Domani, martedì 29 Novembre, intervista esclusiva a Bruno Conti su Il Corriere Laziale, il quotidiano che da trentanove anni si occupa del calcio giovanile e dilettantistico della regione a 360°. Il campione del mondo del 1982 e bandiera giallorossa racconta la sua esperienza come responsabile del settore giovanile del club, segnala i talenti ed tecnici più promettenti cresciuti a Trigoria, e svela i particolari dell'approccio con la nuova proprietà, dai rapporti tra Luis Enrique e i giovani fino al futuro dello stesso Conti nel club.Di seguito, un estratto dell'intervista che potrete leggere, completa, nell'edizione di domani de Il Corriere Laziale.
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Bruno Conti: “La Roma sta costruendo qualcosa di importante”
Domani, martedì 29 Novembre, intervista esclusiva a Bruno Conti su Il Corriere Laziale, il quotidiano che da trentanove anni si occupa del calcio giovanile e dilettantistico della regione a 360°.
Partiamo dai grandi risultati dell’anno scorso: la Primavera campione d'Italia con un gruppo molto giovane rispetto agli avversari. Quest'anno però, al contrario di quanto accaduto nelle ultime stagioni, sono rimasti tutti i “pezzi grossi” in rosa, anche chi forse meritava un'esperienza fuori da Trigoria…
“Credo che quando un nuovo allenatore arriva in un club, per prima cosa voglia valutare che tipo di rosa può avere a disposizione. Molti giovani della Primavera questa estate sono partiti per il ritiro con la prima squadra, da Viviani a Verre, è stato un piacere ascoltare i commenti positivi di Luis Enrique, che continua sempre a tenere d'occhio questi ragazzi. E' normale che avendo ora tutta la rosa a disposizione per loro non ci sia spazio tra i grandi, ma sanno bene di essere tenuti in grande considerazione.”
Un’osservazione su quanto può essere redditizio lavorare bene nel settore giovanile: la Roma ha costruito molte squadre competitive in Serie A negli ultimi anni, capaci anche di sfiorare la conquista dello scudetto. Queste rose sono state allestite con giocatori di gran livello, arrivati nella capitale grazie agli scambi con i ragazzi del settore giovanile…
“Nella Roma questa politica è iniziata… con Bruno Conti. Il primo anno di Primavera ho esordito nella massima serie e poi sono andato in prestito al Genoa: grande campionato e promozione in Serie A. La Roma però era interessata a Pruzzo, che costava caro, avendo già realizzato tantissimi gol in rossoblu. In quel momento il Genoa ha chiesto di prolungare il mio prestito e quindi c'è stato questo scambio, e tutti sappiamo cosa ha fatto poi Pruzzo nella Roma. Per cui anche questo è il nostro lavoro. A volte un giocatore può non essere da Roma ma può farsi comunque strada nei professionisti, e così questi scambi servono per prendere altri giocatori più funzionali alla causa. Anche quest'anno dopo aver vinto lo scudetto Primavera sono arrivate moltissime richieste da altri club, questa è una grandissima soddisfazione.”
Parliamo dell'arrivo della nuova società: si è visto un cambio immediate di metodologia del lavoro rispetto all'era Sensi, oppure è ancora presto per dirlo? "Sì, si è visto da subito, anche se vedo elementi di continuità, a partire dalla scelta dell’allenatore. Ricordo che nel 2005 allenai la prima squadra in un momento difficile, l’anno in cui ci salvammo grazie alla vittoria di Bergamo, alla penultima giornata. Andammo in trasferta ad Udine, ad affrontare una squadra che in quella stagione ottenne la qualificazione in Champions, ero in panchina e venne Spalletti a salutarmi. Io già lo seguivo da tempo, poi dopo quel match è maturata la decisione, assieme a Daniele Pradè, di portarlo a Roma per offrire una ventata di gioco e di divertimento, per cambiare l'ambiente. E' quello che ha fatto la Roma in questo momento, rivivo un po' le stesse sensazioni. Vedo Luis Enrique e il suo rapporto con i calciatori, il lavoro che riesce a fare, l'idea di gioco che sta dando a questa squadra. La Roma sta costruendo, anche se ci vorrà un po' di pazienza, qualcosa d'importante. Con una rosa giovane e di grande prospettiva."
Il ruolo di Bruno Conti, nella nuova Roma e nel settore giovanile, resta dunque di primo piano…“Io continuo a fare quello che facevo prima e sono assolutamente contento del lavoro che svolgo. Da parte mia ho sempre amato il settore giovanile, questo è il mio mondo e sono contento di viverlo giorno dopo giorno. Chi ha parlato, maliziosamente, di un mio ridmensionamento in società, ci teneva probabilmente solo a spargere veleni.”
Foto: Il Corriere Laziale
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