(di Mirko Porcari) - Lo sfondo, bianco, in una storia che si ripropone in modo ciclico:
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Corsi e ricorsi storici: neve a Roma? Lazio in B…
(di Mirko Porcari) – Lo sfondo, bianco, in una storia che si ripropone in modo ciclico:
"Io c'ero", il succo di un evento che rimane scolpito nella memoria, la neve a Roma che piace e che, nella sua eccezionalità, riporta alla mente corsi e ricorsi calcistici che dividono la città. Un paio d'anni fa, mentre la squadra giallorossa lottava per le zone nobili della classifica, i cugini ripercorrevano un viaggio indietro nel tempo, quando la Serie B era la realtà in un confronto che si consumava a distanza. La Lazio di Edi Reja come quella di Eugenio Fascetti, due facce della stessa medaglia in una lotta per la sopravvivenza: dal Taranto al Campobasso, da Ballardini a Lotito, un incubo che si era riproposto in tutta la sua grandezza.
In entrambi i casi, alla squadra biancoceleste il destino ha sorriso ad un soffio dal baratro, ma il candore ovattato rischia di riaprire vecchie ferite e di rovinare il sonno a molti tifosi: il campionato dona sicurezze, la classifica strizza l'occhiolino al miracolo dei calciatori laziali, ma il messaggio portato dalla nevicata sulla capitale potrebbe riservare sorprese dell'ultimo minuto. C'è il calcio scommesse, un brivido che, senza mezze misure, è parte integrante della storia a tinte biancocelesti: da Lionello Mafredonia a Stefano Mauri, periodi diversi ma sostanza immutata.
Dal 1980 il salto è epocale, ma i cugini trovano lo stesso ampio spazio nella cronaca nera del mondo pallonaro: tra celle telefoniche e intercettazioni, sono tante le partite in cui la Lazio vede implicato il proprio nome, un campanello d'allarme che nessuno si sente di sottovalutare. Adesso, poi, c'è la neve: attenzione, il campionato cadetto è lì, proprio ad un passo.
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