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Coppa d’Africa, Berrettini: “Senegal e Costa d’Avorio le favorite, ma occhio al Mali di Keita”

"Negli ultimi anni questo torneo si è trasformato in una vero e proprio palcoscenico, un'occasione per vedere il nuovo calcio e scoprire giovani talenti"

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"Una grande vetrina per il calcio internazionale, con strutture di primissimo livello che nulla hanno da invidiare agli stadi più belli": è il biglietto da visita della Coppa d'Africa 2015 - che parte sabato prossimo in Guinea Equatoriale (epilogo l'8 febbraio)- di Paolo Berrettini, il tecnico italiano che guida le nazionali Under 17 e Under 20 della Repubblica del Congo. "Negli ultimi anni questo torneo si è trasformato in una vero e proprio palcoscenico, un'occasione per vedere il nuovo calcio e scoprire giovani talenti - spiega all'Ansa lo storico trainer degli azzurrini campioni d'Europa Under 19 nel 2003 - e non a caso in Guinea verranno tantissimi addetti ai lavori. Se proprio devo trovare qualche pecca nel calcio africano parlerei del settore giovanile, pressochè sconosciuto in tanti Paesi, del clima, perchè non è facile allenarsi e giocare tutto l'anno a 30 gradi, e di una preparazione alimentare che non esiste: se seguisse una preparazione alimentare adeguata il calcio africano sarebbe ancora più avanti".

Sedici le nazionali che cercheranno di arrivare fino in fondo, con le favorite d'obbligo, qualche outsider e senza i campioni uscenti della Nigeria, che non ce l'hanno fatta a qualificarsi per la fase finale. "Per quello che ho visto - spiega - metto il Senegal tra le favorite. L'ho vista all'opera e mi ha fatto una grandissima impressione, poi ovviamente la Costa d'Avorio che conta su individualità eccellenti (Yaya Tourè, Gervinho, Bony) e poi metterei l'Algeria. Però attenzione alla Burkina Faso e al Mali di Keita, che possono essere due mine vaganti". Per quanto riguarda il Congo, Berrettini dice che "è guidato da Leroy, un tecnico molto bravo, il passaggio di turno è alla portata e la nazionale può fare un buon torneo". Da due anni in Congo, il tecnico italiano ha porto l'under 20 alle finali di Dakar (8-22 marzo): "Il calcio africano lo conoscevo già, avendo allenato in Senegal, è molto cresciuto anche se è una sfida difficile. Il problema di fondo riguarda il settore giovanile dove manca la progettualità: in Congo, ad esempio, non esiste il calcio giovanile e io per mettere in piedi una squadra devo fare preselezioni che mi portano ad osservare 100-200 ragazzi alla volta. Qualcuno di interessante alla fine si trova ma è un lavoraccio. Io ho toccato con mano questa realtà: si lavora bene con le nazionali maggiori che possono attingere dai campionati esteri e da quelli nazionali, ma purtroppo lo stesso discorso non si può fare per il settore giovanile che a volte proprio non esiste. Senza dimenticare che giocare tutto l'anno a 30 gradi non è certo facile e io spesso faccio allenare alle 8 del mattino". Niente da dire invece sulle strutture che ospiteranno la Coppa: "I due stadi di Malabo e Bata, già sede della Coppa D'Africa nel 2012, sono due strutture eccellenti, mentre in questo torneo saranno inaugurate le strutture di Mongomo e Ebebiyin, bellissimi e all'avanguardia rispetto agli stadi italiani".