i tifosi della Roma, che stupidi non sono e hanno occhi per vedere, cervello per capire e cuore per amare, hanno colto in lui un atteggiamento positivo, da lavoratore e da persona seria. E tanto gli è bastato. La prestazione di Torino, poi, ha fatto il resto.