"Avremmo voluto scrivere, e chissà, forse lo faremo, un editoriale per parlare di come questa squadra un miracolo sia riuscito a farlo: unire, di nuovo, dopo mesi, anzi anni, tutto il famoso “ambiente romano”. E invece no: dobbiamo occupare tempo, energie e spazi a parlare di qualcos’altro, qualcosa che in una semifinale di Champions League dovrebbe essere davvero un dettaglio e invece è diventato prioritario. L’arbitro. Non accomuneremo Roma e Juve, non parleremo di immondizia e orange juice, non invocheremo sensibilità. Quello lo lasciamo all’eleganza e al pudore di altri. Noi parleremo, anzi parliamo, perché la vita è adesso, semplicemente di rispetto. Chiediamo alla Uefa: è rispettoso mandare in finale una squadra con due o tre episodi, tra andata e ritorno, palesemente a favore? Non si toglie credibilità alla coppa più bella del mondo? Non sarebbe stato meglio che Roma, Liverpool, Bayern e l’onnipresente Real si fossero giocate l’appuntamento di Kiev tra di loro?
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Cara Uefa, servono Var e nuove regole. Altrimenti diventa la Coppa dei Cialtroni
Per non interrompere altri sogni c’è bisogno di riscrivere le regole. Serve la Var, e serve in fretta. Serve ridare credibilità a tutta la competizione
"Probabilmente la finale sarebbe stata comunque tra il Madrid e i Reds, perché sono le più forti. E perché Salah e Ronaldo meritano di contendersi il trofeo. Ma davvero l’Europa del calcio deve essere assegnata con un retrogusto così amaro? Non vogliamo fare i populisti, ma la vecchia coppa dei campioni è diventata Champions League per far girare più soldi, chiaramente, ma anche per dare a più tifosi nel vecchio continente la possibilità di sognare il trionfo più bello che c’è. Intenzioni nobili, ma di nobile, in questa Champions macchiata dagli errori arbitrali, c’è poco. Serve la Var, e serve in fretta. Serve ridare credibilità a tutta la competizione, e anche in questo caso serve farlo in fretta. Per non interrompere altri sogni c’è bisogno di riscrivere le regole. Altrimenti sì che tutti avranno davvero l’immondizia al posto del cuore. E, forse, anche degli occhi.
"Nota finale: non abbiamo volutamente citato Sean Cox e quello che gli è stato fatto in questo articolo. La battaglia che sta combattendo non merita di essere paragonata a un rigore o a un fuorigioco. Almeno per noi. E speriamo sia così per tutti.
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