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Carta stancata

(di Paolo Marcacci – Forza Roma stadio) Si, lo so che si dovrebbe parlare di questa giornata di campionato, della Juventus e di una sfida comunque eterna, per la tradizione, per i ricordi che smuove, per il nome dell’avversario e per i...

Redazione

(di Paolo Marcacci - Forza Roma stadio) Si, lo so che si dovrebbe parlare di questa giornata di campionato, della Juventus e di una sfida comunque eterna, per la tradizione, per i ricordi che smuove, per il nome dell’avversario e per i protagonisti (molti dei quali in giacchetta nera) che in passato l’hanno resa memorabile.

Però poi penso a come questo campionato l’abbiamo cestinato e a come è ridotta la Juventus e mi viene da parlar d’altro. Di quello che leggo, ad esempio. Mi è venuta spontanea, ad esempio, una piccola riflessione sulla carta stampata e sulla Roma, sul rapporto tra queste due entità che Franco Sensi in tempi non sospetti indicò come tallone d’Achille della sua epoca presidenziale. Se avessi avuto una grande stampa romana... Al di là delle citazioni e dei ricordi che smuovono, la mia riflessione parte da qualche anno fa, da quando i giornalisti che si occupavano della Roma appena potevano prendevano le distanze dalle (allora) famigerate radio private capitoline.

Quando andava bene, le snobbavano, declassando coloro che ne fanno parte a comunicatori di serie c, adducendo una serie di motivazioni talmente ovvie e superficiali che è stucchevole passare in rassegna.

Beninteso: parlavano così prima che le radio, tutte, cominciassero ad offrire loro remunerati spazi da opinionisti. Adesso, una qualche mutazione genetica o semplicemente il deterioramento di quella cosa che un tempo si chiamava deontologia professionale (chi era costei?) e oggi in molti ignorano, si è arrivati al seguente stato di cose: molti tra i giornalisti che si occupano della Roma, in questa città, danno l’impressione di inserire, nei loro pezzi quotidiani, velate e criptiche risposte a questo o a quel conduttore radiofonico, a questa o a quella emittente, in un gioco di rimandi e allusioni che forse, azzardo, porterà in qualche frangente qualche copia in più, ma che allontana a distanze siderali la categoria da quello che era lo stile dei De Cesari e dei Melidoni, tanto per fare un esempio.

È solo l’impressione di un lettore che si definisce particolarmente attento (e che fa parte dell’ambiente radiofonico), come il sottoscritto, non una verità acclarata; però se più di qualcuno tra voi che state leggendo questo pezzo ammetterà di averla provata, allora vorrebbe dire che siamo messi male, ma male, male, male... Ma la cosa più probabile è che io abbia preso lucciole per lanterne. O confuso opinionisti e professionisti, titoli che non sempre vanno di pari passo.

Adesso che ci penso, era comunque meglio parlare di Roma-Juventus.