Bruno Conti ha rilasciato un'intervista a Dribbling, programma in onda su Rai 2 questo pomeriggio alle ore 14. Di seguito un'anticipazione delle dichiarazioni della leggenda giallorossa, oggi coordinatore del settore giovanile della Roma: "Diego Maradona era un fenomeno, tra noi si era instaurato un rapporto speciale di amicizia mi sussurrava sempre nell’orecchio “Vieni a Napoli”. Attraverso il calcio parlavamo la stessa lingua". Non è mancato un ricordo legato a Marco Tardelli: "All’inizio non mi era simpatico, ogni tanto tra noi c’era qualche battibecco legato ad un mancato scudetto della Roma che non avevo digerito, erano i tempi in cui cominciavamo a dar fastidio alla Juve e questo non ci predisponeva l’uno nei confronti dell’altro. Poi man mano che l’ho conosciuto ho capito che era un uomo vero, uno schietto, una persona sincera”. Poi un pensiero sulla lotta scudetto e su De Rossi: "Nel campionato attuale le squadre che giocano un calcio che mi diverte sono Como e Bologna. Per lo scudetto è chiaro che Inter e Napoli hanno rose importanti ma non escudo possano esserci delle sorprese… De Rossi? Gli voglio un gran bene, lo reputo un grande professionista. Gli auguro che con il Genoa possa al più presto uscire da una situazione delicata".

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Conti, dall’amico Maradona ai litigi con Tardelli: “Scudetto? Non escludo sorprese”
Sulle amicizie a tema derby, invece, Bruno Conti ha dichiarato: "Ho conosciuto Giordano, che veniva in vacanza vicino Nettuno, insieme a Di Bartolomei e Di Chiara. Loro già facevano parte della Roma e della Lazio. Fui chiamato da mio cugino per andare a fare una partita di calcetto tutti insieme, non mi sembrava vero. Con Giordano è nato subito un rapporto di grande stima. Nonostante fossero della Lazio, lui e Vincenzo D’Amico, con cui avevo giocato da ragazzo prima di essere presi dai nostri rispettivi club, sono stati per me amici veri".
Un pensiero anche sulla nazionale e sul problema dei giovani talenti: "Per la Nazionale sono ottimista, non ho dubbi che Gattuso dopo gli ultimi match giocati avrà modo di valutare bene la situazione e saprà come preparare la sfida con l’Irlanda che è una squadra di forza fisica. Il mio ottimismo è fondato sul fatto che c’è tempo a sufficienza per preparare questa gara cruciale, questo farà in modo che le difficoltà avute potranno essere analizzate ed affrontate. Altro aspetto vantaggioso è giocare la semifinale in casa. Le cause di quanto accaduto vanno ricercate nel nostro campionato con troppi stranieri. I calciatori arrivati ad alto livello sono cresciuti nelle società dilettantistiche, oggi c’è carenza di vivai. Poi non sempre gli allenatori si assumono la responsabilità di lanciare giovani, in altri paesi come Spagna, Germania o Francia le cose sono diverse. Da ragazzo sono stato bocciato tre volte ai provini! Mi dicevano che ero bravo tecnicamente ma non avevo la fisicità. Io però non ho mail mollato. La verità è che dobbiamo ricominciare a lavorare con quello che abbiamo in casa nostra. Non ho nulla contro i calciatori stranieri ma devono rappresentare un’eccezione, non la regola".
Infine, un ricordo speciale: “Un giorno eravamo in albergo prima della partita con il Brasile e Causio mi venne a chiamare per farmi vedere una cosa dalla finestra… Uno striscione sul quale c’era scritto “Per il mondo sei Bruno Conti, per Nettuno sei MaraZico”. I miei amici che erano venuti fino in Spagna per sostenermi”.
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