La conferenza stampa di Daniele De Rossi alla vigilia di Cagliari-Roma che si giocherà domenica 18 agosto 2024. I giallorossi sono pronti per l'esordio stagionale. Domani alle 20.45 inizia il campionato della Roma. Dal 1' ci saranno Soulé e Dovbyk mentre resta in dubbio Paulo Dybala. Out Paredes che è squalificato.
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De Rossi: “Dybala non è più importante della Roma. Il Napoli ha venduto campioni e vinto”
DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA
Come sarà gestita la vicenda Dybala? "Non ci sono indisponibili. Paredes è squalificato, giocherà con la Primavera perché ha bisogno di minuti e ha bisogno di giocare essendo arrivato più tardi. Siamo contenti di avere il sostegno del settore giovanile, giocherà X minuti che abbiamo già deciso. Dybala? Abbiamo sentito qualcosa, se ne è parlato un pochino. Paulo sta con noi, tanti altri giocatori hanno situazioni di mercato. Viene con noi, è convocato non ci sono problemi".
Quali sono le sue ambizioni per quest'anno? "Sogni e speranze di altri 8/9 allenatori che lotteranno per gli stessi obiettivi. spero di vedere questo entusiasmo e questa dedizione al lavoro che hanno avuto i ragazzi nel pre campionato. La prima fase era piena di giovani che ci hanno dato una mano e con la loro qualità hanno tenuto il livello alto nonostante le differenze. La seconda parte è stata fantastica. Vorrei poter dire che quelli che ci sono oggi sono gli stessi che ci saranno il 2 settembre ma non è così per nessuna squadra e andremo a lavorare sulle stesse cose nuovo anche in futuro. Il sogno è portare questa squadra il più alto possibile".
L'allenatore De Rossi come valuta la possibile perdita di Dybala? Da tifoso come si fa a digerire una partenza così? "Non mi puoi chiedere di fare il tifoso, lo sarò sempre ma ora non posso farlo. Il messaggio è sempre lo stesso: trattare con delicatezza degli argomenti che per un tifoso sono vitali. Se tu parli della cessione di un giocatore a mia madre ti dice 'ok va bene'. Se ne parli con un tifoso pensa a momenti indimenticabili e brutti o a quanto si è legato con un giocatore. Solo uno più di me qui dentro capisce cosa significa essere legati ad un popolo. Quello che posso fare io è parlarne con delicatezza. Da allenatore invece non parlo e commenti i rumors o le voci o le chiacchiere. Primo perché non sono stato parte in causa di queste discussioni e secondo perché domani ho una partita importante. Un domani Paulo spiegherà cosa succederà. Lui è un giocatore forte, l'ho sempre detto e rimane un giocatore forte. Quello che dovevo dire l'ho detto a lui e alla società. Ho parlato con chi voleva partire, con chi gioca poco o con chi voleva rassicurazioni. Ho un bel rapporto con tutti e dico sempre le cose in faccia. Fino ad ora sta funzionando per quanto riguarda il rapporto umano. L'ho detto alla società, nessuno però è più importante della Roma. Le mie parole l'altra volta sono state travisate. Non ho nessun interesse, secondo interesse, obbligo di silenzio. Voglio solo una squadra forte, questa cosa mi salva. Una squadra forte e i risultati buoni. Io solo quello voglio. Se qualcuno vuole buttarla su altri temi non devo rispondere. Sono qui per la mia carriera da allenatore e per fare bene alla Roma. Un giorno che lascerò la Roma, la voglio lasciare più forte e in una posizione di classifica migliore rispetto a quando l'ho presa".
Come si è inserito Soulé? "Il tasto di pericolosità del giocatore lo dice quello che ha fatto l'anno scorso. Alcune volte si pensa solo che abbia giocato in una squadra che poi è retrocessa e magari si aspettavano uno da 40 gol. In 5/6 statistiche che piacciono a noi come allenatori che diventiamo nerd e guardiamo il dato singolo, negli under 23 è uno dei primi nei dribbling fatti, assist, passaggi chiave, passaggi filtranti. Noi dobbiamo essere bravi a metterlo a suo agio, ma tutti gli altri si sono insetti bene e si fanno trovare pronti. Anche una menzione per chi ha avuto poco spazio l'anno scorso. Anche loro si stanno allenando bene e stanno tenendo alto il livello della squadra".
Come si concilia la perdita di Dybala con l'avere la squadra più forte? Lei non vorrebbe parlare di queste cos. Il suo predecessore ha iniziato a lamentare la presenza di un personaggio mediatico che parli di queste cose. Non avverte l'assenza di un personaggio che possa parlare di queste cose? "Penso che in questo momento neanche un dirigente possa parlare di queste cose perché sono voci. Magari il 2 settembre ne parlerò anche io, il giocatore o il club. Non è che non voglio parlare perché ho paura di sbagliare ma ora non si deve parlare. Anche un dirigente farebbe fatica a dirvi una cosa non compiuta, anche Paulo o un dirigente. Se si compirà o no se ne parlerà il 2 settembre. Non ho bisogno di una persona che parli di questo, da giocatore parlavo poco e lo sapete. E poi mi vedevate se ero stato il migliore in campo o avevamo perso. Per me le conferenza pre partite sono inutili e vorrei parlare di meno. Poi se tu mi dici che domani entra una figura che parli ai tifosi la valutiamo e sarei contento di abbracciarla. Una squadra 24 mesi fa ha venduto Ruiz, Koulibaly, Mertens e Insigne e poi ha vinto lo scudetto. Non sto dicendo che succederà anche a noi ma dico che a volte le squadre anche perdendo pezzi forti si ricostruiscono e vincono in maniera inaspettata".
Il pensiero dei tifosi incide nelle scelte della società? "Non so a quale operazione ti riferisca. Su Bonucci mi immagino che l'allenatore si è reso conto che per i tifosi il giocatore ha un valore che per la società non aveva. Le scelte fatte da qui alla fine sono mie. Loro analizzino i giocatori e non penso che si fidino ciecamente. Però alla fine i giocatori li ho scelti io, c'è qualche presidente che mette bocca ma qui ci lasciano carta bianca. Poi magari non prendi il primo obiettivo. Il consenso popolare non l'ho percepito, i presidenti hanno piacere se la gente è felice. Lo ero anche io quando non prendevo gli insulti sui social prima di qualche giorno fa. Abbiamo un lavoro da fare e un lavoro da svolgere. Io ho delle convinzioni tecniche".
Dove si potrà ancora investire? "Ieri ho parlato alla squadra. So che il momento è particolare che qualcuno può essere distratto o attirato da altro ma ho chiesto di pensare solo al Cagliari. Pensiamo solo a questo come se fosse ottobre. Ho detto anche che se qualcuno fosse distratto avrebbe potuto parlarmene. Se parlo solo di mercato sto facendo il contrario di quello che ho detto a loro. Va fatto nelle sedi opportune, ai dirigenti, ai giocatori. Al calciatore non glielo dico il 30 agosto che sto cercando uno nel suo ruolo così lui si muove e si sistema. Le caratteristiche che chiedo sono sempre le stesse e fatevi un'idea".
Lukaku è una sorta di unicum, sta provando a sostituirlo con Dovbyk? "Le caratteristiche di Dovbyk non sono così distanti da Romelu. C'è una carriera diversa alle spalle, ma non abbiamo preso un falso 9, uno che svaria in attacco. Abbiamo preso un finalizzatore che attacca benissimo lo spazio, molto veloce, forte, abbastanza pulito nei controlli, decisivo dentro l'area e l'ha dimostrato negli ultimi due campionati. Le consegne sono quelle poi dopo cambiamo qualcosa di partita in partita. Stiamo cercando di non dargli troppe indicazioni perché nella prima parte mi sono accorto che ai nuovi gli dicevo troppe cose e abbiamo diminuito il numero di consegne anche perché sono tutti molto intelligenti. Le Fée nei primi giorni voleva fare qualcosa di giusto per la squadra e poi si dimenticava il pallone. Lo abbiamo lasciato un po' più libero anche perché ha preso condizione dopo aver abbassato i carichi. Do poco peso ai social anche se ne hanno tanto. La maniera di parlare è diventato un modo di fare quotidiano. Anche se nel quotidiano quello che mi hanno scritto non lo direbbero perché non vai in giro per strada ad augurare un tumore o la morte della famiglia perché ha venduto un giocatore o perso una partita. Adesso sorrido, ti danno fastidio per 10 minuti. Cento messaggi così sono brutti, ma poi calcoli che i romanisti sono di più. Vedi le foto e sono ragazzi piccoli, subumani mai visti e lascia correre. Chi dice queste cose dietro una tastiera non è degno di interesse. Mi dispiace, spero di essere amato, sapevo che qualcosa si sarebbe potuto incrinare venendo qui. Non sono mai stato amato e protetto come mi è successo con i tifosi della Roma. Ma allo stesso tempo ci sono stati tifosi della Roma che mi hanno fatto male anche quando giocavo qui. Non è cambiato nulla tra me e i romanisti, magari qualche risultato buono porterà il sereno con chi si diverte sui social".
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