«Sono pronto a risolvere il mio contenzioso con la Roma parlandone con la nuova proprietà americana: non porto rancore, ma voglio mi sia restituita la dignità professionale». Mario Brozzi, ex medico sociale della Roma
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Brozzi su pendenze di 60 milioni: “Ne parlo con gli americani”
«Sono pronto a risolvere il mio contenzioso con la Roma parlandone con la nuova proprietà americana: non porto rancore, ma voglio mi sia restituita la dignità professionale». Mario Brozzi, ex medico sociale della Roma
e ora consigliere regionale e capogruppo della lista Polverini, ha con la società giallorossa una causa in corso per il reintegro che si innesta nelle pendenze per rapporti di lavoro quantificate oggi da 'La Repubblicà in 60 milioni di euro.
«Da inizio 2000 al 16 gennaio 2009 sono stato il medico sociale della Roma: poi quel giorno sono stato convocato e mi è stata consegnata una lettera di fine rapporto, senza motivo e con due anni e mezzo d'anticipo sul mio contratto», spiega Brozzi, il cui contenzioso legale è solo una piccola parte della situazione del bilancio, come risulta dalla 'due diligencè stilata per la trattativa Unicredit-DiBenedetto, e rivelata oggi da Repubblica. Secondo il documento, i nuovi proprietari si troveranno ad affrontare pendenze per 60 milioni di euro, composti per lo più da cause di lavoro di ex campioni come Batistuta (9 milioni) o meteore calcistiche come Bartelt (altri 9 milioni). Nel calderone ci sono anche le fatture non pagate alla clinica Villa Stuart, per 1,3 milioni di euro, per le operazioni e le cure ai giocatori giallorossi infortunati; o le cause di ex dipendenti.
Tra le curiosità, una consulenza a una pediatra del Bambin Gesù. Per Villa Stuart, conferma Brozzi, la Roma si serviva delle strutture da prima del suo arrivo, ma i mancati pagamenti risalirebbero agli inizi anni '90. Il carico delle fatture non pagate sarebbe avvenuto quando il rapporto di collaborazione si è interrotto. Nel caso di Brozzi, tra l'ex medico sociale e il club di Rosella Sensi c'è un contenzioso per il reintegro e la trasformazione del rapporto di lavoro in subordinato («ricordo quando Baldini mi chiamò alle 4 di notte per andare a curare Lima, dopo l'incidente d'auto»); la valutazione del danno materiale è superiore ai 500.000 euro, ma un tentativo di accordo extragiudiziale proposto dal giudice è stato respinto, ricorda Brozzi, dalla società. «Per me l'interruzione del rapporto è stato un trauma: devo quel che sono professionalmente a Franco Sensi e Fabio Capello - racconta l'attuale consigliere regionale - Ancora non mi è stato detto perchè non potevo più lavorare per la Roma, quando per 9 anni sono andato in ritiro, 92 ore di lavoro continuato, e mi sono fatto anche quelli punitivi. Il mio primo recupero fu Emerson, 5 mesi invece di 10, e 90 giorni dopo un infortunio che poteva costargli la carriera Francesco Totti alzava la Coppa del Mondo. Amo la Roma e per me gli amori non finiscono: non porto rancore ma vado avanti per la mia strada: chiedo mi venga restituita la dignità professionale. Non è questione solo di soldi, per questo sono apertissimo a risolverla con i nuovi proprietari americani, se ne vorranno parlare».
Ansa
(L'articolo de La Repubblica) - Benvenuti americani, pagate i debiti. Una voragine nei conti della Roma
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