(di Daniele Scasseddu) - Con la seconda manita di Luis Enrique in Italia, la Roma alimenta le pallide speranze di Champions. Pallide perchè non basta fare la manita al Novara, ci vorrebbe almeno in questo finale una continuità che sinora è mancata.
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Con Osvaldo per l'Europa che conta, ma serve continuità
(di Daniele Scasseddu) – Con la seconda manita di Luis Enrique in Italia, la Roma alimenta le pallide speranze di Champions. Pallide perchè non basta fare la manita al Novara, ci vorrebbe almeno in questo finale una continuità che sinora...
I diretti avversari, Lazio,Napoli,Udinese ed Inter, fanno fatica ma servirà una Roma mai vista in questa stagione per poter centrare il terzo posto. La partita di sabato prossimo contro il Lecce rappresenta l’ennesimo treno che la Roma non può davvero lasciarsi sfuggire.
ROMA, CREDICI! - Lo aveva detto alla vigilia, Luis Enrique, che la gara col Novara non sarebbe stata una passeggiata. Così è stato, anche se il 5-2 finale potrebbe far pensare ad una partita senza troppe difficoltà. La Roma, in realtà, ha dovuto soffrire per conquistare i tre punti.«Era una partita difficilissima, per noi: per l’orario, il caldo, e l’avversario, tanto per la situazione che ha in classifica quanto per i risultati da cui veniva». Riparte da ciò che aveva detto alla vigilia, Luis Enrique,ricordando quante insidie nascondesse la partita con il Novara.«Una gara in cui era facile giocare distratti. Ma questo non è avvenuto, anche se abbiamo iniziato in svantaggio. Abbiamo prodotto un grande sforzo, e ho visto una grande crescita per quanto riguarda la personalità, contro una squadra che si chiudeva benissimo. Una vera partita, insomma, che ci dà l’opportunità di guardare con fiducia ad una posizione migliore. Devo fare i miei complimenti a tutta la squadra. Sono contento per i ragazzi, e anche per i tifosi, che continuano a credere in questo gruppo».
Ci va cauto, invece, Daniele De Rossi: «La classifica dice che siamo in corsa, però il discorso è sempre lo stesso: adesso siamo a meno 4, poi magari facciamo un altro passo falso. È un campionato difficile e il problema è che non c’è solo la Lazio, ci sono altre due squadre molto forti davanti. Sicuramente la corsa non è finita come sembrava dopo il derby, l'abbiamo riaperta e siamo contenti. Meglio il bel gioco o i risultati? Io mi diverto quando vinco. Di Luis Enrique ho parlato tante volte: è diverso come mentalità da Ranieri, che però ci ha portato ad un punto dallo scudetto. Bisogna arrivare a vincere strisce di partite consecutive , come abbiamo fatto con Spalletti e Ranieri, ma dobbiamo oliarci». In ogni caso, la continuità che serve per andare in Champions League va testata sabato a Lecce, nel sabato di Pasqua, dove la Roma troverà un avversario disperato nella rincorsa alla serie A. Non sarà semplice, soprattutto perché dall’altra parte c’è il tifoso romanista Cosmi che ha spesso creato grandi difficoltà alla sua squadra del cuore, ma non si possono perdere altri punti per strada.
La buona notizia per Luis Enrique è il rientro di Miralem Pjanic. Ieri, come era prevedibile, il giocatore è stato lasciato a riposo per il problema muscolare che lo sta tenendo sotto scacco da qualche settimana. Dopo un provino mattutino e un colloquio con l’allenatore, i medici Colautti e Fioretti hanno preferito fermarlo. Ma per il Lecce non ci saranno problemi: Pjanic sarà a disposizione. Così come Simplicio, che lo ha sostituito nel migliore dei modi contro il Novara: il suo fastidio alla coscia è considerato non preoccupante. Scontato infine il ritorno di Gabriel Heinze al centro della difesa dopo la giornata di squalifica. Ieri la sua assenza ha pesato molto, soprattutto perché ha costretto De Rossi a calarsi in un ruolo non suo contro un centravanti come Caracciolo. A Lecce, Heinze affiancherà Kjaer restituendo al vicecapitano la posizione di centrocampista.
OSVALDO, 10 E LODE -Terzo gol di fila, dopo quelli segnati a Genoa e Milan. Dieci le reti complessive confezionate in campionato. E, in riferimento alla partita contro il Novara, all’attivo pure una traversa colpita con un colpo di testa acrobatico e due assist-gol, uno per Marquinho e l’altro per Lamela. Un Osvaldo da 10 e lode, insomma. Un Osvaldo da 10 e lode, anche se l’impressione è che possa fare ancora di più specie se/quando la condizione atletica migliorerà ulteriormente. L’infortunio patito all’inizio di gennaio, e che l’ha tenuto fuori squadra per parecchie settimane, sembra ormai definitivamente alle spalle, maOsvaldo non è ancora al top. Forse perché quando avrebbe avuto bisogno di giocare per mettere minuti nelle gambe, è stato costretto a fermarsi per due giornate per via dell’espulsione rimediata a Bergamo. Tornato a pieno servizio dalla partita casalinga contro il Genoa, Dani ha sempre lasciato il segno: prima il gol da tre punti contro i liguri, poi la rete del vantaggio giallorosso in casa del Milan quindi la sontuosa esibizione di ieri contro il Novara, con gol e assist a ripetizione.
Dieci gol, primo attaccante di Luis in doppia cifra, e tutte reti su azione: come era già accaduto nella partita d’andata, ieri al Novara un altro gol di testa e ancora su azione di calcio d’angolo. Osvaldo ha segnato di testa (tre volte, contro il Novara e a Parma), di sinistro (a Lazio e Milan) e soprattutto con il destro (contro Siena, Atalanta, Napoli, Bologna e Genoa): un attaccante completo, implacabile nei sedici metri avversari. Dieci gol in 21 partite, non tutte giocate dall’inizio alla fine, anche per spedire un messaggio a Cesare Prandelli, il ct dell’Italia che lo aveva escluso per punizione (preferendogli il compagno di squadra Borini) in occasione della partita amichevole di Genova contro gli Usa. Tre gol di fila per non farsi dimenticare e per continuare a inseguire una maglia azzurra ai prossimi Europei. Osvaldo punta a partire con il gruppo di Prandelli, sa che la concorrenza è feroce ma vuole costringere il cittì a portarlo in Polonia-Ucraina: l’unico modo per assicurarsi un posto è segnare; anzi, continuare a segnare come ha fatto nell’ultimo mese, con il nuovo record di reti nella massima serie.
MARQUINHO, PIACEVOLE SORPRESA -Il muro di scetticismo era stato già preso a picconate a San Siro, dopo una partita autoritaria contro il Milan. Ma ieri Marquinho ha demolito anche i ruderi del pregiudizio. Un gol segnato, il primo nella Roma, un paio sfiorati, un passaggio eccitante per Bojan che ha messo al sicuro la vittoria. Una domenica così va celebrata, tanto più di fronte a un pubblico speciale: «E’ emozionante giocare davanti ai nostri tifosi, erano in tanti anche contro il Novara. Ma dedico questa bella giornata alla mia famiglia, che era a Roma, e mia moglie. Mi sono tolto un peso sbloccandomi» La felicità è stata condivisa negli spogliatoi anche con i compagni, specie gli altri brasiliani con i quali ha legato dal primo giorno: «All’inizio abbiamo un po’ sofferto il possesso palla del Novara, in campo non eravamo molto equilibrati, poi per fortuna siamo entrati in partita sfruttando le nostre caratteristiche. Dopo il pareggio è stato più semplice» .
La Roma ha ripreso a sperare nel terzo posto in un campionato che ribalta velocemente tutte le certezze:«L’obiettivo principale è conquistare un posto in Champions League, stiamo lavorando per scalare la classifica. Mancano ancora otto partite, cercheremo di fare più punti possibile per risalire posizioni. Le distanze si sono accorciate, quindi può succedere di tutto. Ora però pensiamo a vincere a Lecce. Di certo non smetteremo di sperare» . E Marquinho non smetterà di impegnarsi per meritare la conferma nella Roma. Arrivato in prestito dal Fluminense il 30 gennaio per 250.000 euro, se fosse acquistato costerebbe altri 4,5 milioni. Da ieri Sabatini, che ha trovato questo ragazzo di 25 anni e mezzo dove altri non erano andati mai a scavare, e Luis Enrique, che lo ha elogiato pubblicamente, sono più sicuri di volerlo.
IL RISCATTO DI BOJAN - Come gli mancava, da ancora più tempo, la partita da titolare: due mesi e mezzo, Catania-Roma, 14 gennaio, quella del diluvio e della sospensione con gli ultimi 25 minuti rigiocati l’8 febbraio. La rete di ieri è stata ancora una volta una prodezza: lui le fa così, era stata straordinaria anche l’ultima, quella con l’Inter, nata da un’invenzione dell’esordiente Piscitella e confezionata danzando sulle punte tra la difesa pietrificata dell’Inter fino a scaricare un destro impietoso. L’esultanza poi è stata una liberazione coronata con la dedica al suo amico ed ex compagno Abidal che dovrà sottoporsi ad un delicato intervento nei prossimi giorni.
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