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Cetin: “Alla Roma non abbiamo fatto nessun tampone. A sostegno della lotta contro il Coronavirus”

LaPresse

Queste le parole del difensore turco: "Abbiamo più tempo per noi stessi. Rispetto il programma stilato dal club"

Redazione

Mert Cetin, difensore della Roma, ha rilasciato un'intervista al portale turco yeniakit.com per parlare del periodo particolare che sta vivendo nella Capitale in relazione all'emergenza sanitaria legata al Coronvairus. Queste le sue parole:

Sul periodo di isolamento domestico

“La quarantena ovviamente ci ha costretto a stare a casa e a spendere più tempo con noi stessi. Io sto vedendo molte serie televisive e sto leggendo alcuni libri, tra un allenamento e l’altro. La società ci ha dato un programma di allenamento e lo sto rispettando per farmi trovare pronto”.

Sul sostegno della Roma e sull'eventuale test effettuato

“Devo dire che il Club ci sta dando molto sostegno, organizzando consegne in casa per tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Ci hanno fatto arrivare il materiale sportivo utile all’allenamento, compresa una cyclette. Inoltre siamo costantemente in contatto con lo staff e i dirigenti con cui facciamo spesso videochiamate. Per quanto riguarda il test, no, non lo abbiamo fatto, anche perché in assenza di sintomi non c’è ragione di farlo. Nessun compagno né altre persone di mia conoscenza sono positive al Coronavirus”.

Sulle iniziative della Roma

“Sono davvero orgoglioso di quanto sta facendo il club a sostegno delle strutture sanitarie in difficoltà. La società ha chiesto anche il nostro supporto per sostenere le iniziative della Fondazione del Club, che si chiama Roma Cares. Ovviamente tutti noi calciatori abbiamo aderito con entusiasmo. Ma quello che è più sorprendente non è solo la capacità di reperire fondi, quanto l’operatività al fianco di chi ha bisogno. Pensa che la Roma ha fatto arrivare a tutti i suoi abbonati over 75 un pacco con materiale sanitario e prodotti alimentari. L’ho trovata una cosa fantastica”.

Sulla situazione in Serie A e sulla ripresa

“La sicurezza dei tifosi e delle squadre deve essere messa al primo posto. Ci sono dirigenti che sono incaricati di prendere queste decisioni e se sono giunti a questa conclusione significa che bisognava agire in questo modo. La salute viene al primo posto, ma detto ciò mi auguro che usciamo presto da questa situazione e torniamo alla vita di tutti giorni”.

Sui contatti con gli altri turchi in Serie A come Demiral e Calhanoglu

“Siamo spesso in contatto ma onestamente non ho avuto modo di sentirli negli ultimi giorni”.

Sul messaggio da dare al popolo turco

"Posso semplicemente dire di rispettare le decisioni che vengono prese da chi sta sopra di noi: se vi dicono di stare a casa, state a casa. Bisogno avere rispetto di noi stessi e di chi ci sta vicino”.