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Cassetti: “Spalletti è una garanzia, adesso sta ai giocatori dare qualcosa in più”

"Il distacco d'amore dei tifosi giallorossi da cosa dipende? Dalla mancanza di risultati. Quando crei delle aspettative poi devi sempre mantenerle" ha dichiarato l'ex terzino giallorosso

Redazione

Marco Cassetti, ex terzino della Roma nella prima avventura giallorossa di Luciano Spalletti, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Rete Sport. Queste le sue dichiarazioni:

Innanzitutto che è successo ieri? Un pandemonio? Parliamo della partita contro il Livorno.

Sì, è successo un po' di tutto. Mi sono infortunato dopo 20', speriamo non sia nulla di grave. E' stata una partita tra due squadre che avevano bisogno di punti, gli arbitri ne hanno combinate di tutti i colori da una parte e dall'altra, alla fine il tutto si è concluso con il classico pareggio. Accontentiamoci del punto in trasferta.

Avete fatto dimettere Spinelli...

Sono anni che lo dice però! (ride, ndr)

In questo momento stiamo cercando di capire cosa può avere in mente Spalletti per la Roma. Qui ha lasciato un ricordo eccezionale, per cui c'è stato grande entusiasmo quando è tornato. Fare la difesa a 3 con i terzini più alto significa reinterpretare il ruolo?

Non cambia tantissimo, anzi, hai comunque un uomo in più di copertura dietro. Secondo me è una scelta molto azzeccata quando hai giocatori che per caratteristiche sono più offensivi che difensivi, quindi per farli giocare quei 15-20 metri più avanti è la soluzione ideale. Non si devono abbassare molto con la difesa a 3. Poi dipende come vuoi giocare, se preferisci giocare solo con i 3 dietro e rischiare un po' di più in fase difensiva ma avere superiorità numerica a centrocampo, oppure fargli fare le scalate. I tre dietro devono essere bravi a far girare la palla.

Quello del terzino è un ruolo complesso, nella Roma da quando siete andati via voi non si è più deciso di investire su questo ruolo. Quanto è importante questo ruolo?

In Italia non ce ne sono tantissimi, son rimasti veramente pochi. Forse manca insegnamento sin da quando si è ragazzini, ma non vogliono accusare nessuno. Mi sembra palese la cosa. Il ricambio generazionale c'è stato poco in tutti i ruoli, soprattutto nei terzini. Mi piaceva Zappacosta dell'Atalanta, ma ora vedo che a Torino sta facendo fatica. Non so perché non abbiano deciso di investire, però ce ne sono veramente pochi in tutta Europa.

Che speranze ha Spalletti di replicare Taddei-Perrotta-Totti-Pizarro con i giocatori che ha disposizione ora?

Nessuna.

Il silenzio di Totti a cosa è dovuto?

Non è mai stato un chiacchierone lui e lo sapete benissimo. E' stato fuori tanto per infortunio, non essendo protagonista è difficile che si metta a parlare quando non è chiamato in causa.

Come l'hai sentito?

L'ho sentito 3 settimane fa. Bene, l'ho sentito bene. Abbiamo parlato di tutto tranne che di calcio, forse di qualcosina sulla squadra. Ma ovviamente non posso dire nulla. L'ho trovato sereno perché era appena rientrato dall'infortunio, aveva risolto il suo problema.

A Roma c'è un distacco d'amore nei confronti di questa squadra inaspettato. Da cosa dipende?

Dalla mancanza di risultati. Quando crei delle aspettative poi devi sempre mantenerle. Penso che sia così, alla fine contano sempre i risultati.

Una volta però si andava oltre i risultati...

Non essendoci questo grande ricambio generazionale da parte dell'Italia ci sono meno italiani in quasi tutte le squadre, non c'è più magari il senso di appartenenza secondo me. Quando ero ragazzo, andare in una grande squadra come la Roma era un punto di arrivo incredibile. Adesso mi sembra che la cosa sia andata un po' scemando. Guardiamo la Roma: di italiani ce ne sono ben pochi. La Juventus tutti gli anni ha sempre un nucleo di italiani che si tirano tutti dietro, il Milan sta rifondando con gli italiani.

Qual è il vero problema di questa Roma? E' colpa dei giocatori, dell'allenatore, della dirigenza? Di chi è la maggior parte della colpa?

Bella domanda. Quando le cose vanno male la colpa va suddivisa per tutti, non c'è un unico colpevole. E' normale che con l'esonero di Garcia i giocatori devono assumersi un po' più di responsabilità. Adesso sta a loro rispondere. Spalletti è sintomo di garanzia per come lavora, per come interpreta il calcio. Per la gente che tifa Roma è una garanzia, adesso sta ai giocatori dare qualcosa in più. La responsabilizzazione, quando si caccia un allenatore, è normale che ricada sulla strada. Spalletti farà sicuramente un ottimo lavoro. Il modulo di gioco che ha adottato? Magari cambierà ancora, per trovare la chiave devi rivoltare il calzino più volte. Non c'è più quel Totti della prima volta, quello che era il fulcro del gioco.