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Chivu: “Totti, Ibrahimovic e Sneijder sono i più forti che ho avuto come compagni di squadra”

"Nel 2007 la Roma mi aveva venduto al Real Madrid. Mancava solamente la mia firma, ma non era mia intenzione andare in Spagna"

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“Quella del 2007 è stata un’estate molto ‘calda’ per me. Da quello che mi risulta ricordo che la Roma e il Real Madrid erano d’accordo su tutto e avevano firmato anche un contratto.  - ha detto Christian Chivu intervistato da Fcinternews.it - Mancava solamente la mia firma, ma non era mia intenzione andare in Spagna. Sin dal termine della stagione 2006-2007 avevo espresso il mio unico desiderio, ovvero quello di andare all’Inter. Quindi la dirigenza giallorossa sapeva benissimo qual era la mia preferenza, ma hanno deciso ugualmente di portare avanti la trattativa con il Madrid. Hanno firmato il contratto con gli spagnoli, c’è l’accordo sulle cifre e tutto il resto, ma manca il mio sì. Successivamente sui sul giornali escono tante voci circa un danno che, secondo tutti, avevo provocato alle casse della Roma. Passo un’estate bruttissima, dovevo tornare alla Roma perché, ovviamente, avevo ancora un contratto in essere con loro, ma a Trigoria i tifosi mi insultavano. Non era un momento bello per me, la Roma non voleva trattare con l’Inter. Arrivato a quel punto mi ero messo in testa che in quella stagione avrei giocato ancora con la maglia giallorossa. Non potevo fare nulla”.

Ascoltando la tua storia stona il soprannome che ti fu affidato a Roma (Swarovski, ndr). Assomigli più a un guerriero.

“Diciamo che quindici interventi subiti, partendo sempre da zero per ricominciare a giocare spiegano molto. Swaroski… va beh! (Ride, ndr). La mia testa funzionava alla grande, il mio desiderio di giocare era immenso e sono stato capace di dimenticare in fretta tutti i problemi fisici che mi hanno colpito, calpesando e superando ogni ostacolo che si è presentato da me. Anche con Stramaccioni ho convissuto con problemi, punture e dolori, anche zoppicando. Non posso negare la mia forza di volontà, il mio voler tornare a giocare il più velocemente possibile, ma alla fine ho dovuto dire stop e arrendermi al destino”.

I tre compagni e i tre avversari più forti di sempre.

“È una bella domanda, ma ho paura di dimenticare qualcuno! In tanti anni di carriera ho avuto la fortuna di affrontare giocatori straordinari e di condividere la stessa avventura con compagni meravigliosi. Se dovessi citarne tre dico: Ronaldo al primo posto perché è il numero uno, seguito da van Nistelrooij e Shevchenko, uno che mi ha fatto una ‘testa così’. Per quanto riguarda i miei compagni, preferisco non stilare una classifica, ma vorrei metterli tutti a pari merito: Totti, Ibrahimovic e Sneijder”.