Vincent Candela, storico protagonista della Roma del terzo Scudetto, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Social Football Summit, svoltosi tra ieri e oggi allo Stadio Olimpico. Intervistato da Tuttomercatoweb, l'ex terzino francese ha commentato il momento attuale dei giallorossi, esprimendo il suo parere sulla squadra e sulla gestione societaria. Di seguito le sue dichiarazioni.
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Candela: ”Ranieri ama la Roma. Adesso la società deve risolvere i problemi”
Su Ranieri: “Solo il futuro lo potrà dire, però è un esperto con tante esperienze e che ama Roma. Sicuramente da solo è difficile. Adesso la società sta pensando pure a riempire anche le altre caselle per diventare una società, una squadra completa. Non siamo una squadra per essere 12esimi o 13esimi, siamo comunque una squadra importante e bisogna ritornare sul pezzo, come si dice a Roma. Ranieri, vediamo un po’ che novità ci sarà”
La convince la scelta di far proseguire Ranieri in società a fine stagione?
“È importante risolvere i problemi oggi, tutti quelli che ci sono, come ho detto, dentro la struttura, dentro la squadra. Non dimentichiamo che negli ultimi quattro anni lo stadio era sempre pieno e quindi bisogna dare anche soddisfazione a noi romanisti. Non pretendiamo lo scudetto ogni anno, però qualcosa di logico, in seguito alla nostra passione. Vediamo l’anno prossimo se il mister Ranieri ha importanza di continuare e se il progetto sarà importante. Questo dipende da lui, dipende dal presidente e da come si trovano, visto che non hanno mai lavorato insieme. È importante oggi, lavoriamo su quello che c’è da fare e c’è tanto da fare”.
Nel corso del Social Football Summit lei ha detto che nel calcio moderno non si dribbla più perché appunto il dribbling è una presa di responsabilità. Questo discorso si può fare anche nella Roma? Manca chi si carica la squadra sulle proprie spalle?
“Era un esempio, già si faceva poco ai miei tempi. Per me il dribbling si fa un po’ di meno oggi per le responsabilità, ma ognuno si deve conoscere bene per prendersi più responsabilità, perché dipende solo da noi stessi. Non dobbiamo trovare scuse fuori dal contesto, ognuno deve prendersi le sue responsabilità, sia in squadra sia in società. E questo è il motivo per cui oggi tutti scappiamo, e per parlare della Roma siamo tutti importanti e ognuno deve prendere le sue responsabilità”.
Su Totti: “Rappresenta la Roma nel mondo. Io giro molto il mondo e quando si parla di Roma si pronuncia Totti. Poi bisogna trovare la cosa giusta per lui, dove fa il meglio. Ognuno ha le sue capacità, su Francesco c’è da capire se un pastore fa bene alla Roma o no. Lui diciamo che di calcio ci capisce un po’, potrebbe lavorare per andare a prendere un giocatore o per dire no su altri, deve trovarsi nella posizione giusta”.
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