(di Massimo Limiti) Mister, mi permetto di sottoporLe modestamente cinque semplici domande che mi sono venute in mente in questi giorni, soprattutto ieri sera al termine della sconfitta di Siena.
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Cinque domande a Luis
(di Massimo Limiti) Mister, mi permetto di sottoporLe modestamente cinque semplici domande che mi sono venute in mente in questi giorni, soprattutto ieri sera al termine della sconfitta di Siena.
A chi legge dico di finirla nel pensare a vedove o non vedove del passato. Io scrivo scevro da alcun tipo di preconcetto, e ragiono anche senza principi integralisti.
1 – E’ sempre così convinto che “E’ meglio avere noi il pallone” come disse il primo giorno di presentazione nella tenda di Trigoria? Che importanza ha la percentuale alta di possesso palla quando poi il primo tiro in porta, su azione, arriva all’84°?
2 – Non sarà mica che il fatto che Lei, come ha più volte sostenuto, guarderà la classifica solo alla fine, sia uno dei difetti di questa sua conduzione? No, perché non è la prima volta che la sua squadra fa cilecca proprio nella giornata in cui, giocando per ultimo, il campionato era tutto apparecchiato aspettando solo la fame della Roma. Che puntualmente rimane a digiuno.
3 – Vuole ancora insistere sulla sua scommessa Josè Angel? Fino a quando?
4 – Ha ragione Lei quando ha detto “Ormai noi abbiamo una identità, un modo di giocare!"! Verissimo, ma ho l’impressione che l’abbiano capito anche gli avversari. Eccome se l’hanno capito!
5 – Lei ripete spesso che il calcio è fatto di “dettagli”. Vero. Se a Novara Meggiorini passava al compagno libero al centro, o Moscardelli all’Olimpico realizza un gol già fatto, e se il Catania nei primi 65 minuti di gioco sfrutta almeno una delle quattro occasioni limpide da gol (e forse me ne dimentico altri) la classifica della Roma era ben peggiore. Ma meglio non considerare i “se” (e quindi i dettagli) nel calcio. Altrimenti non vale.
Concludo conuna constatazione che forse ai più è sfuggita. La scorsa estate Lei era in bilico se venire alla Roma o andare all’Atletico Madrid e poi sappiamo tutti come è finita. Bene, la seconda squadra di Madrid dopo aver capito che Manzano non poteva garantirgli l’arrivo nei primi posti della Liga, nonostante il viaggio in Europa League continuava senza eliminazioni (!!), gli ha dato il benservito ed ha chiamato Simeone. I dirigenti dei colchioneros la classifica la guardano bene tutte le domeniche.
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