“Quando ho saputo che non m'avevano riscattato, m'è crollato il mondo addosso. Mi sono detto: e che cavolo, ma perché non potevo starci pure io in questa squadra?”.
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Brosco: “Deluso dalla Roma che non ha creduto in me”
“Quando ho saputo che non m’avevano riscattato, m’è crollato il mondo addosso. Mi sono detto: e che cavolo, ma perché non potevo starci pure io in questa squadra?”.
È amaro, amarissimo, lo sfogo di Riccardo Brosco, 20 anni, difensore centrale appena riscattato dalla Triestina, cresciuto nel settore giovanile giallorosso, intervistato da laroma24.it Dopo due stagioni in prestito in Friuli, la Roma ha ceduto la metà del cartellino per “soli” cinquecentomila euro. “Non hanno creduto in me”, continua a ripetere senza darsi pace, nonostante sia appena tornato da una bella vacanza in Sardegna. Ora si fermerà a Roma per qualche giorno, casa sua, anche se – professionalmente parlando – non sarà più così. Perché la società non ha creduto in te?“Non lo so e francamente non lo capisco. Pensavo che più di trenta presenze in Serie B e qualcun'altra in Coppa Italia potessero bastare per meritare una conferma. C'è gente che è del '91 come me e ancora fa la Primavera a Trigoria. Invece, niente da fare. Oltretutto, ritengo che anche dal punto di vista economico l'operazione non sia stata particolarmente brillante. Anche se mi avessero voluto cedere, mi avrebbero potuto riscattare e poi, in un secondo tempo, rivendermi ad un prezzo più alto”. Il club è in una fase transitoria tra vecchi e nuovi dirigenti. Chi s'è occupato del tuo riscatto?“Non penso che la decisione l'abbia presa Sabatini, anche perché quando giocavo con la Primavera un giorno mi venne a fare i complimenti. Credo che la brutta parola ce l'abbia messa qualche dirigente della vecchia gestione”.A quando risale l'ultimo tuo contatto con la Roma?“In questi due anni si sono fatti sentire poco. Nessuno mi ha mai fatto sentire importante, eppure qualcosa di buono ritengo di averla fatta. Ma sai qual è la cosa che mi amareggia di più?”.
No, quale?“Leggo i nomi di chi andrà in ritiro e dico che io potevo starci tranquillamente nel gruppo. Magari, che ne sai, un colpo di fortuna mi avrebbe cambiato la carriera. La Roma ha bisogno di un difensore con la cessione di Mexes. Con un allenatore giovane, che vuol ricominciare dai ragazzi di talento, potevo mettermi in luce e convincerlo”. Ed ora?“Ora valuterò con calma il mio futuro. Non vedo l'ora di ricominciare e un giorno tornare all'Olimpico per far mangiare le mani a qualcuno”.L'ennesimo romano e romanista che dà dispiaceri alla sua squadra.“Se la cercano pure, però eh... (ride, ndr)”.Anche con Spalletti la fortuna non fu dalla tua parte. Cominciasti l'anno (2008-2009) con la prima squadra, poi, nel corso della stagione, nemmeno l'esordio. Nel ruolo di centrale difensivo giocarono Loria, Riise, Diamoutene e persino Cassetti. Mai un'occasione a te. Perché?“Verissimo. Con Spalletti feci sette o otto panchine, ma poi non mi buttò mai in campo, nemmeno per trenta secondi. Non gli sarebbe costato nulla. Altri riuscirono ad esordire nonostante una sola volta in panchina. Non ce l'ho con nessuno, solo mi chiedo: perché loro sì e io no?”.Può influire avere un procuratore piuttosto che un altro, in questi casi?“Mah, non lo so, è una cosa che mi chiedono in tanti... Un fatto, comunque, è inconfutabile: nella Roma molti giocatori hanno lo stesso procuratore”.
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