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Col Siena servono i gol degli attaccanti. In arrivo Di Benedetto e il suo incontro con Totti

(Ansa) Brava a lavorare ai fianchi l’avversario, ma incapace di assestare il pungo decisivo per il ko tecnico. Padrona del ring per larghi tratti del match, ma sempre con l’incognita della tenuta difensiva. È la nuova Roma di Luis...

Redazione

(Ansa) Brava a lavorare ai fianchi l'avversario, ma incapace di assestare il pungo decisivo per il ko tecnico. Padrona del ring per larghi tratti del match, ma sempre con l'incognita della tenuta difensiva. È la nuova Roma di Luis Enrique, paragonabile a un pugile ricco di potenziale ancora inespresso.

Soprattutto per quanto riguarda l'attacco visto che, nonostante possa contare su un poker di pesi massimi (Totti, Borriello, Osvaldo e Okaka) e welter (Bojan, Borini, Lamela e Caprari), fatica da morire a far breccia nella retroguardia avversaria. E a sottolineare le difficoltà del reparto offensivo della formazione giallorossa, che tra amichevoli estive e gare ufficiali ha segnato appena una rete con le proprie punte (a firma del giovane Caprari), è anche il sistema di rilevazione delle statistiche della Lega di Serie A. I numeri diffusi dopo le prime due gare di campionato parlano chiaro: la Roma ha tutto per far bene, tranne la concretezza sotto porta. La squadra di Luis Enrique è seconda solo a Juventus e Milan per possesso e palle giocate, tallona la 'Vecchia Signorà nella percentuale di passaggi riusciti, mentre comanda la categoria relativa alla 'supremazia territorialè. Nessuno infatti, nei primi 180 minuti, ha saputo fare meglio di Totti e compagni per tempo totale di possesso palla nella metà campo avversaria. Eppure, nonostante tutti questi dati postivi, la Roma arranca a metà classifica nella graduatoria riguardante la percentuale di pericolosità che misura la produzione offensiva di una squadra (in testa c'è il Napoli). Insomma, per dirla con un vecchio adagio, tanto fumo e niente arrosto.

 

Il trend negativo dovrà necessariamente essere invertito in occasione della gara interna di giovedì sera col Siena. Non solo perchè Luis Enrique ha estremo bisogno dei tre punti per continuare a lavorare con serenità al suo progetto tecnico-tattico, ma anche perchè sugli spalti dell'Olimpico ci sarà Thomas DiBenedetto che, da quando ha rilevato la proprietà del club, attende ancora di poter gioire per una vittoria. Il businessman statunitense arriverà domattina nella Capitale e si tratterrà a lungo per cercare casa e, soprattutto, cominciare a programmare il futuro della Roma. In agenda sono già previsti incontri istituzionali (col sindaco Alemanno, col presidente del Coni, Petrucci), e riunioni per approfondire il tema legato alla costruzione dello stadio di proprietà. Tra un impegno ufficiale e l'altro, poi, DiBenedetto dovrà trovare un ritaglio di tempo per scambiare quattro chiacchiere anche con Francesco Totti che ha fatto sapere di voler incontrare il patron per conoscersi e iniziare, perchè no, ad affrontare il discorso legato al futuro del numero 10 nella proprietà a stelle e strisce anche in considerazione del fatto che per il capitano è pronto un contratto da dirigente una volta appesi gli scarpini al chiodo. Il tutto senza dimenticare l'appuntamento col consiglio d'amministrazione del prossimo 27 settembre nel quale DiBenedetto sarà cooptato per poi essere eletto presidente in concomitanza con la successiva assemblea dei soci.