L'Italia sta vivendo un momento storico decisamente importante, da una settimana confinata nelle proprie abitazioni per cercare di contenere la diffusione del coronavirus. Fermo anche il calcio, sospesi i campionati e anche gli allenamenti: così i giocatori restano con le proprie famiglie, “con le uscite solo per fare la spesa, mai in coppia, e al massimo un salto in farmacia, dove fanno entrare due persone per volta. Per il resto, sempre a casa”. Così Amra Dzeko, moglie di Edin, centravanti e attuale capitano della Roma, racconta questi giorni particolari a 'klix.ba': “In questi giorni stiamo a casa e cerchiamo di fare più cose possibili con i bambini. Siamo fortunati a vivere a Roma, il tempo è quasi sempre buono, abbiamo un giardino, dove possiamo fare molte cose e abbiamo una sorta di parco qui, dove non è possibile trovare molte persone. Giochiamo, leggiamo, ci alleniamo, cuciniamo insieme e cerchiamo di non far sentire ai bambini il panico. Panico giustificato”.
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Coronavirus, Amra Dzeko: “Restiamo sempre a casa, ma siamo fortunati a vivere a Roma”
La moglie del capitano giallorosso ha raccontato questi giorni particolari: "In giardino possiamo fare molte cose e il tempo aiuta. Ora non resta che sperare che le cose migliorino"
Sulla portata dell'emergenza, però, Amra si è dovuta ricredere: "Devo ammettere che non era così, ma ora non mi interessa questo. Roma non è in una situazione così terribile come nel Nord Italia, ma ci sono le stesse misure ed è corretto così. È tutto chiuso, non si possono vedere gli amici, fare matrimoni, funerali o feste di compleanno(Dzeko compirà domani 34 anni, ndc). Sicuramente panico e paura si fanno sentire - continua Amra -, e la gente parla solo di questo. Ora non resta che sperare che le cose migliorino. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo”. Tutti i calciatori della Roma stanno seguendo le indicazioni della società che, come sottolinea 'gazzetta.it', li ha invitati a non lasciare la capitale come alcuni avrebbero desiderato per raggiungere i propri cari. Tutti sono nelle proprie abitazioni, con qualcuno che ha dovuto lasciare il proprio hotel.
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