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forzaroma news as roma Cassano, veleno sulla Roma: “Ho fatto piangere Totti e i tifosi. Godevo come un pazzo”

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Cassano, veleno sulla Roma: “Ho fatto piangere Totti e i tifosi. Godevo come un pazzo”

Redazione
L'ex giallorosso ha inoltre aggiunto: "Ti faccio piangere tutti i tifosi"

La partita Roma-Sampdoria finita 1-2 per i liguri, rimane ancora una ferita aperta per tutti i tifosi romanisti. Quella sconfitta ridusse al lumicino le speranze di vincere il quarto scudetto della storia giallorossa. E, a distanza di ben 15 anni, Antonio Cassano ci ha tenuto a svelare, durante la trasmissione Viva El Futbol, un retroscena legato alla sfida. E come al solito l'ex bidone del Real Madrid non risparmia veleno sui tifosi della Roma.

"Prima di quella gara il mio amico Vito Scala mi dice che Totti vuole parlarmi – racconta Cassano precisando che il tono di quella conversazione era puramente scherzoso, a livello di sfottò e nient'altro –. Vado dal Pupone che comincia a dirmi che stavamo facendo una grande stagione, mi chiede della famiglia e cose così. Gli dico: arriva il dunque, che vuoi dirmi? Dai, non rompermi il ca**o".  La seconda parte della narrazione è in crescendo: "E lui mi fa: ah… sai… oggi se eventualmente noi vincessimo la partita, calcola tranquillo che poi le altre tre le vincete. Andate in Champions. Ho capito… Oggi io ti dico che vincerò le ultime quattro partite. Oggi io ti faccio perdere lo scudetto e ti faccio piangere, soprattutto faccio piangere la gente che quando io sono andato via di qua mi ha insultato come un cane. La partita è andata come io volevo. Finita 2-1".  Adani e Ventola sottolineano come "chiaramente Francesco scherzasse". Cassano lo conferma ma toglie un sassolino dalla scarpa. "Sì, quella di Francesco era una battuta, me lo fece passare come quello che dice: dai tanto vincete le ultime tre. Io dico no, non hai capito mi servono… vado in Champions e vinco le ultime quattro ma anche se non dovesse servirmi vinco lo stesso perché oggi vi farò piangere e così è successo. Sono andato via con le mutande, godevo come un matto"