news as roma

CONFERENZA BALDINI (FOTO e VIDEO): “De Rossi è una priorità. Totti? Nessuna intenzione di mandarlo via”

Oltre un’ora di conferenza stampa per Franco Baldini, tornato nella capitale dopo sei anni tra Spagna e Inghilterra. Il futuro direttore generale, che ancora deve discutere il suo contratto con la dirigenza, ha parlato del rinnovo di De...

Redazione

Oltre un'ora di conferenza stampa per Franco Baldini, tornato nella capitale dopo sei anni tra Spagna e Inghilterra. Il futuro direttore generale, che ancora deve discutere il suo contratto con la dirigenza, ha parlato del rinnovo di De Rossi, del rapporto con Totti, di quello con Rosella Sensi, delle idee che ci sono in società per tornare a vincere. ForzaRoma.info ha seguito in diretta l'evento da Trigoria.

 

Perché è tornato?Sono 10 mesi che ci penso e non ho una risposta. La prima volta che parlai con DiBenedetto gli dissi che non c'era un motivo per lasciare la vita di Londra e un lavoro che mi lasciava tempo per fare anche altre cose. Qui ritrovo il tutti contro tutti che non c'è altrove. Per questo le dirò di sì. Questo fu il mio primo approccio con lui. Ho detto sì e basta. Razionalizzando non troverei i motivi, ma non fa differenza.

 

Il tutti contro tutti che c'è qui, si può cambiare? C'è già un grosso problema?Sì, i biglietti. Questo è il più grave. È difficile spiegare alla proprietà americana, che ha una cultura diversa, la chimera del biglietto omaggio. Lo status symbol negli States è potersi comprare il biglietto per i posti migliori. Io mi ero un po' scordato questo modo di fare le cose. Se vogliamo dare un piccolo segnale, che non è una rivoluzione ma sono dettagli che messi insieme indicano un percorso diverso. Non peggiore o migliore, ma diverso. Un messaggio importante è di non ambire al posto come se fosse il riconoscimento che sei qualcuno, ma se sei qualcuno pagalo, così avremo ricavi consistenti. Quello che posso fare, lo faccio. Scordatevi di chiedermi biglietti omaggio, quando vorrò invitare qualcuno, comprerò massimo tre biglietti e li regalerò a chi voglio. In questo modo mi farò tanti nuovi amici...

 

Che posto occupa nella sua agenda il rinnovo di De Rossi?Importante. Non è lui il mio interlocutore, ma Sergio Berti. Col ragazzo ho parlato 10 minuti, l'ho trovato sereno e maturo. L'ho ritrovato bello, per tutto. Gli ho detto che se lui ha la metà della voglia di rimanere rispetto a quanto lo vuole tenere la Roma, non importa quanto ci si mette per firmare. Lui mi è sembrato orientato a rimanere.

Totti disse che quando lei sarebbe tornato, avrebbe dovuto specificare a quale pigrizia si riferisse. Cosa vi siete detti?Faccio i complimenti ai tecnici della Roma per il photoshop delle immagini di me e lui insieme (ride). Non c'è un granché da spiegare, ho chiesto a Francesco se ha letto bene l'articolo o se l'è fatto leggere. Io nelle mie parole ci vedevo più amore che critica, perché affermavo che un giocatore di 35 anni può giocare altri 5 anni. Sono attratto dal suo talento. E ho specificato che può riuscirci se smette di farsi usare. In questo c'è responsabilità anche da parte mia, perché nel 2004 la società ha usato lui per sostenere la ricapitalizzazione della società, e anche lui ci mise i soldi. Uno del suo talento alla sua età dovrebbe essere messo solo nelle condizioni di giocare. Qualche settimana più tardi si è aggiunto il fatto della sostituzione in Europa League. Allora io gli ho mandato un sms per dirgli che se voleva ne avremmo parlato, perché si è cominciato a parlare di complotti. Cercherò con tutto me stesso di chiedere a Totti quello che viene chiesto a tutti gli altri. Lo voglio mettere in condizione di essere normale. La rivoluzione è una ricerca di normalità, ed in quanto normalità è un concetto rivoluzionario. Non è stata una critica nei suoi confronti. Ho preferito restare zitto per vedere cosa succedeva. Mi sono preso gli insulti, finché non ho avuto modo di chiarire con lui e ci sono voluti 5 minuti, perché con lui ho sempre avuto rapporti diretti, semplici. Sono sicuro che lui per primo aspira dall'essere liberato da tutta questa sovrastruttura.

 

Per lei tornare è una rivincita?Sinceramente no. Rivincita significa aver perso qualcosa. Invece io ho avuto tantissimo amore da parte della gente, che mi ha idealizzato anche per la vittoria dello scudetto. Non ritrovare Moggi? A me non manca mai, sto sempre in tribunale, quindi. Io non ho rivincite da consumare, sono andato via quando era il momento giusto, anche perché di lì a poco lo avrebbero fatto loro. Non potevo continuare a sostenere una politica legittimamente cambiata. Non potevo trovarmi a sostenere cose diverse che non sostenevo precedentemente.

 

Lei si sente ancora un Don Chisciotte? O questi anni in realtà diverse l'hanno smussata un po'?Dovrei usare un proverbio toscano, il cui senso è che quando uno è sciocco lo è 24 ore al giorno. Io temo di avere questa sindrome. Non sono cambiato, ho persino realizzato che quello che pensavo fosse utopistico invece è realizzabile. Quello che ho visto in Spagna e in Inghilterra è che il calcio in Spagna è meglio che in Italia e quello in Inghilterra è meglio di quello in Spagna. Non importa se arriverai mai da qualche parte, ma il percorso che farai. Come diceva Fiorella Mannoia, quando uno ha imparato a sognare non smette più.

 

Secondo lei, esiste una casta del calcio in Italia? Se lei avesse un mandato per cambiare le cose, quali sarebbero le prime tre? Il modello Juve attuale è un valido esempio?Quando ho pensato che c'era una casta l'ho detto. Oggi penso che le cose siano cambiate ma non so dare una vera risposta, perché manco da un po'. Non ho soluzioni in tasca, voglio vedere cosa si può fare giorno per giorno. Siamo pronti a recepire ogni messaggio, come l'Udinese che prova a fare lo stadio senza barriere, o la Fiorentina che due anni fa faceva il terzo tempo. Qualsiasi suggerimento ben venga. Valuterò giorno per giorno le cose da fare. Avrò come principio ispiratore un vero senso di giustizia.

Cosa cambierebbe rispetto alla sua prima esperienza?Vorrei mettere il bene della Roma al primo posto. Non nego che in passato posso averlo non fatto. Quando il mare sarà in burrasca non voglio pensare a salvare prima me, ma prima la Roma.

 

Cosa può diventare questa Roma?Spero una squadra attraente, fatta di giovani e che piaccia alla gente. A me piace parlare di un'idea di squadra che diverta, fatta in modo che possa essere in grado di competere. Abbiamo bisogno di tutta la cultura sportiva immaginabile, ma corroborarla con i risultati sportivi giusti. Vogliamo competere e vincere.

Si aspettava questo ribaltone quando in alcune telefonate parlava dei protagonisti di allora?Il tono di quei dialoghi era un cazzeggio. Non lo immaginavo, lo speravo. Ma penso fosse abbastanza condivisibile.

 

Avete realmente rischiato di perdere Totti? Quanti anni servono per vincere? Luis Enrique è un allenatore top?Sulla prima dico di no. Su quanto ci vuole per vincere non lo so. È nostra intenzione farlo nel più breve tempo possibile. Non voglio e non posso darmi una scadenza, ma molto dipenderà da come usciremo quest'anno. Ci dobbiamo mettere il tempo che vuole, penso che se si è abituati a vincere ogni 20 anni, si possono aspettarne 2-3. luis Enrique? Mi consigliò Sabatini di prenderlo in considerazione. Ci andai a parlare per capirne la persona, le doti di pensiero. Dopo circa una mezz'ora gli dissi che di tecnica avrebbe parlato con Walter. Mi informai anche con Guardiola, lui mi rispose che magari tra qualche anno si poteva fare. Io Luis l'ho amato subito come persona, è meravigliosa, ha un grande ascendente sui giocatori e loro li conquisti se ti rispettano. Ieri quando ha iniziato a piovere è uscito di casa alle 5 ed è arrivato qui alle 7. io con uno così mi sento sicuro, è uno forte. È alla sua prima esperienza, dovrà fare i suoi sbagli, ma il vero delitto è non riconoscerli e non trarne insegnamento. Mi auguro diventi subito un vincente, ma i risultati si ottengono se gli forniamo gli strumenti giusti.

 

Lei ha imposto e proposto un nuovo stile in fatto arbitrale. È cambiato molto lei o è cambiato il mondo arbitrale? Si è sprovincializzato anche lei?Ho dovuto farlo passando per Madrid e Londra. Ma spero e credo che oltre a me sia chiamata anche la classe arbitrale. Io non ho imposto nulla, ho detto a Luis Enrique che mi piacerebbe un calcio in cui non si parla di arbitri. E lui era d'accordo. Poi abbiamo parlato di calcio giovanile, della Primavera più vicina alla prima squadra. Poi purtroppo vista la vastitià della rosa alcuni giovani non possiamo utilizzarli da subito, è un errore che speriamo di migliorare. Se passa un calcio meno velenoso ne guadagneremo tutti.

La spaventa tutto questo credito che le viene dato?Moltissimo. Sono sempre stato abituato ad andare nei posti come neofita e conquistarmi le cose. Ora invece arrivo come uno che, sulla carta, può risolvere chissà che problemi. E poi magari scoprire che alcuni non ce la fa a risolverli. Mi fa paura la cosa, ma me ne farò una ragione.

 

Come farete a fronteggiare le richieste economiche dei calciatori, soprattutto i giovani, nel contesto del flair play?Intanto speriamo esplodano. Il discorso comunque non si risolve in due battute. Speriamo che nel contempo che loro esplodono noi abbiamo implementato i ricavi. Ci sono già delle attività in studio per capire come migliorare i guadagni tramite merchandising, stadio e altri settori.

 

Quanto è importante lo stadio?Molto. Dobbiamo mantenere viva la sensazione che costruiamo qualcosa di importante e pensare che con uno stadio si possono aumentare i ricavi.

 

Andrebbe a prendere un caffè con Rosella Sensi?Se si presentasse l'occasione, in veste di rappresentante della Roma, non solo vorrei ma dovrei. Lei rappresenta un'istituzione, io una società. Non potrei fare altro. Le cose di rappresentanza hanno un valore diverso dai rapporti personali.

Che situazione ha trovato? La squadra ha fallito Europa League e derby. Si può coniugare modello americano e spagnolo?

Ho trovato un ambiente dove viene concesso straordinariamente del credito verso quest'idea. È un patrimonio che non va disperso. Nonostante qualche delusione tutti voglio dare tempo e aspettare come vanno a finire le cose. Tutti sappiamo come in certe piazze la reazione sia cruenta, e invece c'è un'aria di speranza, pazienza. Mi aspettavo meno di questo credito, e mi fa piacere scoprire il contrario. Modello americano, spagnolo, inglese? Vediamo cosa si potrà fare, non ci deve essere l'imposizione di uno sugli altri. I mondi stranieri non sono dorati, hanno vantaggi e problemi. La tendenza dev'essere prendere le esperienze positive ovunque esse maturino.

L'impatto di Luis Enrique se lo aspettava?Sì, lo attendevo così e mi soddisfa come si è approcciato alla Roma. Col calcio italiano è un altro discorso, dipenderà dai risultati.

Quando è stato contattato dagli americani?Il primo incontro con DiBenedetto l'ho avuto ad aprile. Poi si è aspettato il closing per incontrarmi con Pallotta. Non ho mai visto Ruane e D'Amore, ma altri esponenti dell'attuale società. La scelta di Sabatini la rivendico, anche quella di Fenucci. La parte operativa porta la mia firma, c'è tanto di me in questa società.

 

Quanto manca alla Roma per essere al top?Abbiamo tutte le potenzialità secondo quanto spiegato dagli investitori. Non so quanto ci vorrà. Ma so che gli americani vogliono fare un investimento, non una speculazione. Roma non ha meno potenzialità rispetto a Liverpool, per esempio.

 

Ci sono delle priorità tra i tanti fronti da risolvere e portare avanti? Ci sono cambi di programma rispetto a quando è stato chiamato?Siamo sempre stati d'accordo, la tabella di marcia è concordata e nei tempi. La priorità era risolvere il contratto di De Rossi, poi chiarire con Totti e infine dare alla squadra gli strumenti per esprimersi al meglio. Certo, quella di Daniele si può definire una priorità sulle altre, avendo la scadenza a giugno.

 

C'è stata la possibilità di Capello alla Roma?No, mai e non glielo avrei mai proposto. Ogni percorso ha un suo interprete. Lui ha come priorità quella di poter vincere ogni anno con ogni squadra che conduce. Non andrebbe mai dove c'è da aspettare. Lui ha il suo stile, il suo target, gestisce grandi campioni e imposta la sua carriera in base a squadre fatte di campioni. Noi, qui, siamo all'albori di un'idea.

 

Cosa le è mancato di Roma e dell'Italia?Nulla, anche perché ci sono tornato anche due volte al mese in città. Non mi sono fatto mancare nulla quindi. Potersi godere Roma come turista è molto meglio rispetto a lavorarci. Ma non è per questo che sono tornato. Non so il motivo, ma non è la mancanza.

 

Ha avuto la sensazione che sarebbe arrivata subito qualche pedata per lei? Lo stadio è concretizzabile?Si che l'ho avuto, qualcosa è già arrivato. Ma io sono disposto ad ascoltare le critiche, anche se rimangono e fanno male. Ma è così che si migliorano le cose, affrontandole a mente fredda. Bisogna conviverci. Il poco utile è la calunnia, la diffamazione, la falsità. Troverete sempre un interlocutore disponibile per capire se le notizie sono fondate, non se scriverete diffamazioni. Lo stadio? Ora non solo si può ottenere, ma si deve ottenere. Tutti stanno capendo che quella è la direzione da prendere, senza beni immobili le società per azioni non vanno da nessuna parte. Sono sicuro che ce la faremo, meno sui tempi. Ma ci arriviamo, sicuro.

 

C'è qualcosa da cambiare ancora nei rapporti con gli arbitri? E inoltre, le pesano le aspettative?Non bisogna considerare gli arbitri determinanti ma accessori. È una percezione diversa, è un fatto anche sostanziale. Se i miei giocatori pensano così, giocano meglio e produce benefici nel gioco. Aspettative? Bisogna avere pazienza e sempre che questa ci sia stata concessa. La romanità è uno stato dell'anima, io non ce la potrò mai avere. Io non sono il tifoso, né voi che ci campate con il calcio. Il tifoso vero è quello per il quale il tifo è un costo economico ed emotivo. Se vinciamo sono il primo contento, se perdiamo sono abbattuto, ma è un altro fatto. Mi auguro che i tifosi possano condividere tutto questo, che per loro rappresenti anche un valore sportivo.

E' vero che potrebbe essere vice presidente?No, giovedì prossimo nell'assemblea si stabiliranno le cariche ma non sarà vicepresidente.

 

Cosa o chi porterebbe dal calcio inglese? E se lei, Sabatini e Fenucci siete una triade, chi fa Moggi?

Fenucci fa il Giraudo, io Bettega e allora direi che per esclusione Sabatini fa il Moggi. Chi porterei? Rooney, mi fa impazzire.

 

Ha mai pensato che l'impegno degli americani siano esclusivamente per lo stadio?Parlai con Pallotta e gli chiesi se volevano fare una speculazione con la Roma. Lui mi rispose che i soldi non li fa con la squadra, ma con i fondi. E che ha preso la Roma perché i genitori di origini italiane volevano facesse qualcosa di buono in Italia. Non so rispondere sulle loro intenzioni a lungo termine. Non mi sorprenderei se, in caso sfumasse lo stadio, se ne andassero. Ma loro vogliono investire, avere ritorno personale e di sentimento. Stiamo seguendo un'idea, non una scadenza. Anche io, se si fallissero gli obiettivi, alzerei le mani senza problemi e andrei via.

 

Cosa ha concluso dalla polemica relativa a Totti?Tanta amarezza e insulti. Quello che voglio far capire è che se lui dice che un albero è verde e invece è secco e giallo, non bisogna per forza pensarla come lui. Delle cose si parla, si discute. Ci sta che una volta su un milione abbia ragione io. Di Totti e con Totti si può parlare.

 

I tifosi cosa devono aspettarsi?Che si intraveda una squadra propositiva, che possa migliorare. Questo. E deve sperare di vederlo consolidato man mano che passa il tempo, perché questi ragazzi si allenano come mai prima. Auguriamoci che tutto si solidifichi giorno per giorno.

 

De Rossi ha detto che con i soldi risparmiati con lui si comprerebbe un altro giocatore. Che ne pensa? E sui biglietti, i tifosi si sono lamentati per l'aumento dei prezzi.Su di lui ho risposto dicendo che ci piacerebbe fargli il contratto con tutte le possibilità che abbiamo. E comunque coi soldi risparmiati non riusciremmo a prendere uno forte come lui. Sui biglietti mi è stato spiegato che in alcune partite clou ci sarebbero state delle maggiorazioni verso chi non è abbonato, per incentivare la gente a farlo. E comunque sono aumenti inferiori a quelli applicati da altre società.

 

Con la Federazione Inglese sarà part-time? E' stato corteggiato da società inglesi?I club inglesi che mi hanno corteggiato sono arrivati tardi. Ho detto di sì alla Roma anche senza aver ancora firmato nulla. Con la Federazione inglese è stato laborioso trovare un accordo, che per natura non è che mi faccia piacere ma lo accetto. Per le prossime due amichevoli inglesi siamo rimasti che farò in modo di lasciare il mio know how a chi mi sostituirà. E inoltre non ho ancora un accordo con la società giallorossa, come non ne avrò per un po' nemmeno con gli inglesi, ma non potrò mollarli su due piedi. Non ho ancora discusso il contratto con la Roma, lo farò presto. Non conta quanto avrò, ma comunque vada ne sarò contento.

Continuerete suquesta linea con la Tessera del Tifoso?Assolutamente sì, cercheremo di rendere lo stadio sempre più frequentabile e fruibile. Non sapete che bellezza assistere ad un match scozzese, che ambiente che c'era. Qui vorrei che si respirasse la stessa atmosfera. La strada che vorremmo percorrere nel massimo rispetto della legge è quello di rendere più frequntato e frequentabile lo stadio, sia l'Olimpico che l'eventuale nuovo.