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Cassetti: “Il derby è una partita a parte. Penso vincerà la Roma. L’uomo in più è Nainggolan”

"Il primo pre-derby? Ce lo ricordiamo sempre io e Max Tonetto. La sera prima qui a Trigoria abbiamo visto la faccia di Daniele che lo sente tantissimo, era smorto, stanco. E ci siamo detti "Se lui è così noi come dobbiamo stare?". Così abbiamo...

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Marco Cassetti è stato intervistato da Roma Radio. Queste le sue dichiarazioni:

Hai capito più di tutti Balzaretti l'anno scorso.

Sì siamo quei giocatori che nessuno si aspetta protagonisti. Soddisfazione doppia.

Ti ricordi dopo il tuo gol, cosa è successo nello spogliatoio?

C'è stata gran festa, mi ricordo benissimo il giorno dopo. Ho portato mio figlio a scuola calcio c'erano telecamere, Sky. E' una cosa bellissima che mi porterò sempre dentro.

Roma ti è rimasta dentro.

Assolutamente si. Mi sono sentito subito a mio agio nella città. Mia figlia è nata a Roma, mio figlio ha fatto la scuola qui.

Hai imparato subito cos'è il derby a Roma.

Già se sei calciatore in Italia sai le cose per sentito dire. Dal primo giorno quando vieni ingaggiato invece il primo input è "Ricordati del derby".

Il primo pre-derby?

Ce lo ricordiamo sempre io e Max Tonetto. La sera prima qui a Trigoria abbiamo visto la faccia di Daniele che lo sente tantissimo, era smorto, stanco. E ci siamo detti "Se lui è così noi come dobbiamo stare?". Così abbiamo capito per un tifoso romanista cos'è un derby.

Se fosse Roma-Torino sarebbe comunque una partita importante, c'è l'aggravante, o è una cosa che aumenta la positività, che sarà un derby a cambiare la storia di questo campionato.

Certo avrei preferito un'altra partita.. Vengono tutte e due da due belle vittorie, arrivano a livello mentale molto bene. Sarà importante entrare con la determinazione giusta e dimenticare che questa partita può valere il primo posto. Ma il derby è una partita a parte, sia che valga per il primo o per un terzo posto. E' un'occasione grande perchè è una partita che vincendola, a livello mentale, ti carica moltissimo. Con l'incentivo di arrivare primo ancor di più.

C'è una ricetta giusta per affrontarlo?

Non c'è ricetta. Io ho cercato di viverla serenamente. Basta il viaggio in pullman da Trigoria allo stadio, vedevi la gente impazzita delle scene allucinanti che però ti caricavano. Almeno a me personalmente sì.

Non ti ricordi niente di quel tuo gol?

Mi ricordo benissimo tutto, com'era nata l'azione. Tutto.

Come descriveresti la corsa verso la Sud?

A distanza di cinque anni non ho mai visto la palla entrare. Avevo intuito che la palla fosse entrata. Il mio primo pensiero è stato "Cosa faccio?". Io volevo fare cinquanta giri sotto la curva, poi vedevo troppi cartelloni e ho detto "Mi stiro subito".

La gente?

Il boato, lo speaker, il pubblico che grida il tuo nome..

L'urlo è talmente forte che va oltre la barriera del suono..

Assolutamente si.

Quante volte l'hai rivisto?

Tante. Rimarrà sempre nella storia dei derby. Uno dei tanti o uno dei pochi, dipende dai punti di vista. Rimarrà sempre dentro di me e dentro la storia dei derby di Roma.

Questa Roma dicono sia meno brillante dell'anno scorso. Meno spettacolo ma più concreta.

Sì, e poi rischia meno in fase difensiva. E' compatta, concede pochissimo, come a Udine. Io la vedo molto bene, meno spettacolare ma quello che conta è il risultato.

E' un luogo comune o un alibi quello secondo cui per ottenere risultati è necessario abbassare il grado dello spettacolo?

Sì perchè devi chiamare in causa molti più giocatori in fase offensiva e dietro concedi di più. Quest'anno invece hai concesso qualche gol ma le partite le hai portate a casa. I punti sono quelli che contano.

Definirti terzino destro è stato sempre limitativo, ma per te Maicon era un punto di riferimento?

Sì certo. Non è il Maicon straripante, avrà qualche problema fisico ma è sempre importante

Scendendo in campo ti accorgevi di quello che succedeva?

Sì mi piaceva guardare la curva, la coreografia, era un cosa che ti fomentava di più. Durante la partita invece non sentivi nemmeno i cori. Nei tempi morti della partita si risente tutto, ma quando si gioca fai fatica a sentire e continui sulla tua strada.

Cosa ti piace di più di questa Roma?

La solidità e la personalità nel giocare la palla. Non hanno nessun timore reverenziale. Potrei tornare alla partita contro il Bayern: Garcia ha fatto una mossa coraggiosa a voler imporre il suo gioco. E' una scelta coraggiosa anche per poter testare la squadra per vedere a che punto era il suo calcio. Poi capisci quanto c'è da lavorare su alcuni aspetti ma anche quanto c'è di buono.

Hai vissuto una Roma bellissima. Trovi delle analogie tra quella Roma e questa?

Sì. Totti e De Rossi. Sono gli unici rimasti. Sono due Rome completamente diverse. Noi facevamo del gioco il nostro forte, se facciamo ora il gioco delle figurine, questa Roma è superiore a quella Roma.

Strootman?

Giocatore straordinario. Gli avrà fatto bene la pausa natalizia per recuperare. E' un acquisto di gennaio.

Le polemiche? I dossier? Domenica a Udine era gol. Cos'è il gol - non gol?

Non lo so. La partita non l'ho vista, ho riguardato le immagini la sera perchè sentivo tutto questo parlare. La prima immagine è abbastanza chiara, poi hanno fatto uscire altre immagini con il palo che non si vedeva bene. Ma è stato molto bravo l'arbitro. E torniamo su discorso degli arbitri addizionali di linea che servono poco.

Non hanno visto il mani di De Jong..

Esatto. Non possono portare dossier, abbiamo anche noi i nostri.

Damiano Tommasi una volta mi ha detto di non criticare gli arbitri perchè si crea una rassegnazione e degli alibi che ti portano a dire in campo "tanto che gioco a fare" e perchè diventa controproducente. Per te?

Si è vero. Però quando vinci comunque ti passa. Alla fine le polemiche il vento le porta via. Quello che vince ha sempre ragione.

L'Inghilterra?

Ho trovato un paese e una cultura diversa, soprattutto nel mondo del calcio.

Che ti ricordi delle differenze nello stare in campo?

Durante la settimana grande tranquillità nel centro sportivo. Giornalisti, tifosi, non esiste niente. Durante le partite stessa cosa. Prima di cambiarti entrano una quindicina di bambini ai quali firmi autografi, poi ti cambi. Musica: avevo compagni di squadra che ballavano nello spogliatoio fino a cinque minuti prima della partita. Era un piacere. Tutti mettevano il duecento per cento in campo e finita la partita, vittoria, sconfitta o pareggio, tutto lo stadio applaudiva. E con il triplice fischio finiva tutto.

Loro sono molto attenti a sottolineare vocalmente le azioni.

Un'altra cosa fondamentale è la tifoseria. Anche nel piccolo stadio di Watford sono vicini. Tifano la propria squadra, non esistono cori contro l'avversario e quando finisce la partita si ritrovano tutti al pub vicino. Il primo che sgarra, c'è lo steward lì vicino.

Ti sei tolto qualche soddisfazione in particolare?

La semifinale di play-off contro il Leicester, per come è maturata. Non avevo mai vissuto una situazione così paradossale, estrema. Ma in Inghilterra sono all'ordine del giorno.

La finale di FA Cup è sentita?

Loro la sentono tantissimo.

Ti sentivi pecora nera?

No, mi sono subito adattato.

Con l'arbitro hanno un altro atteggiamento.

Sì. Danno cartellini gialli su falli stupidi e magari non puniscono delle entrate all'inglese cattive che però se colpisci il pallone non dicono niente. Poi odiano i simulatori. Forestieri, un mio compagno, una volta l'hanno quasi ammazzato.

Zola?

Molto preparato e a livello umano una persona fantastica.

A Cagliari come lo vedi?

Non è stato agevolato, poi Daniele Conti è stato espulso. E' una gara da prendere un po' così. L'espulsione ha compromesso quella gara. Vediamo la prossima contro il Cesena, per lui spero in una vittoria perchè una sconfitta in casa contro il Cesena sarebbe pesante.

Cosa farai da grande?

Ho ancora la speranza di giocare. Vediamo cosa viene a gennaio. Intanto continuo ad allenarmi, se non dovessi trovare niente faccio il corso di allenatore.

Ti piace?

Sì, mi vedo proprio.

Chi dei tuoi compagni che hai avuto alla Roma è nato per fare l'allenatore e chi no?

Francesco non lo vedo sul campo a fare l'allenatore. Nemmeno Daniele. Totti è uno dei migliori ancora in circolazione. L'ho visto qualche volta allo stadio quest'anno.

Che allenatore vuoi essere?

Vincente. Non ho vinto tanto in carriera.. Vincere, buttarla dentro sempre. Ma con una squadra equilibrata e attenta però propositiva. Un mix di cose: non esasperato alla Zeman nè catenacciaro alla Trapattoni. Poi tutti sperano di avere una fase offensiva alla Zeman e una difesa alla Trapattoni ma non è possibile.

Come finisce il derby?

Vince la Roma, facile.

E' un'analisi, una percezione?

E' una speranza.

Io stavolta sono stranamente tranquillo.

Aspettiamo di vedere domani. Sicuro la squadra ti dà tranquillità. Sai che arriverà preparata, che farà il meglio che può. La Lazio è strana, può fare bene o perdersi e quest'anno l'ha dimostrato. E speriamo che sia la seconda cosa che ho detto. Subito rigore e espulsione, vinciamo subito (ride, ndr)

Chi ti preoccuperebbe di più della Roma? Chi le toglieresti?

In questo momento Nainggolan. Per me ora è il giocatore di cui la squadra non può fare a meno. Uno così ti dà tanto. Io, quando giocava a Cagliari, non lo seguivo tanto, da quando è alla Roma molto di più e mi ha meravigliato.

Io dicevo che Nainggolan era forte, ma non così.

Penso che sia migliorato ancora rispetto a Cagliari. Quando arrivi in una squadra come la Roma e giochi con grandissimi giocatori come quelli che sono qui, è un'altra cosa. Lui poi in questo momento sta dando quantità e qualità al centrocampo. E' il centrocampista completo.

Quello che era Vidal l'anno scorso per la Juventus?

Meno offensivo secondo me, però nell'economia della squadra sì.

Tu personalmente hai qualcosa in ballo adesso?

Sì, si è smosso qualcosa in questo ultimo periodo.