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Bonini (Repubblica): “L'azienda Roma negli ultimi anni è stata gestita in maniera casuale”

Carlo Bonini, giornalista di Repubblica, è intervenuto ai microfoni di Radio IES e di Teleradiostereo.

Redazione

"Carlo Bonini, giornalista di Repubblica, è intervenuto ai microfoni di Radio IES e di Teleradiostereo.

BONINI A RADIO IES a "A tutto campo"

"Non credo ai mecenati, credo che gli americani si siano fatti i loro calcoli e abbiano trovato vantaggioso portare a termine questa trattativa. Prima che con il cuore, a differenza della precedente gestione, ragioneranno con la testa e con il portafoglio. Se riusciranno a ad avere dei ricavi bene, altrimenti passeranno la mano: il mercato in generale funziona così.

 

"La Roma non è solo una società di calcio, quotata pure in borsa, è prima di tutto un'azienda. Negli ultimi anni è stata una società in grave perdita, un carrozzone che si è portato avanti facendo salire figure di ogni genere.

"Non si spiega come da una perdita annua di un milione si sia arrivati ad oltre trenta milioni.

"Mi ha colpito molto vedere che ci sono dei contratti che una volta scaduti non cessano, proseguendo nel tempo seppure in mancanza di un rinnovo. Questo oltre ad aumentare la confusione renderà anche più complicato il lavoro di coloro che arriveranno.

"Ad esempio i contratti di consulenza legale, la comunicazione e tanto altro. C'è un'assoluta casualità nella gestione, una gestione familiare intesa come bonaria. Sulle società di calcio quotate in borsa gli organi preposti non hanno esercitato i lavori di vigilanza con il rigore necessario.

"Mi ha colpito come, a parte qualche eccezione, l'accoglienza nei confronti del gruppo americano è stata caratterizzata da diverse perplessità. Mi riferisco ai presidenti degli altri club, esponenti politici, ecc.

"Non mi interessa mettere sul giornale nomi e cognomi delle persone coinvolte, non so se altri colleghi decideranno diversamente una volta avuta la due diligence.

"I problemi di gestione interni a Trigoria non penso fossero un segreto".

"BONINI A TELERADIOSTEREO a "Unico Grande Amore"

""Ci vuole pazienza per questo tipo di lavoro e in questo caso c' è voluta molta pazienza. Forse sono stato aiutato dall'aver fatto la domanda chiave alle mie fonti, cioè perchè questa trattativa era così lunga? Erano state dette tante cose non vere fino in fondo. In questa trattativa c'era un venditore intenzionato a vendere e a negoziare sul prezzo. Poi c'era un compratore intenzionato a comprare, i tempi e la fatica che hanno accompagnato la trattativa erano l'indice e la spia che c'era qualcosa di diverso e di più. Fatta la domanda ho avuto la pazienza di ascoltare e la risposta è nel documento di cui parlo nell'articolo.Per quello che ho potuto ricostruire il problema che fece slittare la firma a Roma fu legato soprattutto a questo spaventoso contenzioso legale reale ma anche potenziale.La due diligence serve a questo. Questa situazione non è stata chiara fino alla fine, ma non perchè Unicredit non volesse svelarla, ma perchè la gestione corrente era da mettersi le mani nei capelli.

"Mi raccontavano che fino a un mese fa non esisteva una pianta organica della A.S. Roma. Cioè se uno chiedeva: "Mario Rossi lavora qui?" Era complicato ricostruirlo. Questo ha reso tutto molto più complicato.Gli americani si sono assunti tutti i rischi, anche di questi oneri legati al contenzioso legale che oscillano tra i 50 e i 60 ml di euro. In bilancio sono stati fatti accantonamenti per 15 ml di euro, denaro che esiste solo sulla carta. Nella due diligence con trasparenza il venditore segnala come in ciascuna delle pendenze ci fosse un rischio di soccombenza per la Roma molto alto. Ad esempio nel caso di Batistuta gli avvocati danno per certa o quasi certa la soccombenza della Roma. Così è anche per quanto riguarda altri calciatori. Le situazioni sono centinaia. Ci sono decine di casi di agenti che hanno trattato giovani giocatori provenienti dalla Romania o dalla Bulgaria che chiedono il saldo di contratti di mediazione mai stati onorati. E' passato molto tempo, quindi ci sono interessi di mora. In queste cause si inseriscono i danni, i costi di mediazione, le consulenze. La sensazione è che attraverso una cosidetta "gestione familiare", si sia gestito un giocattolo quotato in borsa in modo maldestro.Si è riusciti a raccontare una favola alla città, al mercato e anche ai piccoli azionisti. L' immagine che offre la Roma conferma che le società di calcio vengono gestite con criteri che non hanno nulla a che vedere con le regole del mercato. La Roma è stata gestita a debito. Oltretutto retribuiva il suo presidente, caso unico.

"La Roma è stata tenuta in vita perchè non è solo una società di calcio. Si rimane perplessi leggendo i contratti che sono stati fatti, 450 contratti a tempo determinato. E' una situazione che ricorda quella dell' Alitallia, una stanza di compensazione delle passioni di una città.

"Nessuno ha ancora spiegato come la Roma negli ultimi 2 anni abbia avuto perdite per 22 e 36 ml di euro senza fare mercato.Tra le pendenze c'è quella con Villa Stuart. Tutti i calciatori sono assicurati. Non si riesce a capire come non si sia riusciti a saldare con il premio ricevutoNon credo ai mecenati, gli americani avranno fatto i loro conti. Penso si possa dire che siccome abbiamo a che fare con degli imprenditori credo cercheranno di aumentare i ricavi tenendo in ordine i bilanci.Sarà un impegno a medio termine, non di una vita. Se stai alle regole del mercato se dopo due tre anni se i conti non tornano vendi.Avrei voluto scrivere un libro su questa noiosissima due diligence. Potrei scrivere per giorni di contratti farlocchi o zoppicanti come quello citato nell'articolo. Bisogna ora capire se la Sensi vorrà spiegare e cosa troveranno gli americani quando entreranno a Trigoria."