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Getty Images
Gianluca Mancini ha preso parte alla conferenza stampa della vigilia di Roma-Porto al fianco di Claudio Ranieri. Il match, valido per il ritorno dei play-off di Europa League, è in programma domani alle 18:45 all'Olimpico. Ecco le parole del difensore giallorosso:
MANCINI IN CONFERENZA STAMPA
Ha recuperato dalla botta contro il Parma? "E' stata una botta forte, si stava gonfiando. Parlando con il mister e lo staff, il mister ha deciso di togliermi. Ho recuperato, tutto bene".
Cosa cambia nel giocare come difensore di destra? "Il difensore di destra, non dico braccetto sennò il mister si arrabbia, può spingere leggermente di più, essere è più aggressivo ed entrare dentro il campo. Puoi giocare pensando ed essere più libero nelle scelte. Da difensore centrale sei il guardiano che controlla il campo, vedi molte situazioni del campo e in quella zona cerco di tappare i buchi o leggere situazioni. Se dovessi sbagliare l'avversario andrebbe verso la porta. Mi trovo bene in qualsiasi posizione, cerco sempre di dare il massimo e di farlo al meglio delle mie possibilità".
In prospettiva, vede tutta la carriera nella Roma? "Parlo di me e non dei miei compagni, che vedo bene e sereni e fanno il bene del gruppo visto che sono quelli che sono da più tempo qui insieme a me ed El Shaarawy. Si allenano al 100% e li vedo dare il massimo in qualsiasi ruolo e posizione. Per il gruppo è importante vedere gente così, ma tutto il gruppo lo è. Quest'anno il gruppo è una famiglia, abbiamo passato momenti terribili ma il gruppo non si è mai sciolto. Sono qui da anni, era tanto tempo che non vedevo un gruppo così e ne sono orgoglioso. Io a Roma sto bene, amo questa città e questa società, i tifosi mi apprezzano e questo mi riempie d'orgoglio e mi fa dare sempre qualcosa in più in campo. Vivo il presente, non mi piace pensare al futuro ma se dovessi pensarci direi che sto molto bene qua".
La possibilità di trovare la Lazio agli ottavi vi dà una spinta maggiore? "E' indifferente. Dentro lo spogliatoio pensiamo alla partita di domani, poi che sia Athletic Bilbao o Lazio è indifferente. La cosa più importante è domani".
Per domani c'è una tensione diversa rispetto alle altre partite europee? "La giusta tensione ci deve stare sempre, è una partita importante e lo sappiamo ma negli ultimi anni la Roma ha giocato tante di queste partite. E' una partita da dentro o fuori, l'abbiamo preparata bene. Ci deve essere la giusta tensione per affrontare una grande partita contro una grande squadra e cercando di dare il massimo per passare il turno".
Oltre a Omorodion, ha studiato qualche altro attaccante del Porto? "L'ho studiato, ci abbiamo giocato una settimana fa. Il Porto è una squadra forte, soprattutto davanti ha giocatori bravi. Pepe, Moura il piccoletto che ha una tecnica e velocità... sono bravi. La scorsa settimana avevo Omorodion, domani vedremo in base alle scelte del mister le caratteristiche di chi andò ad affrontare. Lo staff ci manda i video per farci vedere tutti i giocatori che affrontiamo".
Ritiene di avere qualche step su cui lavorare in particolare? "Sotto l'aspetto dei cartellini e delle eccessive proteste uno se è intelligente, e mi reputo tale, si riguarda le partite. A fine anno sono abituato a tirare le somme, ho pensato che non potevo saltare 3-4 partite durante l'anno a causa di gialli per proteste eccessive e senza senso. Mi hanno aiutato anche gli allenatori, il mister quando è arrivato durante le partite veniva da me per dirmi di non protestare. Ho 28 anni, ho ancora mille step da fare. Sto cercando di migliorare in tutto quello che può fare un difensore, nelle letture e nella rapidità dei passi, nelle situazioni in campo quando c'è un compagno in difficoltà. Da giovane pensavo che urlando potevo caricarlo, ora crescendo con la maturità posso fare anche questo. Anche Totti imparava a 41 anni, Maldini e questa gente qui che sono super-campioni. Non mi metto a quel livello, ma cerco di migliorare ogni giorno".
Perché la Roma segna meno sui calci piazzati? "C'è bravura nostra ma a volte anche casualità. A Porto prima di prendere il gol c'è stato il colpo di testa di Cristante e una grandissima parata del portiere. Poi sul lancio del portiere dopo un mio colpo di testa in anticipo hanno trovato un gol, in transizione ma casuale. L'anno scorso in due partite ho fatto due gol di testa, altre volte va male. Ci lavoriamo, ogni volta che c'è un angolo o una punizione andiamo dentro con la voglia di segnare. Nelle ultime partite abbiamo preso qualche ripartenza da calcio d'angolo, cerchiamo di limitarle ancora di più".
Che cosa ha portato Ranieri rispetto all'inizio drammatico di stagione? "Quando il mister ha aperto la porta dello spogliatoio non c'era tutta la squadra, eravamo in sosta nazionali, ma è come se il mio corpo si fosse rilassato. Il mister non aveva bisogno di presentazione, ognuno di noi è cresciuto con il mister che ha allenato campioni. In campo ci ha rimesso a posto, ci ha messo ognuno a fare le sue cose e ha lavorato sul concetto di squadra, sullo stare uniti e sull'aiutarci. Tante cose che il mister ha nel suo bagaglio. Ha riportato il sorriso, che mancava. Prima del suo arrivo non c'era più, chi fa questo sport lo vive come un lavoro ma prima di tutto deve esserci la serenità e il sorriso per venire al campo in settimana e andare a giocare diversamente la domenica. Se non sei tranquillo te lo porti a Trigoria, a casa e nei risultati. Non abbiamo fatto ancora niente, ma qualcosa abbiamo fatto vedere".
MANCINI A SKY SPORT
Nella difesa a tre può giocare come centrale o come centro-destra: che cosa cambia? "Sono abituato a farlo, l'ho fatto varie volte. Sono ruoli della difesa che mi piace fare, l'anno scorso ho fatto anche il centro-sinistra. Qualcosa cambia, il centro-destra ti permette di essere un po' più aggressivo e andare più avanti con la palla, fare qualche sovrapposizione e qualche cross. Da centrale, invece, devi badare alla tua posizione, controllare se si creano dei buchi e leggere i movimenti del centravanti. Devi essere leggermente più attento, perché un errore potrebbe spalancare il campo all'attaccante".
La partita di domani che cosa rappresenta? "E' una partita importante, rappresenta il passaggio agli ottavi di finale. Negli ultimi anni in questo periodo abbiamo fatto varie volte questi dentro-fuori, sono state sempre partite difficili come lo è quella di domani ma siamo pronti e preparati per affrontarla al meglio e andare avanti".
Perché a Oporto hai mostrato all'arbitro lo stemma? "E' stato un siparietto tra me e il direttore di gara, avevo visto i nostri due falli che hanno portato a due ammonizioni mentre loro avevano fatto falli ma zero ammonizioni. Mi è uscito spontaneo andare dall'arbitro e chiedere rispetto per la Roma, perché la circondano tifosi fantastici, e anche per noi stessi, perché siamo in campo a combattere e lottare. Mi è venuto di fare quel gesto, non era una mancanza di rispetto verso l'arbitro e lui lo ha capito".
Che cosa vuol dire che il suo corpo si è rilassato all'arrivo di Ranieri? "Prima dell'arrivo del mister i risultati non stavano arrivando e per noi calciatori quando i risultati non arrivo è difficile, davamo il massimo in campo e negli allenamenti ma i risultati non arrivavano. L'ambiente era quello che era, mi portavo la tristezza e la malinconia a Trigoria e anche nella mia vita privata, con la mia famiglia. Non saprei spiegarlo, ma vedendo arrivare il mister il mio corpo ha sospirato da solo. Il mister ha questa cosa di parlare e spiegarti le cose per fartele capire, con tutta la sua calma, anche se quando si arrabbia si arrabbia. In quel momento serviva quella cosa lì, a un gruppo forte ma che ne aveva tanto bisogno".
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