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Colantuono, a Roma non si cambia (o quasi): Padoin sulla fascia. La probabile formazione

Squadra che vince non si cambia. Una delle tante verità del calderone di frasi fatte a cui attingono gli chef del pallone, quelli deputati ad assumersi le scelte della domenica con tutti gli onori e gli oneri conseguenti. Sperando di non fare la...

Redazione

Squadra che vince non si cambia. Una delle tante verità del calderone di frasi fatte a cui attingono gli chef del pallone, quelli deputati ad assumersi le scelte della domenica con tutti gli onori e gli oneri conseguenti. Sperando di non fare la frittata, beninteso.

Dietro i ritornelli sempre uguali di un mondo comunque avvezzo a prendersi maledettamente sul serio, spesso ci sono comunque le succose prove del campo. E per la trasferta di Roma, certamente la più impegnativa di un avvio di campionato comunque a mille all'ora, Stefano Colantuono sta pensando seriamente di riproporre la stessa formula vista e apprezzata domenica scorsa nel vittorioso match casalingo contro il Novara. Con il genio Giacomo Bonaventura confinato almeno inizialmente in panchina, pronto a calare l'asso della propria verve in corso d'opera. Dagli allenamenti di oggi - il classico "doppio", ma con lavoro suddiviso in due gruppi ad orari diversi - e quelli di domani, che precederanno la partenza per la Capitale, il nodo delle soluzioni definitive dovrebbe essere sciolto. Seppur con la riserva dovuta alle famigerate porte chiuse, destinate a proteggere schema e uomini - da giovedì in poi - da occhi indiscreti e "spioni". Conferme, dunque.

Non per cieco conservatorismo, ma sulla base di una conclusione alle soglie dell'ovvio. Se per smussare gli angoli al rombo dei piemontesi s'è rivelato decisivo l'utilizzo di due esterni-pendolo come Ezequiel Schelotto e Simone Padoin, ovvero il maratoneta dal fisico da saltatore in alto e il jolly settepolmoni utilizzabile nelle due fasi spremendone la stessa continuità di rendimento, a maggior ragione i due potrebbero aiutare a fare da tampone al tridente giallorosso. L'unico vero dubbio riguarderebbe il ballottaggio tra Manolo Gabbiadini, sacrificatosi in un ruolo oscuro in appoggio all'ariete German Denis nello scontro diretto con gli azzurri di Tesser, e un Maxi Moralez che scalpita per tornare protagonista del modulo a lui congeniale, il 4-4-1-1 che l'allenatore romano sembra preferire alle altre alchimie tattiche per la sua capacità di esaltare la manovra sull'asse tra regista (Luca Cigarini), suggeritore (Maxi) e sfondatore-uomo sponda (il Tanque). L'undici di partenza, sabato alle 18, dovrebbe quindi essere il seguente: Consigli; Masiello, Capelli, Manfredini, Bellini (20% Peluso); Schelotto, Brighi, Cigarini, Padoin; Moralez (45% Gabbiadini); Denis.

 

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