(di Daniele Scasseddu) – Con “capitan futuro” è tutta un’altra Roma. Battuto il Parma ci ritroviamo ad un passo dal terzo posto distante ora soltanto quattro lunghezze.
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Con De Rossi ad un passo dalla Champions. Primavera: che peccato!
(di Daniele Scasseddu) – Con “capitan futuro” è tutta un’altra Roma. Battuto il Parma ci ritroviamo ad un passo dal terzo posto distante ora soltanto quattro lunghezze.
La Roma nonostante sprechi notevoli palle goal riesce a strappare tre punti d’oro, fondamentali! Ora le prossime due partite ci diranno quale sarà il campionato della compagine giallorossa: trasferta a Bergamo e derby, servono sei punti per sognare. Nel pomeriggio, purtroppo, la Primavera di Alberto De Rossi nonostante una buona partita soprattutto nel secondo tempo non è riuscita a rimontare il doppio svantaggio iniziale nella finale del torneo di Viareggio contro la Juventus: 2-1 per i bianconeri il risultato finale.
OBIETTIVO TERZO POSTO - Quinta, da sola. Non accadeva dal 20 novembre 2011. Di nuovo dentro all'Europa che verrà e con un occhiolino teso a sbirciare il terzo posto Champions, quello che nessuno (vedi Lazio e Udinese di ieri sera) sembra voler fare proprio . Tra due settimane, domenica 4 marzo, il derby con la Lazio può non essere circoscritto a una questione di leadership capitale. E' la Roma di Luis Enrique, ragazzi. Croce e delizia dei tifosi. Discontinuità Roma: fosse il contrario, il progetto spagnolo che comunque merita di essere coltivato l'avrebbe già proiettata lassù, dalle parti di Milan e Juventus. Troppo facile Contro il Parma un match ben più semplice di quanto l'imbattibilità di Donadoni, lunga 6 puntate, non potesse far ritenere. La Roma fa la brava, resta concentrata come le succede quando c'è De Rossi (nelle precedenti sei partite presente solo con l'Inter) angelo custode della difesa migliore, quella con Heinze e Juan che concede al Parma la sola palla-gol sciupata dall'ex giallorosso Okaka. E funziona dalla metà campo in su, dove Gago per una domenica è più in gamba di Pjanic, e dove Osvaldo si riprende il posto che, complice l'infortunio, gli aveva portato via Lamela, che però, sostituendolo nello scoppiettante finale, lascerà una migliore impressione.
Ma l'uomo del match, all'ombra di capitan Totti che a 700 partite suonate e festeggiate non perde la voglia di divertirsi, è Borini. E' lui che ha deciso tutto a metà primo tempo, concludendo degnamente una ripartenza bellissima e fulminante della Roma: azione avviata centralmente da Pjanic, appoggio rapido sulla trequarti per Gago, corridoio libero per Borini che da destra si è accentrato e appena in area ha fulminato Mirante con un diagonale. Borini alla fine è stato il migliore di tutti, gol a parte, e paradosso, il Parma ultradifensivo ha perso la partita su un contropiede romanista.
Il primo tempo della Roma del resto è stato un monologo. Ha tenuto palla per 22 minuti, contro i 9 di un Parma che è rimasto in soggezione, senza mai graffiare con Giovinco e Palladino. La Roma è stata molto più attenta ed equilibrata del solito, dietro non ha ballato sia per l'attenta vigilanza di De Rossi che per la grande applicazione di Juan. Ma tutta la squadra è stata brava nel riconquistare subito palla, aggredendo già nella metà campo avversaria. Questo pressing alto e feroce, che soffoca gli avversari, è tra le cose migliori che la squadra riesce a fare ormai con una certa continuità. Il Parma è stato troppo rinunciatario nel primo tempo, si è leggermente ribellato al dominio romanista nella ripresa, ma costruendo solo una vera occasione, quella sprecata da Okaka. Donadoni ha dato alla squadra un equilibrio tattico evidente, utilissimo, ma in certi casi, come questo, eccessivamente difensivo. Se gli attaccanti di Luis Enrique non avessero sparato a salve, il Parma avrebbe subito una lezione più dura.
QUANDO C’E’ SI SENTE - La sua assenza a Siena si è sentita eccome. Ieri Daniele De Rossi è tornato a guidare il centrocampo dopo la squalifica e la Roma ha cambiato volto. Lui, al fischio finale della partita col Parma, si presenta davanti alle telecamere e commenta così: «Se dobbiamo puntare al terzo posto? Per organico e valori sì. Non credo che la nostra squadra sia inferiore ad Udinese e Lazio, squadre eccezionali. Noi con i nostri alti e bassi siamo lì. Il campionato è equilibrato e dobbiamo continuare a provarci. Possiamo vincere con chiunque e abbiamo la fortuna di avere un allenatore che gioca un calcio propositivo». Il feeling con Luis Enrique è ottimo è non è una novità. Il giorno della conferenza sul suo rinnovo Daniele ne ha parlato benissimo e ieri lo ha confermato: «Ad agosto ho parlato con lui e De La Pena, una grossa perdita a livello tecnico ed umano. Gli ho detto che sarei rimasto, che avrei aspettato la società, facendogli sapere come stavano le cose, anche a livello economico. Nel corso della trattativa mi sono immaginato con altre maglie e su altri palcoscenici, a combattere con altre realtà»
«Non era facile scegliere, perché nella fase di stallo pensavo a tante cose. Non era semplice andare via o rinunciare a tutto quello che ho, o quello che poteva esserci nel futuro. Se non ci fossero state alternative interessanti non mi sarei posto il problema. Io non ho mai chiesto di essere venduto: il discorso è uscito quando stava per scadere il contratto, bisognava fare chiarezza ». Sul perché un giocatore come lui sia arrivato a scadenza di contratto, Daniele dà una spiegazione semplice: «Un po’ è stato per me che tendo a non chiedere il rinnovo. Non mi piace fare contratti di 5 anni per poi chiedere dopo un anno di rinnovarlo. Poi anche per vicissitudini societarie non c’era il tempo per parlarne. Totti lo ha fatto? Era arrivato ad un’età in cui il rinnovo era anche più automatico. Sicuramente arrivare all’ultimo non ha aiutato, almeno la società che si è trovata con le spalle al muro. La scadenza ha complicato le cose, la trattativa non è stata semplice ma in società avevano la mia parola: non avrei firmato per nessuno, la mia priorità era la Roma e solo quella».http://www.forzaroma.info/il-tempo/de-rossi-champions-e-alla-nostra-portata-64360
PRIMAVERA: CHE PECCATO! –Finale amara al torneo di Viareggio: nonostante un ottimo secondo tempo i ragazzi di Alberto De Rossi non riescono a recuperare il doppio svantaggio iniziale contro la Juventus. Primo tempo opaco, ma ripresa a grande ritmo che però non è stata sufficiente. "Abbiamo fatto un primo tempo insufficiente, loro sono partiti molto forte e su questo campo si sono trovati nettamente meglio di noi qualche elemento non si è proprio trovato su questo campo eravamo in grande difficoltà poi nel secondo tempo è uscita la vera Roma, è un peccato perchè meritavamo questa partita secondo me ampiamente, un tempo per uno loro hanno segnato di più e vincono il torneo al quale tenevamo molto." Con queste parole Alberto De Rossi ha commentato l’amaro epilogo di oggi.
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