Forzaroma.info
I migliori video scelti dal nostro canale

news as roma

Bovo: “Allenarmi con la Roma stratosferica dello scudetto è stato come fare 10 anni in 1”

L'ex difensore giallorosso è tornato sull'esperienza tra settore giovanile e prima squadra, proprio con la squadra di Capello che avrebbe conquistato il titolo

Redazione

Il campionato di Serie A è (di nuovo) ai nastri di partenza. La Roma proverà a rincorrere la Champions, ma sarà bagarre anche in fondo alla classifica per non retrocedere in Serie B. Come il Lecce di Cesare Bovo, collaboratore tecnico di Liverani ed ex difensore giallorosso: "A Roma abbiamo fatto una partita non da noi, ma sicuramente i valori sono diversi, quindi non sono quelle le nostre partite. Mister Fonseca propone un lavoro di un allenatore con idee diverse, si vede la sua mano sulla squadra e il lavoro settimanale. I giallorossi propongono cose nuove". Intervenuto ai microfoni di 'Non È La Radio', Bovo torna anche sullo scudetto del 2001:"Io feci tutto l’anno con la Prima Squadra, aggregato da dopo il ritiro: giocavo con la Primavera, ma facevo qualche panchina se c’era bisogno. Per me è stato un anno di assoluta crescita, perché allenarsi con quella Roma stratosferica in ogni elemento, dall’allenatore ai giocatori, è stato importantissimo per la mia crescita. È stato come crescere tutto insieme, quasi dieci anni in uno, a differenza di quanto succede nel settore giovanile, quindi ricordo tutto con grande piacere. Non mi sento parte dello scudetto, ma è stato un anno inspiegabile per me".

Infine un ricordo di Fabio Capello:"Era un allenatore che non parlava molto, ma gli bastavano due parole o uno sguardo per farsi capire. Una cosa che noto rispetto a quando ero giovane io: adesso i giovani sono molto più esuberanti e attaccati a cose un po’ superficiali, mentre con noi, soprattutto con quelle generazioni di allenatori, i valori dello stare al proprio posto e dell’imparare dai più grandi venivano esasperati. Poi comunque lui aveva una grande autorità, e io, che ero un ragazzo timido, al massimo gli dicevo “buongiorno”. Con lui, per un giovane bastavano poche parole per capire cosa volesse consigliarti. E i suoi consigli pratici mi sono rimasti per tutta la vita".