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Come cambia la Roma con Mourinho: Dzeko torna protagonista, speranza Kluivert

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Lo Special One rivoluziona i giallorossi: il bosniaco sarà di nuovo un punto di riferimento, l'olandese pronto a “scrivere la storia”. Mkhitaryan in dubbio, dal mercato arriveranno un portiere e un centrocampista

Paolo Franzino

Né Sarri, né Allegri. Il prossimo allenatore della Roma è José Mourinho, portoghese come Paulo Fonseca, ma dalle idee tattiche diametralmente opposte rispetto al suo predecessore. L'ex tecnico tra le altre di Chelsea e Real Madrid, ha infatti costruito i suoi maggiori successi puntando su un calcio reattivo, fondato sul baricentro basso e ripartenze veloci. Ne sanno qualcosa soprattutto i tifosi dell'Inter, sul tetto d'Europa undici anni fa grazie alle due partite di sacrificio giocate contro il Barcellona di Guardiola. Annullare il gioco avversario è uno dei principali obiettivi di Mou, che probabilmente schiererà la Roma col 4-2-3-1, il modulo di riferimento delle sue ultime esperienze.

Come cambia la Roma con Mourinho

In difesa si tornerà dunque a quattro, anche se Mourinho al Tottenham in alcune occasioni ha optato per la retroguardia a tre. La gestione del pallone non sarà più un dogma da seguire, come testimoniano le statistiche: il possesso medio degli Spurs in questa stagione, ad esempio, supera di pochissimo il 50%. Dzeko tornerà protagonista assoluto: le sue caratteristiche sono simili a quelle di Kane, che Mourinho, fino a pochi giorni fa, ha utilizzato da regista offensivo per sfruttare le accelerazioni degli esterni, in particolare quelle di Son. La Roma ha diversi trequartisti veloci e bravi negli inserimenti, come Zaniolo o il rientrante Kluivert. Proprio all'olandese Mou fece un discorso al termine della finale di Europa League tra Ajax e Manchester United, proponendogli di andare in Inghilterra per fare la storia insieme: i due avranno la possibilità di farla qui in Italia. Da capire invece cosa accadrà con Mkhitaryan, spesso criticato dal tecnico portoghese nell'esperienza comune con i Red Devils: “È stato l'allenatore più difficile che ho avuto, un vincente di natura, vuole solo vincere e che ogni giocatore faccia ciò che lui chiede – disse di Mou l'armeno -. Abbiamo avuto conflitti e divergenze, voleva che mi allenassi di più, ma io pensavo di lavorare duramente, aiutare la squadra e far gol e nonostante tutto lui era sempre insoddisfatto”.

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La formazione della Roma di Mourinho

Quel che pare certo è che dal prossimo anno sarà una Roma che mostrerà i muscoli, piuttosto che la tecnica. Nessun problema per Veretout, abituato a lottare per novanta minuti in mezzo al campo. Possibile che al francese verrà affiancato un altro mediano solido a protezione della difesa, con Pellegrini definitivamente spostato sulla trequarti. Karsdorp e Spinazzola saranno ancora fondamentali, con loro potrebbe esserci pure Florenzi: la retroguardia sarà più vicina al portiere rispetto agli ultimi anni, ma ai terzini verrà comunque chiesto un grande lavoro offensivo (ricordate il Maicon dell'Inter?). In attesa del portiere titolare, conferme in vista anche per Mancini e Smalling. L'inglese, in particolare, dopo il passato allo United è tenuto in grande considerazione da Mourinho, che nonostante qualche battuta sulle capacita di impostazione lo avrebbe volentieri acquistato per il suo Tottenham. “L'unica cosa che non mi piace è il suo taglio di capelli”, disse lo Special One nel 2018. Dopo tre anni i capelli sono diventati più lunghi, chissà se Mou li apprezzerà.

Così la Roma con Mourinho? PORTIERE DA DEFINIRE; Florenzi (Karsdorp), Mancini, Smalling, Spinazzola; CENTROCAMPISTA DA DEFINIRE, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Kluivert (Mkhitaryan); Dzeko.

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