"Il paragone fra me e Luis Enrique non regge, naturalmente a mio favore. C'è chi nasce allenatore, e c'è chi lo diventa. Io faccio parte di questa seconda categoria.
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Cosmi su Luis Enrique: “E lui sarebbe un grande?”
“Il paragone fra me e Luis Enrique non regge, naturalmente a mio favore. C’è chi nasce allenatore, e c’è chi lo diventa. Io faccio parte di questa seconda categoria.
Luis Enrique può diventare un grande allenatore, magari vincerà il terzo scudetto con la Roma ed io farò mea culpa, ma oggi ci vogliono far credere che sia già un grande tecnico. Quando ho meritato la panchina della Roma, non me l'hanno data". Così Serse Cosmi, ospite negli studi di Italia 7.
"Con l'esperienza acquisita, direi anche di più della mia dichiarazione che sono tifoso giallorosso - ha aggiunto il 53enne perugino -. Forse non lo direi in quel contesto dell'Olimpico, anche se è stato un gesto spontaneo, pulito, senza malizia. Fra Livorno e Palermo posso dire che in quest'ultima c'era la società. Potevo trovarmi meglio in tutte e due le situazioni, perché consideravo soprattutto Livorno un punto d'arrivo. Palermo è stata una follia. Liverani è stata la persona più ricettiva della mia carriera di allenatore, di delusioni invece ne ho avute tante ultimamente. La vittoria a San Siro con il Perugia, con trecento tifosi, è stato il mio successo più bello. L'ipocrisia nel calcio regna sovrana, sia fra i giocatori che fra i dirigenti. Nel calcio c'è gente che ha vissuto nel sottoscala di questo mondo, e adesso vive di luce riflessa. Sono un estimatore di Mourinho perché mi piacciono le persone intelligenti, poi è discutibile per alcune cose, ma dà il senso del ruolo dell'allenatore. Ci ho parlato, con Mou, e mi ha dato l'impressione di essere una persona di grande spessore. Stimo molto anche Mazzarri. Di Mihajlovic, come di Mourinho, tutto si può discutere ma non che non sia una persona intelligente. Quella passata per la Fiorentina è stata una stagione difficile, ma è stata una cartina di tornasole per alcuni giocatori. Se la società ed il tecnico viola avranno recepito cosa è emerso dall'ultimo campionato, credo si possa ripartire con fiducia e migliorare. La Fiorentina mi piace come società perché non è isterica, non è frenetica, in un mondo del calcio che invece lo è. Ho la sensazione che l'anno prossimo le cose andranno meglio. Cerci? Lo conosco, è un tipo poco diplomatico nelle dichiarazioni. Già quando lo allenai io al Brescia sbagliò più volte a tirare nel mezzo in alcune interviste degli ex compagni. Credo che un basso profilo gli permetterebbe di avere maggior rispetto dalla tifoseria viola. Da giovanissimo sembrava poter fare grandi cose, invece la sua crescita calcistica si è rallentata. Gli auguro però di potersi rifare, magari proprio a Firenze, dove ha finito bene il campionato. Ho preso il Palermo in un momento particolare, venivano da un 7-0 in cui avevano smesso di giocare al 55'. Era una situazione eclatante e non era facile ribaltare quello stato d'animo dei giocatori, che comunque avevano valori importanti. Il calendario ci condizionò nel nostro cammino. Qualsiasi allenatore sarebbe andato a cozzare contro un ambiente condizionato, che voleva solo Delio Rossi. E quando parlo di ambiente faccio riferimento a tifosi, stampa e giocatori, i quali non pensavano ad altro che al ritorno dell'ex allenatore".
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