“Guarda che scempio”, sono le parole di una mamma alla propria figlia mentre camminano accanto a Campo Testaccio, abbandonato al degrado più totale. La recente sentenza del Tar, che ha riconsegnato il campo storico della Roma al Campidoglio, è l’ultimo passaggio di una vicenda che ha portato alla paralisi completa del cantiere, con l’attuale amministrazione in silenzio per troppo tempo. La redazione di ForzaRoma.info ha voluto ripercorrere le tappe principali di questa triste storia, attraverso le voci dei diretti protagonisti degli ultimi anni.
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Campo Testaccio, ecco come si è arrivati al degrado – FOTO
Campo Testaccio ridotto a buca: ripercorriamo la triste vicenda del campo storico della Roma attraverso le parole degli ex delegati del Comune di Roma ai Pup.
Il progetto originario – Campo Testaccio è inserito nel Piano Urbano Parcheggi (abbreviazione PUP) e per quella postazione il progetto dell’amministrazione Veltroni è quello di costruire un parcheggio sotterraneo, un campo da calcio, due campi da calcio a cinque e la realizzazione del Museo della Roma. Il delegato ai PUP dell’epoca, Fabrizio Panecaldo, ci spiega quale fosse l’intenzione dell’opera : “C’era un grande progetto quando lo lasciai io, anche se sono della Lazio il Campo Testaccio rimane storico anche per un laziale. Proposi di fare il museo della Roma lì, si chiude male una pagina che era iniziata nel migliore degli auspici”. L’attuale consigliere Pd e coordinatore della maggioranza in Campidoglio aggiunge senza mezzi termini che questa storia segna “il fallimento della politica”: “È l’assenza di azione politica che ha portato a queste conseguenze. Su un progetto così importante la politica non può consentire ad un’autorità di rimanere inerme o di arrivare a chiudere il cantiere. Io avrei messo a gara quella concessione: se la società non fosse stata in grado di portare avanti il cantiere lo avrei affidato ad altri se si voleva continuare su quel progetto. Il sogno di fare il museo della Roma accanto al campo storico della Roma era un sogno che andava esaudito. Mi sembrava un bel segno per la città e per il quartiere. In ogni caso la vicenda si conclude male, oggi non si realizzerà niente di tutto ciò che era stato pensato originariamente. Io sono un decisionista, con me non si sarebbe andato troppo per le lunghe”.
Piano parcheggi, cosa cambia con la Giunta Alemanno– Le elezioni del 2008 portano un cambiamento nell’amministrazione. Il nuovo sindaco è Gianni Alemanno, espressione della maggioranza di centro-destra. Cominciano ad affiorare i primi problemi sul progetto del Pup a Campo Testaccio, come il ritrovamento di reperti archeologici e un cronico ritardo dei lavori che porta il neo delegato ai Pup Alessandro Vannini a revocare nell'ottobre 2012 la concessione al Consorzio Romano Parcheggi. Il Consorzio fa ricorso contro questa decisione, con il Consiglio di Stato che sospende la revoca del Comune di Roma, in attesa della sentenza del Tar. I giudici amministrativi si sarebbero dovuti pronunciare il 14 febbraio scorso ma la sentenza arriva invece quattro mesi più tardi: “Io ho cercato – spiega il politico - dal punto di vista amministrativo e legale di interpretare una difesa dell’amministrazione: agevolare i costruttori che erano intenzionati ad adempiere all’accordo con il Comune e revocare le concessioni dove il concessionario era inadempiente. Io ho fatto prima quattro diffide al costruttore e infine ho revocato la concessione. Ho parlato più volte con il costruttore, dicendogli che se non mi mettevano nelle condizioni di difendere l’amministrazione dalle loro inadempienze non potevo far altro che revocargli la concessione. Loro hanno fatto un braccio di ferro con me, forse gli interessava più tenere il posto che costruirci il parcheggio. Dicevano che c’era un problema del Comune per quanto riguardava le fogne ed invece non era vero: era una questione di opportunità economico-finanziario. Credo che non abbiano ritenuto più opportuno e commerciale quel luogo. Sono felice che il Tar responsabilmente mi abbia dato ragione, ratificando ciò che avevo deciso”. Vannini ha sua precisa idea qualora si dovesse andare al Consiglio di Stato: “Metto in guardia l’amministrazione dal non raggiungere alcuna transazione: nel caso in cui si vada al Consiglio di Stato il Comune chieda i danni al costruttore perché ha tenuto per cinque anni il cantiere abbandonato a se stesso e non ha realizzato ciò che il Comune chiedeva”.
La situazione attuale di Campo Testaccio- Dopo la battaglia legale tra Consorzio e Comune si è arrivati a uno stallo completo dei lavori. Alcuni consiglieri hanno provato a sollecitare la situazione attraverso delle mozioni (come quella presentata dai consiglieri Palumbo, Celli e Baglio nel dicembre scorso) alle quali però non è stata data alcuna risposta. Ad oggi vedere Campo Testaccio ridotto a una buca fa male a tutti i romanisti, per i quali questo terreno di gioco è qualcosa di paragonabile a una leggenda. Adesso si è a un bivio: se il Consorzio Romano Parcheggi impugnerà la sentenza del Tar si andrà al Consiglio di Stato con ulteriore allungamento dei tempi burocratici mentre se si giungerà a un accordo tra le parti si potranno ricominciare i lavori e restituire finalmente il Campo al suo quartiere, alla sua gente e a tutti i tifosi giallorossi. Scenario che si augura Alessandro Cochi, che da tempo si sta battendo per la causa di Campo Testaccio: “La situazione si sta muovendo dopo il nostro sit-in e questo mi fa piacere. Vengono confermate le inadempienze. E’ importante che il Tar abbia riconsegnato il campo al Campidoglio. L’idea iniziale di fare il Pup là sotto era sbagliata: una storia che è nata male ed è finita peggio”.
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