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Causa azionisti-Pallotta, chiesta l’archiviazione: “Finanziamento per far sopravvivere la Roma”

LaPresse

L'ormai ex presidente di Boston si difende dall'accusa di aver modificato retroattivamente i termini dei prestiti al fine di garantire loro una quota minore in caso di cessione

Redazione

James Pallotta si difende. È di più di tre mesi fa la notizia di una class action degli investitori di minoranza della Roma nei confronti dell'ormai ex presidente: l'accusa è quella di aver modificato retroattivamente i termini dei prestiti tra la società e loro stessi al fine di convertirli in una nuova classe di azioni con l'obiettivo di garantire, a fronte di una cessione della società, un minor guadagno per i piccoli investitori.

Ma il bostoniano tramite i suoi legali della DLA Piper ha risposto chiedendo l'archiviazione del caso: "Si tratta di un tentativo da parte di membri scontenti della società di accusare gli imputati di illeciti senza alcuna base di fatto o di diritto", affermano Pallotta e i suoi affiliati in un atto reso pubblico giovedì e riportato da Bloomberg Law.

Nella mozione per archiviare il caso, Pallotta e i suoi affiliati affermano che l'accusa è "irrilevante": il finanziamento - si legge - ha aiutato la Roma a sopravvivere dopo che "le partite del club sono state cancellate, il mercato dei giocatori è crollato, l'asta per i diritti televisivi è ritardata e il processo di vendita della società è stato improvvisamente bloccato quando l'Italia è diventata un epicentro del coronavirus.

Le altre accuse riguardano l'aver tenuto nascosti gli investitori dagli aggiornamenti per la cessione a Friedkin e dalle intenzioni di dar vita a questo nuovo finanziamento. "Ma le informazioni richieste dai querelanti sarebbero stati pura speculazione - si legge nella mozione di archiviazione - e poi al round di finanziamento ha preso parte l'80% degli investitori. Questo smentisce l'affermazione che fossero necessarie maggiori informazioni".