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Catania-Roma, psicologo e stretching: come vincere una gare in 25'

(Ansa) – Venticinque minuti di partita. Senza rischi di finire la benzina, ma con la necessita’ di dare il massimo in una specie di rush per la vittoria. Catania e Roma tornano in campo mercoledi’ per il recupero della partita...

Redazione

(Ansa) - Venticinque minuti di partita. Senza rischi di finire la benzina, ma con la necessita' di dare il massimo in una specie di rush per la vittoria. Catania e Roma tornano in campo mercoledi' per il recupero della partita interrotta il 14 gennaio scorso al 20' della ripresa.

E si preparano alla strana partita a meta' - anche un po' meno - dal punto di vista atletico ma anche psicologico, oltre che tattico Muscoli alla prova, dunque, ma non solo. Perche' da Carlo Vittori, storico preparatore di Mennea e di Baggio, a Giambattista Venturati, preparatore della nazionale azzurra, la convinzione e' una: l'unico modo per intervenire sulla preparazione di una partita da 25' e' lavorare sul riscaldamento.

''Va intensificato, per partire 'ventre a terra' al fischio d'inizio, dice Vittori. ''Si puo' allungare oltre i tradizionali 15-20', ma il vero problema e' la pausa tra fine warm up e fischio d'inizio'', aggiunge Venturati. ''Allenamento della vigilia e alimentazione non vanno cambiati'', sottolinea Venturati, che ricorda quando con la Fiorentina di Prandelli dovettero preparare il recupero di un incontro interrotto alla mezzora, giocando poi 15' e dopo l'intervallo un tempo intero. ''Non influirebbero, e poi si darebbe un messaggio psicologico diverso da quello solito''.

C'e' da sgomberare il luogo comune del calciatore che gestisce i 90' e comincia al risparmio, perche' - sottolinea Venturati - ''la macchina del corpo deve in teoria arrivare al fischio d'inizio gia' al top''. Dunque, lo snodo e' il riscaldamento. ''Attualmente ciascuna squadra fa i suoi step, secondo abitudini e gradimento dei giocatori. Si va dai 15' ai 20' di lavoro. Noi in nazionale puntiamo anche molto sull'idratazione - spiega Venturati - Il problema vero e' che tra la fine del riscaldamento e il fischio d'inizio passa troppo tempo. Il giocatore torna nello spogliatoio, poi riesce: c'e' un decadimento atletico. Se posso dare un consiglio a chiunque, e' di sfruttare i pochi minuti prima del via per qualche allungo in piu'. E nel caso di una partita di 25', una soluzione potrebbe essere allungare oltre i tradizionali 20' il warm up. Ma un tempo ideale non c'e'''.

Ci vogliono tra i due minuti e i due minuti e mezzo per l'equilibrio d'ossigeno (steady state) e vari minuti per l'adattamento muscolare: accendere la macchina del corpo e poi spegnerla di nuovo, dunque, rischia di 'mangiare' tempo allo spezzone di partita che resta. ''C'e' poi da tenere in conto che il riscaldamento ha una valenza si' fisica, ma anche psicologica - chiude Venturati - Anche quella preparazione non va dispersa, in vista dei 25'''.

Almeno, la partita-mini non avra' la controindicazione delle riserve di zucchero esaurite, ''come succede negli ultimi 15', quando calano gli scatti veloci, aumentano gli errori, e arriva qualche gol in piu'''. Anche Vittori punta l'attenzione sull'aspetto mentale: ''Se c'e' un approccio prudente, alla fine puo' imporsi un inconscio patto di non belligeranza - ha spiegato il preparatore -, ma se una delle due squadre vuole vincere a tutti i costi bisogna partire 'a mille', determinati a imporsi e magari a correre qualche rischio''. Il Catania, in pratica fermo dal 28 gennaio scorso, avra' il suo ritorno in campo con questo scampolo di partita e per questo la squadra sta lavorando oltre che sulla preparazione atletica anche sulla concentrazione. Quanto alla Roma, da sempre Luis Enrique ha curato con particolare attenzione l'aspetto psicologico e in questa occasione il ruolo del mental coach dello staff giallorosso, Antonio Llorente, potra' essere particolarmente importante.