Il rigore dato e poi revocato (andando contro il regolamento) su Koné si aggiunge a una sequela di errori arbitrali nella storia della Roma. Tralasciando episodi minori (ma che poi pesano sul campionato, vedi il rigore non dato a Monza) questa galleria da museo degli orrori ha rovinato spesso la stagione giallorossa a prescindere da obiettivi ed ambizioni. Il caso più recente riguarda la finale di Budapest con lo sciagurato Taylor e il mancato rigore per fallo netto di mano in area del Siviglia. La Roma di Mourinho avrebbe potuto vincere l'Europa League, conquistare la Champions e programmare un futuro diverso. Quello che sarebbe accaduto nel 2018 quando in Roma-Liverpool, semifinale appunto di Champions, ne successero di cotte e di crude. Ma torniamo al campionato. Il gol di Turone nel 1981, i 13 episodi a favore dell'Inter nel 2008 sommati al gol di mano di Inzaghi nel 2003 e il secondo gol regolare col Lecce nel 1986 hanno tolto di fatto 4 scudetti alla Roma che infatti detiene il poco invidiabile record di secondi posti nella storia della Serie A. Da aggiungere l'arbitraggio osceno di Roma-Inter, finale di coppa Uefa del 1991. Quel metro in più sul rettilineo finale è stato spesso rovinato dalle decisioni arbitrali. Negli anni di Zeman a dire il vero fu tutto il tragitto a essere pieno di ostacoli voluti. E Calciopoli ha insegnato che non si tratta sempre di complottismo. Ieri l'errore di Sozza potrebbe risultare decisivo per la mancata qualificazione in Champions dopo una rimonta pazzesca di Ranieri. Che ha perso la calma, perché essere Signori non vuol dire essere coglioni.
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Budapest e dintorni, quando l’arbitro rovina la stagione della Roma
Coppe, scudetti e piazzamenti: spesso sul rettilineo finale arriva l'inciampo arbitrale
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